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Auto elettriche, con la app il pieno costa la metà: la guida ai risparmi #finsubito prestito immediato

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La startup Tariffev e ha prodotto un’app che aiuta i proprietari di auto elettriche a scegliere in viaggio la giusta colonnina e risparmiare fino al 50% sulla ricarica

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Contro i rincari dei costi di ricarica delle auto elettriche in Italia (i prezzi sono quasi raddoppiati e oggi sono tra i più alti d’Europa) e la giungla delle tariffe è appena nata una startup. Si chiama Tariffev e ha prodotto un’app che aiuta i proprietari di auto elettriche a scegliere in viaggio la giusta colonnina e risparmiare fino al 50% sulla ricarica. Alla guida della società, che dichiara un seguito di 35 mila persone, ci sono due giovani imprenditori, Simone Fardella e Valerio Fattori. Tariffev ha dimostrato, con comparazioni sempre aggiornate, che spesso il prezzo applicato dai gestori tradizionali è fuori mercato e che un chilowattora può avere costi diversi allo stesso punto di ricarica. È come se nello stesso negozio un medesimo prodotto avesse più prezzi. Il motivo? La concorrenza delle app e delle carte elettroniche.

Il confronto

«Sul mercato cominciano a diffondersi i gestori virtuali — spiegano Fardella e Fattori — che, a differenza degli operatori fisici come Enel X, A2A o Eni Be-Charge (in gergo si chiamano Cpo, ndr.), offrono servizi scontati. Possono farlo perché stipulano accordi diretti con il singolo operatore o con una delle piattaforme energetiche europee, per esempio Hubject che ha sede in Germania o la francese Gireve». Gli operatori virtuali producono app o carte elettroniche con le quali si può fare il pieno in diverse colonnine. Le app si scaricano con gli smartphone, le carte si richiedono via mail e arrivano per posta: alcune sono gratuite, per altre si pagano pochi euro. I risultati possono essere sorprendenti. Qualche esempio.
La francese Freshmile permette di ricaricare a prezzi scontati su colonnine di una trentina di gestori tradizionali tra i quali Be-Charge, Duferco, Ionity, Free-To X, Iren, Emobility, Edison, Estra. A seconda della velocità di ricarica, si paga da 0,23 a 0,47 euro a chilowattora (più 0,04 o 0,30 euro al minuto), contro tariffe che possono sfiorare e anche superare un euro a chilowattora.
Diverso il discorso se si decide di stipulare un abbonamento. In questo caso si paga un prezzo fisso mensile per un dato numero di chilowattora (che, volendo semplificare, equivalgono ai litri delle auto a benzina o diesel) che solitamente scade ogni mese. Gli abbonamenti sono convenienti per chi macina molti chilometri al mese e in questo caso a vincere la classifica dei più economici è un gestore reale, A2A, con tariffe che variano da 0,425 a 0,530 a chilowattora: vanno pagati però in anticipo 106 euro al mese, per avere 200 chilowattora con i quali in media si possono percorrere dai mille ai 1.300 chilometri.




















































Le tariffe

Queste le tariffe italiane: nel resto d’Europa le cose cambiano radicalmente. In Francia, per esempio, si spende anche meno della metà. Il sito Vaielettrico ha messo a confronto le tariffe europee dei supercharger, le colonnine veloci di Tesla oggi utilizzabili anche dalle altre auto.
Al primo posto per convenienza c’è la stazione di Evry, in Francia, con 0,18 euro al chilowattora. Tra i più economici spiccano Odense in Danimarca (0,26), Enschede in Olanda (0,26) e le stazioni di Manchester in Gran Bretagna (0,28).
Sul sito e nell’app di Tariffev ci sono anche un ottimo calcolatore chilometrico, per stimare i costi di un viaggio con la vettura elettrica, e una sezione utile per i viaggiatori, che si chiama «Dimmi dove sei e ti dirò con chi ricaricare e spendere meno». Ma il futuro del pieno di elettroni a buon prezzo è la ricarica casalinga condivisa, nella logica della share economy. «Stiamo lavorando per costruire una rete condivisa tra i singoli cittadini che possiedono una wallbox (il dispositivo per caricare in casa un’auto elettrica, ndr.) — spiegano Fardella e Fattori —. Il risparmio sarebbe alto, perché i costi della ricarica casalinga sono in media di 0,25-030 centesimi a chilowattora. Che scendono per ridursi quasi allo zero se si usa un impianto fotovoltaico. Stiamo prendendo contatti anche con supermercati e centri commerciali dove, in linea di principio, è possibile avere tariffe migliori».
In alcune sedi del discount Ekom (ma non in tutte) è possibile trovare colonnine a ricarica lenta (la potenza è di circa sette kilowatt), dove i clienti possono ricaricare l’auto elettrica gratuitamente. È anche un incentivo per fare la spesa


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5 ottobre 2024

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