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Manovra, dal bonus Ipo ai «sacrifici» di banche e assicurazioni: ecco tutte le novità #finsubito prestito immediato

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Tassa al 42% su Bitcoin, Patuelli (Abi): “Novità tecnologiche non possono vivere estranee al diritto”

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Sono 144 gli articoli appena arrivati alla Camera. A pochi minuti dalla firma del capo dello Stato, Sergio Mattarella, la manovra 2025 fa la sua comparsa nella prima bozza. Ecco i punti chiave.

Banche e assicurazioni

Il «sacrificio» chiesto alle banche consisterà nel rinvio delle deduzioni delle quote di svalutazioni e perdite dei crediti e dell’avviamento correlate alle Dta. Al 31 dicembre 2026 è differita «in quote costanti» la deduzione 2025 dell’11% di Ires e Irap, mentre al 2027, 2028 e 2029 quella del 4,7% prevista per il 2026.

Le deduzioni 2025 per avviamenti al 13% sono differite al 2026, e quelle 2026 al 10% connesse alla svalutazione dei crediti a 2027, 2028 e 2029. Come anticipato, a partire dal prossimo anno le stock options dei manager bancari saranno deducibili al momento della loro effettiva assegnazione.

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Dal congelamento dei crediti d’imposta relativi alle Dta il governo si aspetta circa 3,4 miliardi nel biennio 2025-2026. Aggiungendo la deadline del 2025 all’utilizzo di perdite ed eccedenze Ace, il Mef punta a incassare 2,54 miliardi nel 2025 e 1,52 miliardi nel 2026 per un totale, nel biennio, di circa 4 miliardi. Le banche inizieranno a recuperare gli acconti dal 2027 e fino al 2030.

Per le assicurazioni, il sacrificio si tradurrà in un versamento anticipato delle imposte di bollo, calcolato «in diminuzione della prestazione erogata alla scadenza o al riscatto della polizza». Nel 2025 sarà erogato anche il pregresso memorizzato dalle compagnie nel periodo 2012-2024 sulle polizze ancora valide. Il versamento sarà erogato in quattro rate con un décalage: 50% nel 2025, 20% nel 2026 e 2027, 10% nel 2028. Dall’anticipo dell’imposta di bollo a carico delle compagnie assicurative dovrebbero arrivare nel triennio 2025-2027 circa 1,75 miliardi (970 milioni nel ‘25, 400 milioni nel ‘26 e 380 milioni nel ‘27).

Tetto stipendi manager

Partirà dal 1° gennaio il tetto ai compensi per gli «organi amministrativi di vertice degli enti e degli organismi che rientrano nell’elenco Istat», nonché di enti, organismi e fondazioni che ricevono contributi pubblici in «qualsiasi forma». Gli stipendi di tutti i soggetti compresi in questo perimetro non potranno superare il limite dell’importo annuo del 50% del trattamento annuo lordo del presidente della Cassazione, ovvero 240 mila euro: il tetto sarà dunque di 120 mila euro lordi.

Dalla misura restano fuori: Istat, Inps, Inail, Agenzie fiscali e Authority, Regioni, Province autonome di Trento e Bolzano, enti locali e loro organismi, enti del Servizio Sanitario Nazionale. Compresi invece i vertici di enti e organismi della Pa fuori ruolo, in distacco o in aspettativa.

Il Mef sarà presente nei collegi di revisione di tutte le società che percepiscono contributi pubblici «significativi», ovvero quelli dai 100 mila euro annui in su. I revisori riporteranno alla Ragioneria Generale dello Stato.

Lotta all’evasione e maggiori controlli

Sempre nella cornice della vigilanza, la manovra rafforza le previsioni normative per migliorare la tracciabilità delle spese e l’interoperabilità delle banche dati, per il contrasto dell’evasione soprattutto nei pagamenti elettronici. Dalla lotta all’evasione, il governo punta a incassare circa 1,2 miliardi di euro nel triennio. 

In particolare, i pagamenti con le carte di credito dal primo gennaio del 2026 dovranno essere collegati direttamente ai registratori di cassa dei negozi, così da consentire che i dati siano immagazzinati e trasmessi al fisco in modo aggregato ogni giorno.

