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Piano casa e Salva casa: qual è lo stato dell’arte? Intanto, una certezza: il Piano casa ormai è al sicuro e non ha più scadenza. I dubbi riguardano invece l’applicazione del decreto tanto voluto da Matteo Salvini. La Sardegna ha competenza legislativa primaria in materia di edilizia e urbanistica. Questo significa che le norme del Salva casa non saranno direttamente efficaci. Si genera quindi una situazione di incertezza applicativa che preoccupa per esempio gli ingegneri. Incertezza che andrà avanti almeno fino al recepimento del decreto da parte della Regione.
Da voci di maggioranza, si apprende che l’adattamento del Salva casa sarà all’ordine del giorno in una delle prossime sedute del Consiglio, presumibilmente dopo la Finanziaria, a meno che gli schieramenti non trovino un accordo per risolvere la questione in fretta, magari con l’approdo diretto in Aula ricorrendo alla procedura d’urgenza prevista dal regolamento.
Intanto, c’è chi fa notare che la Regione avrebbe già dovuto provvedere. Il consigliere di Fratelli d’Italia Emanuele Cera è primo firmatario di un’interrogazione in proposito. «Grave il mancato recepimento in Sardegna della legge Salva casa 2024. Riteniamo necessario sbloccare subito la situazione e recuperare il tempo perso, per il bene dell’economia dell’Isola e dei cittadini che vi risiedono», scrive in una nota. Cera osserva che «la mancata attuazione di questa norma, già in vigore a livello nazionale, sta penalizzando tanti cittadini e imprese, e bloccando la realizzazione delle lavorazioni, in un momento in cui l’edilizia, anche dopo il freno al bonus 110%, ha subito un brusco rallentamento». E aggiunge: «La Salva casa è un’opportunità straordinaria per sanare piccole incongruità edilizie che affliggono molti sardi da anni. Tuttavia, l’inerzia della Regione sta impedendo ai nostri cittadini di accedere agli strumenti legislativi già attivi nel resto del Paese. Questo blocco amministrativo sta frenando investimenti e ristrutturazioni, e di conseguenza rallentando anche la ripresa economica del nostro territorio».
Il decreto in sostanza modifica il Testo Unico dell’Edilizia semplificandone alcune procedure. Salvini ne ha fatto una bandiera, sostenendo che la commercializzazione degli immobili sarà più semplice: ecco perché è stato previsto l’aumento del margine di tolleranza rispetto alla volumetria asseverata, portandola dal 2% fino al 5%; è stata inoltre eliminata la regola della doppia conformità per sanare abusi minori. Ci sono poi iter più veloci per i cambi di destinazione di un immobile e un ventaglio più ampio di lavori eseguibili in edilizia libera, cioè senza bisogno né di comunicazione asseverata né di autorizzazione. Per ultimo, ma non per importanza, la riduzione di altezze e superfici considerate abitabili, così da recuperare locali che hanno altezze fino a 240 centimetri (erano 270) e ampiezze anche di 20 metri quadri (erano 28).
Ma per ora, i sardi devono accontentarsi di ciò che gli consente di fare il Piano casa vigente. Ovvero, anche in questo caso, il recupero di sottotetti, seminterrati, piani pilotis e locali al piano terra. Quanto alle strutture ricettive, sono consentiti ampliamenti volumetrici oltre la fascia dei trecento metri dalla battigia e persino all’interno.
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