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Entrate e uscite: un miliardo (di euro) dentro, 10mila (dipendenti) fuori. E’ questo il bilancio di Stellantis su cui parte della politica – in testa la Lega, che chiede una indagine sui conti di Stellantis, ma anche Azione di Calenda – si sta concentrando dopo le parole di Carlos Tavares, a Parigi. La richiesta di nuovi incentivi, lo spettro dei licenziamenti “che non posso escludere”, la nuova Fiat 500 Ibrida che è l’unica “novità” ma solo fra un anno: tutti elementi che hanno fatto tornare d’attualità il tema degli aiuti di Stato agli (ex) Agnelli, dalla Fiat a Stellantis. Un conto salato, dove peraltro ci guadagna un altro Stato: la Francia.
Tempo fa vi avevamo proposto un quadro – parziale – dei conti in tasca a John Elkann e i suoi antenati, l’Avvocato Gianni Agnelli soprattutto. Adesso anche Lo Spiffero prende carta e penna e calcolatrice: cita una analisi di Federcontribuenti secondo la quale dal 1975 la società ha ottenuto dallo Stato italiano 220 miliardi di attuali euro tra varie casse integrazioni, prepensionamenti, rottamazioni, finanziamenti e garanzie o contributi per nuovi stabilimenti o altri investimenti.
Davide Bubbico, docente di sociologia economica dell’università di Salerno, parte dai contratti di programma siglati con il Cipe e calcola che, tra il 1990 e il 2019, all’impero (ex) Fiat, contando anche Iveco e l’ormai venduta Magneti Marelli, siano andati contributi per 4 miliardi di euro, a fronte di 10 miliardi in investimenti dichiarati: ossia, il 40% degli investimenti sono pagati dallo Stato.
“Da ottobre 2016 a gennaio 2024 sono stati versati, prima a Fca e poi a Stellantis, aiuti per 100 milioni di euro, tra cui 7 per rinnovo macchinari con il piano Industria 4.0. Inclusi i circa 7 milioni di incentivi per rinnovo macchinari con industria 4.0. C’è poi la cassa integrazione. Da fonte Inps fra il 2014 e 2020 Fca ha ricevuto contributi per 446 milioni (di cui 263 a carico dell’azienda). Dal 2021 ad aprile 2024 la cassa sale a 984 milioni (280 a carico dell’azienda). In nove anni, dunque, dalle casse pubbliche sono usciti 887 milioni di euro.
La botta finale lo dà Mario Baldassarri, ex viceministro dell’Economia nel Governo Berlusconi II: ”Tra la fine degli anni 70 e la metà degli anni 90 tra sostegni diretti e indiretti lo Stato italiano ha immesso quasi due volte il valore di Fiat in Borsa in quel momento. È come se il contribuente italiano l’avesse comprata due volte”. In compenso, adesso, dalla Borsa – magari non in queste settimane – ci ha guadagnato un altro Stato: la Francia, tramite Bpi, è azionista di Stellantis per un buon 6%.
E gli incentivi li dà, sotto forma di quello che viene chiamato “leasing sociale”. Per questo, anche oggi a Parigi, Tavares insisteva sui temi delle auto elettriche: “Il prezzo è ancora troppo alto. Il sostegno pubblico, come è stato fatto con successo in Francia quest’anno grazie al bonus ecologico e al programma di leasing elettrico, è più che mai necessario.
Calano, invece, i dipendenti: fra licenziamenti in passato, uscite volontarie oggi, pensionamenti e un ricambio generazionale non ancora avvenuto, da Fca a Stellantis abbiamo perso qualcosa come 11.500 lavoratori, secondo il presidente della Commissione al Senato, Luca De Carlo, Fdi.
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