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Sette ore al giorno per scaldare la casa o l’ufficio. Dopo il brusco calo delle temperature registrato negli ultimi giorni, il Comune di Lecco ha ricordato “che la normativa in vigore consente l’accensione degli impianti termici fino a un massimo di sette ore giornaliere anche prima del 15 ottobre – data di inizio del periodo in cui è di norma consentita l’accensione nella nostra zona di riferimento, ovvero la E. Tale possibilità è prevista dalla regolamentazione regionale in materia, approvata con deliberazione di Giunta regionale il 8 ottobre 2020 e disponibile a questo collegamento (articolo 7, punto 8).
“I comuni montani valutino l’accensione dei riscaldamenti”
“Ritengo necessario, viste le attuali condizioni climatiche e il repentino abbassamento delle temperature, soprattutto durante le prime ore del mattino, che i Comuni lombardi, specialmente quelli montani, valutino la possibilità di consentire l’accensione dei riscaldamenti con una settimana di anticipo, rispetto alla data prestabilita del 15 ottobre”: ad affermarlo è il consigliere regionale Giacomo Zamperini.
“Senza dubbio l’invito rivolto alla cittadinanza, agli amministratori condominiali e ai gestori di impianti è quello di fare un uso responsabile dell’accensione degli impianti, limitandone l’utilizzo alle ore più fredde della giornata. Ricordo infine che, grazie a un mio ordine del giorno approvato in aula lo scorso dicembre, Regione Lombardia ha finanziato con 23 milioni di euro uno specifico bando per incentivare il rinnovo degli impianti termici civili più inquinanti con impianti a biomassa a basse emissioni. Un aiuto concreto per il contrasto alla povertà energetica, soprattutto nei territori montani”.
Quando si accendono i termosifoni in Italia: zone, orari e date
L’Italia è divisa in 6 differenti zone climatiche stabilite in base alla media delle temperature giornaliere. Indicate con le lettere dell’alfabeto, la zona A è quella più calda, mentre la F è quella con climi più rigidi. In base a questa suddivisone è possibile accendere i termosifoni:
- Zona A: comprende le località del Sud e le isole, come Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle (riscaldamenti dall’1 dicembre al 15 marzo 2025, con un massimo di sei ore al giorno).
- Zona B: rimanendo sempre nel sud Italia, ad essere interessate sono le città e le provincie di Agrigento, Catania, Messina, Palermo, Siracusa e Trapani, oltre alle calabresi Crotone e Reggio Calabria (riscaldamenti dall’1 dicembre al 31 marzo 2025 per un massimo di otto ore al giorno).
- Zona C: rientrano le province di Bari, Brindisi, Lecce, Taranto, Benevento, Salerno, Napoli, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Sassari, Oristano, Cagliari, Imperia, Latina e Ragusa (riscaldamenti dal 15 novembre al 31 marzo 2025 per un massimo di dieci ore al giorno).
- Zona D: interessa soprattutto le zone del centro Italia come: Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro, Massa Carrara, Livorno, Grosseto, Lucca, Firenze, Pistoia, Pisa, Prato, Siena, Teramo, Pescara, Chieti, Genova, La Spezia, Savona, Roma, Viterbo, Avellino, Caltanissetta, Foggia, Forlì, Isernia, Matera, Nuoro, Terni e Vibo Valentia (riscaldamenti dall’1 novembre al 15 aprile 2025 per 12 ore al giorno).
- Zona E: le città si trovano nel centro nord Italia e in particolare sono Alessandria, Aosta, Asti, Biella, Novara, Torino, Verbania, Vercelli, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lodi, Lecco, Milano, Varese, Sondrio, Pavia, Bologna, Ferrara, Piacenza, Modena, Parma, Ravenna, Rimini, Reggio Emilia, Gorizia, Pordenone, Trieste, Udine, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza, Padova, Rovigo, Rieti, Frosinone, Bolzano, Campobasso, Enna, L’Aquila, Perugia, Potenza, Arezzo (riscaldamenti dal 15 ottobre al 15 aprile 2025 per un massimo di 14 ore al giorno).
- Zona F: in questa fascia sono stati inclusi i comuni più freddi come Cuneo, Belluno e Trento (in questo caso non ci sono limitazioni per quanto riguarda le ore di accensione e i mesi, perché possono essere accesi anche tutto l’anno).
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