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Non c’è ancora il testo definitivo ufficiale ma si sa che la manovra approvata è da 30 miliardi di euro, tra tagli – spending review per la macchina dello stato – ai bonus ed incentivi per i “nuovi nati” da 1.000 euro. E’ la principale novità della manovra del 2025, tra taglio del cuneo, accorpamento delle aliquote Irpef, pensioni e carta Dedicata a te. Arrivano poi fringe benefit per neoassunti che si allontano più di 100 chilometri dalla residenza originale per favorire l’occupazione. Salva la sanità: verso un aumento fino a 3 miliardi di euro.
Il testo della manovra dopo il via libera del governo passerà alla Camera, e qui inizierà il lungo iter verso l’approvazione. Quanto al contributo da chiedere alle banche, Antonio Tajani e Matteo Salvini hanno annunciato che si è trovato l’accordo per un prelievo da 3-4 miliardi di euro alle banche in due anni, una sorta di anticipazione di somme d restituire.
Per la Sanità, le risorse in manovra non sono quelle auspicate e chieste dai sindacati medici, che si dicono pronti alle barricate per difendere il Servizio sanitario nazionale definendo “scandalosa” la legge di bilancio approvata. Un giudizio condiviso dalle opposizioni mentre, all’indomani dell’approvazione da parte del Cdm, sigle e associazioni contestano il ‘balletto di cifre’ per il settore. La premier Giorgia Meloni, da Bruxelles, precisa tuttavia che “non ci sono mai state così tante risorse sulla sanità ed il fondo sanitario arriverà a 136,5 miliardi nel 2025 e a 140 miliardi nel 2026”. E aggiunge: “La sanità rimane una delle nostre priorità. Queste sono le risorse che abbiamo. Non avessimo speso allegramente negli altri anni, ne avremmo stabilite di più”.
Ma la polemica diventa subito accesa. All’annuncio iniziale che i 3,5 miliardi ottenuti dal contributo delle banche e delle assicurazioni sarebbero andati alla Salute, è infatti seguita una doccia fredda: dalle tabelle inviate a Bruxelles si desume, infatti, che gli importi della maggior spesa sul fronte sanitario ammonterebbero a poco meno di 900 milioni per il 2025 e a 3,250 miliardi per il 2026. Cifre smentite però a stretto giro dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che in una nota afferma che alla sanità non sono destinati solo i circa 900milioni ‘netti’ che servono per assunzioni e stipendi e che, in realtà, valgono un impatto reale ‘lordo’ di circa 1.245 milioni. A questi poi si somma un miliardo già previsto in aumento con le norme in vigore: in pratica nel 2025, rispetto all’anno precedente – precisa il Mef – andranno 2.366 milioni di euro in più.
Accise: sì alla delega sul riordino di alcol e tabacchi. La “Revisione delle disposizioni in materia di accise” è un provvedimento per riordinare questa voce di prelievo che colpisce dagli alcolici ai tabacchi. E’ stata introdotta un’accisa sull’alcol etilico ottenuto da trattamenti del vino per ridurne la gradazione alcolica.
Taglio lineare del 5% per tutti i ministeri esclusa la Sanità – Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, col sostegno di Palazzo Chigi, ha chiesto ai ministeri sacrifici per circa 3 miliardi nel 2025 per rafforzare le misure di spending review già previste. Il provvedimento dovrebbe prendere la forma di un taglio lineare del 5% della spesa per tutti i ministeri, ad esclusione della sanità, ma gestibile con flessibilità, assicura il Tesoro.
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