I dipendenti pubblici che hanno multe, cartelle o debiti nei confronti di una p.a., che si tratti del comune o dell’Agenzia delle entrate, di importo superiore a 5 mila euro, si vedranno bloccare il pagamento dello stipendio, della pensione e dell’indennità di licenziamento (se di importo superiore ai 2.500 euro e nei limiti di pignorabilità), fino a quando non avranno saldato il debito. La disposizione, che allarga la disposizione già esistente per le imprese, si applicherà a partire dal primo gennaio 2026. 

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Irpef e cuneo fiscale

Confermata e resa strutturale l’Irpef a tre aliquote: 23% fino a 28 mila euro, 35% fino a 50 mila euro, 43% oltre i 50 mila euro. Previsto il décalage fra i 35 mila e i 40 mila euro per evitare l’effetto scalone.

La rimodulazione del cuneo passa da un ritocco contributivo fino a 20 mila euro, a uno fiscale dai 20 ai 40 mila. Per i redditi fino a 20 mila euro, previsto un bonus non tassabile che varia in funzione del guadagno: 7,1% fino a 8.500 euro; 5,3% fra 8.500 e 15 mila euro; 4,8% tra 15 e 20 mila euro.

Per i dipendenti con reddito tra i 20 e i 40 mila euro è prevista una detrazione fiscale: da 1000 euro con reddito compreso tra i 20 e i 32 mila euro che va poi gradualmente a calare fino ai 40 mila euro.

Bitcoin e web tax

Confermato l’annuncio del viceministro Mef, Maurizio Leo: la tassa su plusvalenze «e altri proventi realizzati tramite rimborso o cessione a titolo oneroso, permuta o detenzione di cripto-attività» non inferiori a 2 mila euro nel periodo d’imposta passa dal 26% al 42%. Con la nuova aliquota, si legge nella relazione tecnica, il gettito annuo attuale di 27 milioni di euro dovrebbe aumentare di circa 16,7 milioni di euro all’anno.

Decade poi il tetto dei profitti (750 milioni di euro di cui almeno 5,5 realizzati in Italia) previsti per la web tax: soggetti passivi saranno tutti gli «esercenti attività d’impresa che realizzano ricavi derivanti da servizi digitali nel territorio dello Stato»: attese maggiori entrate annue per 51,6 milioni di euro.

Detrazioni e quoziente familiare

In attesa di una revisione generale delle tax expenditures, arriva un primo riordino delle detrazioni con l’introduzione di un quoziente familiare per i nuclei con reddito sopra i 75 mila euro così strutturato: 0,50 in assenza di figli, 0,70 con un figlio, 0,85 con due figli, 1 dai tre figli in su. L’ammontare massimo della detrazione sarà calcolato sulla base dei figli a carico. Se il reddito complessivo del contribuente è compreso tra i 75 mila e i 100 mila euro, l’importo base sarà di 14 mila euro, sopra i 100 mila euro le detrazioni non potranno invece superare gli 8 mila euro.

Fuori dal tetto delle detrazioni restano le spese sanitarie e quelle relative ai mutui contratti fino al 31 dicembre 2024. Non si conteggia nell’Isee neanche l’assegno unico e universale. 

Le misure pensate per la famiglia e per incentivare la natalità non finiscono qui. Incrementata di 500 milioni di euro la dotazione del fondo per la Carta Dedicata a te per il per il sostegno degli indigenti e per gli acquisti di beni di prima necessità

Al fine di incentivare la natalità e contribuire alle spese per il suo sostegno, per ogni figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2025 è riconosciuto un importo una tantum pari a 1.000 euro, erogato nel mese successivo al mese di nascita o adozione. L’onere derivante per le casse pubbliche è di 330 milioni di euro per l’anno 2025 e in 360 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2026.

Esteso a tutti,e non solo più a quanti hanno un altro figlio di età inferiore a 10 anni, e reso strutturale il bonus nido per i nuclei familiari con un Isee fino a 40mila euro. La misura viene incrementata di 97 milioni di euro per il 2025, 131 milioni di euro per l’anno 2026, 194 milioni di euro per il 2027, 197 milioni di euro per il 2028 e 200 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2029. 

