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Alzare muri contro la Cina, come stanno facendo l’Europa e altri Paesi come Vietnam, Brasile, Messico, Turchia, India
Vietnam, Brasile, Messico, Turchia, India stanno preparando, o lo hanno già fatto, dazi sull’acciaio cinese. Uno dei materiali base dello sviluppo, sta diventando l’emblema di un mondo sempre più piccolo dove ogni Stato pensa di potersi garantire la crescita e il benessere alzando barriere fisiche o materiali. La stessa Europa punta sui dazi all’auto elettrica come mezzo per guadagnare tempo e ridare così competitività alle proprie aziende. Non è semplice competere con un colosso come la Cina che attua in maniera spregiudicata politiche artefatte di taglio dei prezzi, che sussidia pesantemente le proprie industrie. Ma rinchiudersi nei propri confini potrà nell’immediato permettere a qualche politico di vincere le elezioni agitando vecchie e nuove paure. Non può però assicurare una crescita sostenibile e duratura. Anche i recenti aiuti decisi dalla Cina per difendere le proprie aziende mostrano quanto la politica di potenza sia ben chiara ai vertici di Pechino. Alla fine del secolo scorso la Cina produceva 100 milioni di tonnellate di acciaio, oggi è arrivata a quota 1,1 miliardi. L’Europa è scesa a 125 milioni.
Che cosa serve
Come rimediare? La strada sembrerebbe semplice. Togliamo tutti i limiti che ci eravamo imposti per contribuire alla salvaguardia del Pianeta. Che appare come farsi del male per dare un dispiacere al partner infedele. Ma l’acciaio è solo uno dei settori posti sotto pressione dalla Cina. Poi ci sono l’auto elettrica, i pannelli fotovoltaici, le pale eoliche. E siamo sicuri che da qualche parte a Pechino stanno creando mini reattori nucleari. Dovremmo, invece, avere uno sguardo tanto largo quanto lungo. Ripensare gli organismi internazionali a partire dal Wto. Le aziende dovrebbero farsi più audaci. Si dovrebbero vedere più operazioni come quella di Unicredit-Commerzbank. Forse allora si capirà quanto abbiamo bisogno di un’unione bancaria europea. Non è una strada facile in un mondo squassato da guerre e crisi. Ma spetta a leader lungimiranti farsene carico.
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