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Società Porto Industriale Livorno, quali sono gli immobili all’asta Il Tirreno #finsubito richiedi mutuo fino 100%


LIVORNO. Quasi trecento beni in vendita per far fronte a un “profondo rosso” di 27 milioni di euro della Spil, la società partecipata dal Comune di Livorno che ne detiene il 61%. C’è il complesso dell’ex cinema Odeon, trasformato in parcheggio multipiano con un’operazione, completata nel 2011, che di fatto ha messo in ginocchio la società, schiacciando la sua storia e innescando la rapida fase discendente della sua parabola, complici i 20 milioni spesi a fronte di un fatturato che è sempre rimasto ampiamente al di sotto dei 400mila euro annui previsti e che riusciva ad autosostenersi soltanto grazie all’introito dell’affitto della palestra.

APPROFONDIMENTO: Come funzionano le aste dinamiche di Spil

Ma nel “listino” ci sono – oltre appunto alla maxi-palestra – anche appartamenti e singoli garage; e ancora, terreni edificabili, altri agricoli, locali commerciali, uffici e magazzini. Un ventaglio di proposte a Livorno e provincia, tra lotti e macrolotti, che spaziano dai 1.100 euro per un posto-moto, ai 7,2 milioni di euro per acquistare l’intero complesso blu a due passi da piazza Cavour. Una maxi-operazione entrata nel vivo, dopo il via libera al piano liquidatorio, che ipotizza la totale dismissione dei beni per far fronte al monte debiti. L’enorme vendita immobiliare è stata affidata – in seguito a una procedura di selezione – a Rete Aste Real Estate Estate in Rti con Rete Aste Srl e Aste Giudiziarie Inlinea Spa.

Decenni da protagonista

La Società Porto Industriale di Livorno Spa, costituita nel 1928, è stata fondamentale nello sviluppo portuale e industriale della città. La sua missione iniziale era risollevare il porto dalla crisi del primo dopoguerra, ampliando le infrastrutture portuali e creando nuove aree insediative per le industrie. Durante il periodo tra le due guerre, Spil costruì banchine e piazzali, dotandoli delle attrezzature per la movimentazione meccanica delle merci. Ha bonificato e consolidato vaste aree a nord del porto, destinandole a usi logistici e produttivi, e realizzando piazzali, strade, ferrovie e reti di servizi pubblici. Nel dopoguerra, Spil ha continuato a sviluppare le aree peri-portuali e a co-progettare infrastrutture come la superstrada Firenze-Porto e l’Interporto. Negli anni Novanta, in risposta alla crisi economica locale la Società ha concentrato le sue attività sulla gestione del patrimonio immobiliare e ha assunto un ruolo più attivo nella promozione degli investimenti produttivi, come la riqualificazione della Vetreria, un’area di 48.000 mq vicino al porto. Spil ha restaurato edifici di valore storico e demolito strutture obsolete, adattando la viabilità interna per accogliere nuove aziende.

Il declino

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Poi è arrivata l’operazione-Odeon, che ha segnato la fine della Spil. Nel luglio 2007 l’ex cinema viene abbattuto. Quattro anni dopo vengono consegnati i primi garage ai privati (in tutto ne sono stati realizzati 185), che porteranno un milione di euro – secondo le dichiarazioni di allora – nelle casse della società; poi entra in funzione il parcheggio pubblico a rotazione. Ma tutto questo è costato la cifra-record di 20 milioni di euro. Troppi per le casse della Società. Dieci anni dopo (bilancio 2022) il conto è pesantissimo: 24,2 milioni di euro di debiti verso le banche e altri 3,6 milioni di debiti diversi, come l’Imu non versata per esempio, o il milione e 300mila euro che il giudice ha riconosciuto alla Camera di commercio quando a suo tempo decise di uscire dalla Società. Nella quale restano – oltre al Comune con il 61% – Provincia di Livorno, Comune di Collesalvetti, Monte dei Paschi e Banco Popolare, con le banche che però hanno ceduto i loro crediti ad altri soggetti, come Illimity e Amco, partecipata dal ministero.

Al top

L’asta privata più rilevante in termini di importo è quella per il garage multipiano (133 garage, 16 posti auto e 35 posti moto) in via Sardi: base fissata a 7,27 milioni di euro per il “pacchetto completo” (ma possono essere presentate proposte anche per beni singoli); quindi un fabbricato industriale (superficie commerciale di 12.706 metri quadrati) in via Francia a Guasticce, il cui prezzo richiesto è di 6,98 milioni di euro; sempre nella frazione di Collesalvetti, in vendita a 2,53 milioni un compendio immobiliare di 3.142 metri quadrati in via Spagna: immobile direzionale con 56 posti auto e 3 locali-deposito; l’immobile in cui è presente il centro sportivo su quattro piani (quasi duemila metri quadrati) di Largo dei Valdesi a Livorno (accanto all’ex Odeon); e ancora, la sede della Spil, in via Calafati , in prossimità del porto (1,52 milioni di euro): il Comune un anno fa sembrava intenzionata ad acquistarla per destinarci il settore impianti tecnologici, ma l’ipotesi sembra tramontata. In vendita anche l’ex centro sociale Godzilla in via dei Mulini (1.688 mq in vendita a 675mila euro); locali commerciali (947 mq) in via Leopardi a Cecina per 395mila euro (in alcuni casi gli immobili sono occupati da attività e sul sito vengono indicati i tipi di contratto, gli importi e la durata) . E poi decine di appartamenti: da Corso Amedeo a via della Coroncina, da piazza Guerrazzi a via Del Vigna; ma anche nelle vie della Venezia, Galilei, Garibaldi, Maggi, via Menichetti, Rossini, San Luigi, Solferino, Sardegna, San Sebastiano, Santa Fortunata e vicolo San Vincenzo (tutti i canoni di locazione sono agevolati Erp): sono acquistabili singolarmente oppure con un lotto unico da 1,79 milioni di euro. Tra i beni già venduti c’è un terreno edificabile di quasi 100mila metri quadrati, al confine sud dell’Interporto Vespucci, ceduto per poco più di un milione di euro.

Spettatore interessato

Il Comune di Livorno in questa fase «ha il compito di vigilare sulle operazioni di vendita – sottolinea l’assessora alle società partecipate Viola Ferroni – con l’auspicio che il piano venga portato a compimento. Anche perché in caso contrario, il Comune, socio di maggioranza, dovrebbe intervenire per fare fronte ai debiti». Un’eventualità che ovviamente in municipio si auspicano di evitare attraverso le vendite dei beni pignorati: «Si tratta di un tema sentito in città – aggiunge Ferroni – e del quale si dibatte da anni. Noi abbiamo ereditato questa situazione dal passato. Vorrei sottolineare il mio apprezzamento per il lavoro del liquidatore Alessandro Bagnoli, che dimostra una grande capacità di gestione di una situazione così complessa».

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