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Appena uscita la notizia sul web, subito è scoppiata la polemica mista a preoccupazione di coloro che fruiscono contenuti a luci rosse online. Ma davvero ora dovremo inserire il nostro Spid contenente tutti i nostri dati sensibili per guardare video adatti a un pubblico adulto? È la domanda che si sono posti in molti nelle ultime 24 ore. Pare utile quindi fare un po’ di chiarezza su tale aspetto, perché la situazione è un pochino diversa e la privacy degli utenti sembra essere al sicuro. Riavvolgendo il nastro, tutto è sorto dopo che l’Agcom – al fine di proteggere i minori dai pericoli nei quali si possono imbattere su Internet – ha approvato la Age Verification, ovvero un regolamento che stabilisce le modalità per l’accertamento della maggiore età degli utenti online..
L’esigenza dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è quella di impedire ai minori, che fino a ora con un semplice click potevano mentire sulla loro età e accedere a quei tipi di contenuti, di usufruirne come stabilito dal decreto Caivano. Sono state introdotte quindi delle linee guida apposite approvate il 7 ottobre scorse dal Parlamento, e subito spedite alla Commissione Europea per il via libera definitivo, così che possano iniziare a essere efficace nei primi mesi del 2025. Ciò che è importante sapere, anzitutto, è che lo Spid non è l’unica modalità di verifica sull’età dell’utente, poiché spetterà alle diverse piattaforme stabilire come controllarla.
E poi, ancor più rilevante, per garantire il requisito della riservatezza “rafforzata” – spiega IlFattoQuotidiano.it – le specifiche dell’Autorità contemplano un sistema di verifica dell’età che faccia uso del sistema del cosiddetto “doppio anonimato”, per il quale non è necessario consentire ai fornitori di prova della maggiore età di sapere per quale servizio viene eseguita la verifica dell’età. Agcom, racconta il quotidiano, vuole che a verificare l’età siano enti terzi indipendenti e certificati, che lavorino attraverso un doppio step: prima l’identificazione e poi l’autenticazione della persona per ogni accesso alla piattaforma di contenuti per adulti. E ovviamente, che siano in grado di garantire la privacy degli utenti.
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La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
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