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A partire dall’anno 2025 è riconosciuto, nel limite di spesa di 300 milioni di euro annui, un parziale esonero contributivo della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti, a carico del lavoratore, per le lavoratrici dipendenti di almeno due figli. L’esonero contributivo spetta fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo e, a decorrere dall’anno 2027, se madri di tre o più figli, l’esonero contributivo spetta fino al mese del compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo.

Pensioni

La rivalutazione delle pensioni minime ammonta nel 2025 al 2,2%, più un punto percentuale per l’inflazione: l’aumento sarà dunque di tre euro (617,9 euro). Nel 2026 l’incremento sarà dell’1,3%.

In tema previdenziale, torna il bonus Maroni: i lavoratori che hanno maturato i requisiti per accedere a Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi) potranno decidere volontariamente di restare al lavoro rinunciando all’accredito dei contributi, che verranno direttamente versati in busta paga nella misura del 9,19%: contributi che non concorreranno alla formazione del reddito.

Bloccata inoltre la rivalutazione dell’indicizzazione per i pensionati che vivono all’estero.

Casa

Confermato il bonus casa al 50% per la prima abitazione e al 36% per la seconda nel 2025. Nel 2026 e 2027 le deduzioni scenderanno al 36% per la prima e al 30% per la seconda. Scende al 30% già dal prossimo anno (e non più dal 2028 come stabilito dal decreto Superbonus) l’aliquota per il bonus ristrutturazione. Torna poi la proposta di un Piano nazionale per l’edilizia pubblica e sociale (Piano Casa Italia): il progetto dovrà essere varato con apposito Dpcm e mirerà, tra l’altro, alla valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente.

Confermate le anticipazioni di stampa sull’estensione al 2023 (unico anno rimasto finora escluso) della possibilità di spalmare i crediti da Superbonus in dieci rate annuali. Superbonus che nel 2025 spetterà, limitatamente al 65%, soltanto a chi ha presentato entro il 15 ottobre 2024 la Cila, la delibera assembleare (nei condomini) e l’istanza per l’acquisizione del titolo abitativo, nei casi di demolizione e ricostruzione. 

Quanto ai bonus edilizi, il bonus casa si attesta al 36% per le spese sostenute nel 2025 e al 30% per quelle nel 2026-2027. La percentuale sale al 50% nel 2025 e al 36% nel 2026-27 solo in caso si tratti della prima abitazione.

Il bonus per interventi di ristrutturazione e recupero del patrimonio edilizio resta, come preannunciato, al 50% per le spese sostenute nel 2025 sulla prima casa e si riduce al 36% per le spese nel 2026 e nel 2027. Per gli immobili diversi dalla prima casa, il bonus è pari al 36% per le spese sostenute nel 2025 e scende al 30% per quelle nel 2026 e 2027.

Bonus Ipo

Esteso fino a fine 2027 il credito d’imposta per la quotazione delle Pmi, con un contributo di 6 milioni di euro nel 2025 e 3 milioni all’anno nel 2026 e 2027.

Concessioni giochi

Prorogate fino a tutto il 2026 le concessioni per Bingo, scommesse su eventi sportivi e non (compresi quelli simulati) e slot machine. I maggiori introiti attesi nel biennio dalle varie voci ammontano rispettivamente a: 39,5 milioni di euro dal Bingo, 149 milioni dalla raccolta delle scommesse sulla rete fisica e 277 milioni dalle slot machine. Totale 2025-2026: 465,5 milioni di euro.

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Confermata un’estrazione settimanale ulteriore di Lotto e Superenalotto per aumentare le risorse da destinare al Fondo per le emergenze nazionali, che sarà incrementato di 50 milioni di euro annui a partire dal 2025: giorno prescelto è il venerdì.

Banda ultra-larga

Per il triennio 2027-2029 la manovra prevede fino a 660 milioni di euro (220 milioni l’anno) per realizzare la banda ultra-larga nelle zone bianche.

