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Asili nido, solo il 15% dei bambini troverà posto: sfuma l’obiettivo del Pnrr (nonostante il bonus da 3.600 euro) #finsubito prestito immediato


di
Redazione Economia

Il governo ridimensiona al 15% su base regionale i posti coperti nelle strutture per l’infanzia. Il Pnrr era più ambizioso e puntava al 33%. Ma in manovra di Bilancio contributi più generosi per chi ha figli. Manca la rete

A conti fatti solo i Comuni in provincia di Enna sono lontani dal nuovo obiettivo messo nero su bianco dal governo nel Piano strutturale di Bilancio (Psb): il 15% di copertura dei posti negli asili nido sulla platea di bimbi residenti tra i tre mesi e i tre anni. Le altre province sono già in linea e questo un po’ stupisce considerando la cronica mancanza di strutture per l’infanzia e il basso tasso di partecipazione al lavoro delle donne (attorno al 60% della forza lavoro complessiva), tra i più contenuti nella Ue. La spiegazione è che l’esecutivo ha scelto la via del pragmatismo, un bagno di realtà che suggerisce come il vecchio obiettivo del Pnrr, concepito dal governo Draghi, che immaginava a fine Piano (dunque nel 2026) il 33% di copertura, sia irraggiungibile e conviene accettarlo senza illudere nessuno, abbassando il target al 15%.

La necessità di trasparenza

Nel nuovo Piano strutturale di Bilancio, scritto dal ministero dell’Economia guidato da Giancarlo Giorgetti, ci sono elementi fattuali che lasciano poco spazio alle interpretazioni. D’altronde si tratta del documento programmatico con cui l’Italia s’impegna in un solido piano di rientro di finanza pubblica, con una seria sforbiciata al deficit in rapporto al Pil da qui al 2033, sette anni di riduzioni di spesa per garantire la solvibilità del nostro debito pubblico




















































I numeri del Psb 

Sulle strutture per l’infanzia però occorre fare un passo indietro. Spulciando il documento si nota come alla tavola A.VI.4 dell’Allegato VI del Piano Strutturale di Bilancio venga indicata una nuova data di attuazione per il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr sul capitolo dedicato all’Infanzia. Si mette nero su bianco che i nuovi target slittano a fine 2027, cioè un anno e mezzo dopo il termine finale (giugno 2026) fissato dal Pnrr per la consegna dei nuovi posti di asilo finanziati con i fondi europei. Osserva l’economista Alberto Zanardi, professore ordinario di Scienza delle finanze all’Università di Bologna su Lavoce.info che può essere interpretato come «un altro segnale della necessità di un rinvio del Pnrr, più volte evocata dal ministro Giorgetti?».

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Obiettivi ridimensionati e le osservazioni

Il governo ha esplicitato nel Piano strutturale di bilancio che il nuovo obiettivo è su base regionale (il Pnrr originario non si dava alcun target specifico in termini territoriali) e di fissarlo al livello – seppure minimo – del 15%. Rileva Zanardi che l’obiettivo «del 15 per cento non è in verità un obiettivo, ma una realtà già (quasi) acquisita. Significa non assumere un chiaro impegno politico nel proseguire la strategia sin qui seguita, seppure con approcci ed esiti diversi, dal Pnrr e dal “Nuovo piano asili nido” nell’avvicinare i territori in ritardo verso l’asticella del 33% di copertura». 

L’interrogazione parlamentare

Sul tema è appena stata presentata un’interrogazione parlamentare da parte del Pd, forza di opposizione. Le senatrici Valeria Valente, Susanna Camusso e Simona Malpezzi, segnalano che in questo modo «i tre quarti dei nuovi asili nido, realizzati con i fondi del Pnrr, rischiano di rimanere chiusi per via dei tagli al fondo spese di gestione». Accusano il governo di essere tornato indietro su tutti gli impegni presi sugli asili nido e, di conseguenza, sul sostegno al lavoro delle donne. Ma al di là delle dichiarazioni politiche occorre mettere in risalto anche la volontà dell’esecutivo di voler investire sulla natalità in una manovra che ha strettissimi margini visti i vincoli di finanza pubblica. 

Il «bonus nido» in manovra di Bilancio

In manovra il governo ha fissato un bonus asili nido, erogato fino al compimento dei 36 mesi di età del bambino, che è correlato all’Isee: 3 mila euro all’anno con Isee fino a 25 mila euro; 2.500 euro con Isee da 25.001 a 40 mila euro; 1.500 euro con Isee superiore. A legislazione corrente c’è già la legge 213/2023 che ha stabilito che, per i nati dal 2024, se in famiglia c’è anche un figlio con meno di dieci anni di età, e l’Isee non supera 40 mila euro, il valore del bonus passa a 3.600 euro. Il disegno di legge di Bilancio invece porta a 3.600 euro il valore del bonus per tutti i nati dal 2024 con Isee fino a 40 mila euro, a prescindere dalla presenza in famiglia di altri figli. Ciò significa che dal 2025 si vedranno aumentare l’importo le famiglie con nati quest’anno che non hanno altri bambini sotto i 10 anni. Restano esclusi dall’incremento, invece, i nati nel 2022 e nel 2023.


3 novembre 2024 ( modifica il 3 novembre 2024 | 13:58)

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