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E’ in corso a Bari, in Fiera del Levante “Puglia Destination Go – Organizziamo la Puglia“, un progetto dell’assessorato al Turismo della Regione Puglia, realizzato in partnership con Puglia Partecipa, Dipartimento turismo e cultura e AReT Pugliapromozione.
I lavori della due giorni mirano a sviluppare un nuovo modello organizzativo per il turismo in Puglia, con l’obiettivo di creare ambiti turistici territoriali più efficienti e una normativa dedicata alle Destination management organization (Dmo).
All’assessore regionale al Turismo Gianfranco Lopane abbiamo chiesto: da qui a 5 anni come immagina la Puglia?
Immagino una Puglia che turisticamente possa essere organizzata per destinazioni interne. Una Puglia che possa monitorare i suoi flussi, governarli al meglio, e possa valorizzare le aree interne: Monti Dauni, la Murgia, il territorio delle gravine, alcune parti del Salento. Una Puglia che possa continuare a investire nei processi di qualificazione dell’offerta. Questo sarà sempre di più possibile sia con gli strumenti di incentivazione che vengono dalla nuova programmazione comunitaria, penso ai Pia e Mini Pia, ma anche con percorsi di formazione che riguarderanno davvero tutti. Immagino una Puglia che continui a essere accogliente verso tutti e che ora possa fare della dell’identità una visione specifica dell’accoglienza.
Si parla tanto di Turismo delle radici. A riguardo cosa dobbiamo aspettarci?
Può essere una buona opportunità. Naturalmente l’offerta della Puglia è una offerta composita e quindi vede nel mare innanzitutto le sue più grandi bellezze, il suo più grande attrattore. Una Puglia che sta sviluppando dei prodotti complementari altrettanto attrattivi che vanno dall’outdoor all’enogastronomia, e a una forte proposta in termini culturali; e per cultura s’intende i grandi eventi, le tradizioni, l’artigianato artistico, eventi minori, ma non per questo meno importanti. Quindi in Puglia continuerà a esserci una offerta composita. In questo contesto, il Turismo delle radici può rappresentare un elemento, una motivazione di viaggio, per le seconde, terze, quarte generazioni, che vogliono riscoprire la terra di origine dei propri genitori e dei propri avi. Il Turismo delle radici è un prodotto che però deve essere strutturato: avere nelle municipalità le possibilità di accedere agli archivi storici, fare ricerche genealogiche per mostrare gli elementi identitari e le tradizioni che nel corso dei tempi si sono stratificate e consolidate nei singoli territori. C’è un lavoro di ricerca importante e comunque di messa a sistema. Il fatto che oggi si stia organizzando il tema della Dmo (Destination management organization) è proprio perché si sente l’esigenza di costruire dei prodotti turistici dei territori. Questo è lo sforzo che dobbiamo fare.
Possiamo aspettarci una legge Lopane che tenga conto delle nuove necessità di tutto il comparto dell’accoglienza turistica: alberghiero ed extralberghiero?
Le leggi le facciamo in Consiglio regionale (sorride). Leggi sempre e comunque targate Regione Puglia. Di certo la riflessione di quest’ oggi porterà una proposta normativa sul tema della governance. D’altro canto però, sarà altrettanto importante attivare un iter normativo che riguardi l’intero comparto turistico perché la Puglia ha una normativa frazionata e datata. Ma per fare questo stiamo aspettando anche che maturino le interlocuzioni con il Ministero del Turismo, che sono avviate e che vedranno nei prossimi giorni ulteriori passaggi. Mercoledì a Roma si discuterà di tassa di soggiorno e speriamo anche di classificazione delle strutture ricettive che stiamo aspettando da due anni. Questo ci permetterebbe di approfondire le riflessioni regionali in chiave più complessiva.
Classificazione anche nell’extralberghiero?
Ci auguriamo che la classificazione riguardi un po’ tutto. Pensiamo e speriamo anche di sì, ma non con l’idea di dovere mettere una targhetta fuori dalla porta delle strutture ricettive, ma con il fine di avviare un percorso di qualificazione. Spingere verso la qualità è quello che ci viene richiesto e noi dobbiamo cercare di farlo nel modo migliore possibile cercando di capire quali sono gli obiettivi che ci poniamo: in termini strutturali, di competenze e di qualità dei servizi che andiamo a offrire.
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