Spending review

I tagli ai ministeri ammonteranno a 2,64 miliardi per il 2025 (di cui 782 milioni in capo al solo Mef), 2,6 miliardi per il 2026 e 2,54 miliardi nel 2027 per un totale di 7,7 miliardi. Sommando le previsioni degli anni precedenti, il totale delle risorse derivanti dalla «riduzione e razionalizzazione della spesa» dei dicasteri per 5,2 miliardi nel 2025, 4 miliardi nel 2026 e 3,5 miliardi nel 2027 per un totale di 12,7 miliardi di euro

Gli obiettivi di risparmio ammonteranno a 300 milioni nel 2025, a 500 milioni nel 2026 e a 700 milioni dal 2027 in termini di indebitamento netto. Saranno ripartiti tra i dicasteri dalla manovra stessa, ma si potrà rimodularli e modificarne ripartizione e misure per il raggiungimento dei target.

Sul fronte degli enti territoriali, le Regioni a statuto ordinario forniranno un contributo aggiuntivo di 280 milioni nel 2025, 840 milioni l’anno dal 2026 al 2028 e 1,3 miliardi nel 2029. Le autonomie speciali aggiungeranno 150 milioni nel 2025, 440 milioni l’anno per il 2026-2028 e 700 milioni nel 2029. I Comuni contribuiranno con ulteriori 130 milioni nel 2025, 260 milioni l’anno nel 2026-2028 e 440 milioni nel 2029. Da Province e Città metropolitane arriverà infine un contributo aggiuntivo di 10 milioni nel 2025, 30 milioni l’anno nel 2026-2028 e 50 milioni nel 2029.

Previsto poi uno freno alla spesa per consulenze della Rai: per ridimensionare gli oneri di esercizio,nel 2025 la tv di Stato non potrà aumentare le voci di spesa legate a costo del personale e affidamento di incarichi di consulenza sopra i livelli messi in bilancio nel 2023. Nel 2026 e 2027, poi, la riduzione del volume di spesa ammonterà rispettivamente al 2% e al 4% in relazione all’ammontare corrispondente sostenuto nella media del triennio 2021-2023. 

Pubblica Amministrazione

Torna il blocco del turn-over nella PA: nel 2025 le amministrazioni pubbliche, le Agenzie e gli enti pubblici non economici con più di 20 dipendenti a tempo indeterminato dovranno limitare la spesa per le assunzioni entro il 75% di quella delle uscite nell’anno precedente. Il taglio del 25% alle assunzioni rientrerà nel 2026, quando il turn-over tornerà al 100%. La restrizione, precisa il testo, non si applica a magistrati, avvocati e procuratori.

A favore del sud Italia

Nello stato di previsione del ministero dell’economia e delle finanze è istituito un fondo con uno stanziamento di 2,4 miliardi di euro per l’anno 2025, 1 miliardo per l’anno 2026, 3,4 miliardi per il 2027, 1,5 miliardi per il 2028 e 750 milioni di euro per l’anno 2029, per il finanziamento di interventi volti a mitigare il divario nell’occupazione e nello sviluppo dell’attività imprenditoriale nelle aree svantaggiate del Paese e in particolare delle regioni del Sud Italia.

Aggiunti inoltre 1,6 miliardi di euro per il 2025 per coprire il credito d’imposta per la Zes unica sul Mezzogiorno. 
 

Nuova Sabatini e premi produttività

Come anticipato nelle scorse settimane dal ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, in manovra è previsto il rifinanziamento della nuova Sabatini per «assicurare continuità alle misure di sostegno agli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese»: nel 2025 gli incrementi ammonteranno a 400 milioni, nel 2026 a 100 milioni, e torneranno a 400 milioni annui nel triennio 2027-2029. Il totale nel quinquennio sarà dunque di 1,7 miliardi di euro.

Prorogata nel triennio 2025-2027 la tassazione agevolata al 5% sui premi di produttività prevista dalla precedente manovra.

