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Antonio Vecchio, Ceo di Karaoke One, si trova negli Emirati Arabi per partecipare a Expand North Star, uno degli eventi più importanti della regione legati al mondo tech. Le aziende innovative con sede a Dubai hanno raccolto cifre impressionanti. E la città punta a ospitare 20 unicorni entro il 2030
«Ho sempre visto con grande interesse questa città. Perché il tipo di industria in cui noi operiamo trova maggiori capitali verso est. Essere a Dubai è un’occasione importante». Antonio Vecchio, Ceo di Karaoke One, è partito con questo approccio verso gli Emirati Arabi, dove fino al 16 ottobre è in corso Expand North Star, uno degli eventi tech più importanti della regione. In questo angolo di mondo, finito al centro delle cronache negli ultimi anni per le tensioni geopolitiche, diversi ecosistemi dell’innovazione stanno fiorendo. Si prenda proprio Dubai: dal 2010 a oggi le oltre 300 scaleup con sede qui hanno raccolto circa 12 miliardi di dollari. All’estero l’obiettivo è porsi come una scaleup city.
Guida l’intrattenimento
Karaoke One sta partecipando all’Expand North Star di Dubai come activation partner ufficiale, grazie alla partnership di Immediate Accelerator con ENS. Non è l’unica società italiana presente all’evento: sono oltre 20 le aziende innovative al seguito di ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Nel corso della sua carriera Vecchio, originario della provincia di Brindisi, ha potuto viaggiare per poi prendere una scelta. «Dopo aver avuto la fortuna di viaggiare all’estero e confrontarmi col mondo ho deciso di spostarmi a Lecce. Le nostre società hanno sede in tutta Italia».
Ad attirarlo verso Dubai è stato anzitutto il business dell’app che hanno sviluppato e rilasciato nel 2021. «Permettiamo a chiunque di creare una sessione di karaoke a casa o di creare il proprio videoclip musicale. Con due tocchi produci una cover musicale attraverso il cellulare». L’industria dell’intrattenimento – gaming in testa – rappresenta senz’altro uno dei filoni più solidi e promettenti dell’ambito innovazione. Come dimostra gli investimenti miliardari della vicina Arabia Saudita, tramite il fondo PIF, questa parte di mondo è alla ricerca di startup per popolare il proprio hub. Sul medesimo fronte Dubai non vuole rimanere certo indietro.
I numeri dell’ecosistema tech di Dubai
Chi sta passeggiando all’interno dell’Expand North Star si mette in contatto con una realtà, Dubai, che stando alla Dubai Economic Agenda mira a far fiorire soprattutto le piccole/medie imprese del digitale: dal governo sono stati messi a disposizione oltre 135 milioni di dollari per l’internazionalizzazione. Poi, come anticipato, ci sono anche le scaleup: qui ha sede il 40% di tutte queste realtà attive nella regione MENA (Middle East and North Africa).
Al North Star Expand in corso sono presenti oltre 2mila investitori ed è in parte anche sulle loro spalle che pesa la responsabilità di far crescere l’ecosistema di Dubai. Nell’ambito dell’iniziativa Projects of the 50, il governo degli Emirati Arabi Uniti ha infatti espresso l’obiettivo di realizzare una serie di progetti per trasformare il proprio territorio in un hub d’eccellenza. E per farlo conta sull’attirare 150 miliardi di dollari di investimenti esteri nel prossimo decennio.
Più che altrove, il Medio Oriente sta diventando teatro di notevoli sperimentazioni sul fronte dei trasporti. Dalla guida autonoma ai droni per trasportare passeggeri, fino all’Hyperloop, tecnologia futuristica e al momento ancora di difficile realizzazione. A tal proposito gli Emirati Arabi hanno in cantiere il collegamento da Dubai ad Abu Dhabi grazie alle capsule super veloci. L’investimento vale quasi 6 miliardi di dollari.
Il successo di Dubai si deve ovviamente anche a politiche fiscali che incentivano l’arrivo di talenti, imprenditori e imprese. Nel 2019 ha lanciato il golden visa scheme, che consente di trasferirsi per un periodo di dieci anni. Questo ha senz’altro contribuito a far nascere 4mila startup che oggi compongono l’ecosistema. Ci sarà comunque spazio anche per gli unicorni: entro il 2031 l’obiettivo è ospitarne 20.
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