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Olbia, il 5 novembre sentenza per Davide Iannelli La Nuova Sardegna #finsubito richiedi mutuo fino 100%


Olbia Si conclude domani 5 novembre, in Corte d’Assise a Sassari, il processo che vede imputato Davide Iannelli, 55, anni, accusato di aver cosparso di benzina e dato fuoco al suo vicino di casa Tony Cozzolino. Era accaduto la mattina dell’11 marzo 2022 all’esterno delle case popolari di via Petta, nel quartiere San Nicola. Iannelli è accusato di omicidio premeditato aggravato dalla crudeltà. La Corte presieduta da Massimo Zaniboni pronuncerà la sentenza, chiudendo il processo di primo grado cominciato un anno e mezzo fa.

L’accusa rappresentata in aula dal procuratore Gregorio Capasso e dalla sostituta Claudia Manconi aveva chiesto la pena dell’ergastolo. «È un omicidio aggravato dalla crudeltà, non ci sono attenuanti», avevano detto al termine di una lunga requisitoria, sollecitando il massimo della pena per l’imputato. Stessa richiesta era stata avanzata dalle parti civili, rappresentate dagli avvocati Giampaolo Murrighile, Antonio Fois e Massimo Perra. «Non è stata una reazione a un’aggressione ma un agguato, un’esecuzione in piena regola, dettata dall’odio che Iannelli provava nei confronti di Cozzolino», aveva detto Murrighile, che assiste la compagna della vittima.

«Davide Iannelli si è dovuto difendere da Tony Cozzolino, non c’è stata nessuna premeditazione, né crudeltà. Aveva la bottiglietta con la benzina in mano perché quello era l’unico strumento che aveva in quel momento a disposizione per difendersi», avevano ribattuto i difensori dell’imputato, gli avvocati Abele e Cristina Cherchi nell’arringa difensiva, durante la quale per tre ore e mezzo avevano cercato di smontare l’impianto accusatorio, chiedendo l’assoluzione per legittima difesa. Domani il verdetto  della Corte. 

La tragedia era accaduta dopo l’ennesimo litigio nella palazzina di via Salvatore Petta, una vera polveriera, dove i dissidi tra condòmini erano all’ordine del giorno. Tony Cozzolino, avvolto dalle fiamme, aveva cercato di salire sull’autobus fermo al capolinea proprio di fronte alle palazzine, per chiedere aiuto: l’autista lo aveva soccorso spegnendo le fiamme con l’estintore. Era morto dopo nove giorni nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Sassari a causa delle gravissime ustioni riportate (secondo e terzo grado) che avevano interessato il 42 per cento del corpo. (t.s.) 



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