Per i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato (con un reddito non superiore ai 35 mila euro) che si siano trasferiti per lavoro non concorrono a formare il reddito imponibile per i primi due anni di assunzione le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento dei canoni di locazione e delle spese di manutenzione dei fabbricati locati. Nonchè le somme erogate o rimborsate ai medesimi lavoratori dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale, delle spese per l’affitto dell’abitazione principale ovvero per gli interessi sul mutuo relativo all’abitazione principale.

Più risorse per Giubileo e turismo

Per assicurare il miglior svolgimento delle celebrazioni del Giubileo 2025 è autorizzata la spesa complessiva di 88 milioni di euro, di cui 37 milioni per il finanziamento dei maggiori costi connessi all’organizzazione e all’ allestimento dei grandi eventi giubilari a cura di Società Giubileo s.p.a e 16,5 milioni di euro connessi all’organizzazione e all’ allestimento di eventi minori a cura di Roma Capitale. Sono invece 34,5 i milioni di euro destinati alla Regione Lazio per il finanziamento dei maggiori costi connessi all’accoglienza dei pellegrini per le attività di competenza dell’ente.

Con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo dell’offerta turistica sul territorio nazionale è prescritta la pubblicazione di un regolamento da parte del ministero del Turismo entro due mesi dall’entrata in vigore della manovra che stabilisca i criteri, le condizioni e le modalità per la concessione di agevolazioni finanziarie a sostegno degli investimenti privati e per la realizzazione di interventi ad essi complementari e funzionali. Per questo fine è autorizzata una spesa di 110 milioni di euro per l’anno 2025.

Sanità 

Il livello di finanziamento del servizio sanitario nazionale è incrementato per un importo di 1,3 miliardi di euro nel 2025, 5,1 miliardi di euro nel 2026, 5,8 miliardi di euro nel 2027, 6,7 miliardi nel 2028, 7,7 miliardi nel 2029 e 8,9 miliardi a decorrere dal 2030 destinati al potenziamento dell’offerta e della qualità dei servizi e al rinnovo dei contratti collettivi nazionali del relativo
personale.

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Il finanziamento del programma pluriennale straordinario di edilizia sanitaria e di ammodernamento tecnologico, pari a 33,787 miliardi di euro, è incrementato di 126,6 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2027 al 2036.

Sport 

Per sradicare la sedentarietà e potenziare il mondo dello sport tricolore, il governo ha previsto un incremento delle risorse destinate al Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027.
 

Altre misure

A partire dal prossimo anno, anche l’Automobile Club d’Italia (Aci) sarà chiamato a fornire un contributo ai conti pubblici, quantificato in 50 milioni di euro l’anno.

La legge di Bilancio autorizza la spesa di otre 7,7 miliardi di euro per ciascuno degli anni dal 2025 al 2027 per il Nato Innovation Fund

Nello stato di previsione del ministero dell’economia e delle finanze è istituito un fondo destinato al finanziamento degli interventi di ricostruzione e delle esigenze connesse alla stessa, con una dotazione di 1,5 miliardi di euro per l’anno 2027 e di 1,3 miliardi di euro annui a decorrere dal 2028.

Tra le risorse invece stanziate nel previsione del ministero dell’Interno ci sono ulteriori 200 milioni di euro per il 2025 per l’attivazione, la locazione, la gestione dei centri di trattenimento e di accoglienza dei migranti

Alla tutela e la valorizzazione dei carnevali storici «con riconosciuta identità culturale», nello stato di previsione del ministero della Cultura è istituito un fondo da 1,5 milioni l’anno a partire dal 2025. Stesso importo per il settore dei festival, dei cori e delle bande musicali.

Assente, invece, ogni riferimento al rinvio dell’entrata in vigore della Sugar Tax previsto per luglio 2025.

L’iter in Parlamento

Il testo passa ora alla commissione Bilancio di Montecitorio, che farà partire le audizioni da lunedì 28 ottobre. Il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato tra l’8 e il 10 novembre, mentre l’approdo in Aula è previsto per il 18 novembre. Relatori saranno Ylenja Lucaselli (Fdi), Mauro D’Attis (Fi) e Silvana Comaroli (Lega). (riproduzione riservata)



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