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Ha un tasso conveniente ma costa di più perché l’immobile è caro, però fa risparmiare nel tempo: il mutuo green è una soluzione che si sta facendo strada nel panorama del credito, tanto che secondo l’analisi dell’osservatorio Qualis nel 2024 raggiungerà il 10% delle erogazioni totali.
Il mutuo green, o mutuo verde, è dedicato a chi acquista abitazioni in alte classi energetiche, dalla A e oltre fino alla B e anche a chi ristruttura per elevare l’efficienza energetica dell’abitazione di almeno il 30%, il famoso salto di due classi energetiche.
Questo finanziamento si inserisce quindi nella direttiva Case green, approvata dal parlamento a marzo 2024, per cui gli stati membri dell’Ue dovranno definire un piano di ristrutturazione nazionale affinché il consumo medio di energia primaria del parco immobiliare residenziale degli stati membri diminuisca, rispetto al 2020, di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035.
E si inserisce anche nel contesto degli Esg, i paradigmi di ambiente, sociale e governance che definiscono i progetti e gli investimenti, anche immobiliari e, in questo caso, residenziali.
I mutui green crescono di anno in anno
L’analisi Qualis fa emergere il balzo di preferenze: nel 2020 i mutui green erano appena il 3% dell’erogato, percentuale che nel 2023 è cresciuta al 6,5% fino al previsto 10% del 2024, con agosto che ha toccato il picco: il 16% dei mutui erogati sono stati green.
Il mutuo green costa di più perché l’immobile efficiente ha un costo elevato, ma l’investimento sembra ripagare nel tempo, almeno in termini di mantenimento del valore.
Secondo Qualis, infatti, il costo di una casa in classe A o B è in media pari a 191,8 mila euro, circa 59 mila euro in più rispetto al non green. Il costo però si recupera nel tempo grazie alle condizioni finanziarie favorevoli applicate, con un -47 bps nel 2024 che si traduce, alle condizioni attuali, in un risparmio di 18.000 euro sui 30 anni di durata media dei mutui green.
A ciò si aggiungono i minori consumi, che portano a un ulteriore risparmio energetico di 1.067 euro annui, equivalente a circa 32.000 euro in 30 anni. E poi c’è il potenziale valore di rivendita, significativamente superiore a quello delle case non green, tanto che secondo le analisi di Rebuild l’efficienza energetica della casa ne aumenta il valore fino al +40%.
“Secondo gli obiettivi della Direttiva Europea Case Green, entro il 2033 in Italia sarà necessario riqualificare il 42% degli immobili, per un costo totale tra i 260 e i 320 miliardi di euro, con il mercato del credito che dovrà contribuire con circa la metà di tali somme” dichiara Vittorio Bruno, head of commercial and underwriting di Qualis Credit Risk. “Risulta quindi ancora più significativo come il mercato del credito rappresenti il ruolo di leva strategica per supportare la transizione ecologica del mondo immobiliare”.
Metà dei mutuatari tra 30 e 40 anni
I mutuatari green hanno in media 3,6 anni in meno rispetto a coloro che scelgono un mutuo tradizionale (35,4 anni vs 39 anni) e che quasi la metà di loro, il 48,9%, rientra nella fascia tra i 30 e i 40 anni.
Oltre il 56,7% dei mutui verdi viene acceso da due richiedenti, a dimostrazione che si tratta di un progetto di coppia o familiare di lungo periodo. Inoltre, a livello geografico, questa tipologia di mutui trova in generale una maggiore diffusione al nord, con una tendenza ad espandersi anche in altre regioni; in particolare, nel 2024 spiccano Lombardia, Lazio, Veneto e Sardegna.
Quanto costa un mutuo green
Secondo l’analisi di settembre 2024 di mutuionline.it, il mutuo green conviene rispetto al mutuo tradizionale. I tassi dei mutui verdi variabili, su calcolo relativo al mese di agosto 2024, arrivavano infatti al 4,39% di media contro il 4,64% del tradizionale, mentre il fisso green era al 2,85% contro il 3,32% del tradizionale. E, secondo gli analisti del portale, i tassi dei mutui green sono in calo (come del resto i tradizionali dopo il taglio dei tassi della Bce).
Nel 2050 un mutuo su due sarà green
Secondo l’ultima analisi Crif sul credito agli italiani, nei primi tre trimestri del 2024 la domanda di mutui è cresciuta del +7,2%. Simone Capecchi, executive director di Crif aveva così commentato i dati: “Una politica monetaria che torna ad essere espansiva, e con possibili ulteriori tagli dei tassi per fine anno, infonde maggiore fiducia nelle famiglie italiane che ritornano a programmare spese di lungo periodo. Un altro volano per il comparto dei mutui immobiliari sarà quello dell’effetto della Direttiva Case Green (EPBD). Dal nostro osservatorio prevediamo infatti che i finanziamenti green raggiungeranno nel 2030 percentuali che oscillano tra il 24-30% e nel 2050 più di un mutuo su due sarà verde”.
Il tasso di interesse dei mutui green oggi è più conveniente dei mutui tradizionali, ma è innegabile che una casa in A e oltre o in B costi parecchio, perciò l’impegno economico, per chi acquista con finanziamento, può essere notevole.
I mutui green sono una scelta spontanea dei cittadini, che spinge l’edilizia sostenibile rispondendo alla direttiva Case green ancor prima che il governo abbia creato un piano di intervento nazionale. Questo può favorire investimenti residenziali altrettanto sostenibili? Sulla carta sì, perlomeno nella E di environmental.
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