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Pensioni anticipate 2025, requisiti e novità in base all’anno di nascita #finsubito prestito immediato

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Andare in pensione potrebbe diventare più difficile l’anno prossimo, o quantomeno meno favorevole. Infatti, il governo sta studiando alcune modifiche alle regole attuali in vista della nuova legge di Bilancio. Se l’obiettivo è limitare la spesa pubblica e probabilmente far salire l’età media di pensionamento oltre i 64,2 anni, come indicato dall’INPS nel suo ultimo rapporto, è probabile che le regole di accesso alla pensione cambieranno in senso negativo.

Ma chi potrà andare in pensione nel 2025? Molti si pongono questa domanda.

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Oggi cerchiamo di fare chiarezza, analizzando le possibilità di pensionamento in base all’anno di nascita dei contribuenti. Ecco alcune domande tipiche che ci vengono poste dai lettori:

“Salve, ho una semplice domanda per voi. Nel 2025 dovrei raggiungere tra maggio e giugno 42 anni e 10 mesi di contributi. Avrò 64 anni. Posso andare in pensione, giusto? E da quale mese prenderò la mia prima pensione?”

“Buongiorno, mi chiamo Stefania, sono una casalinga, ma ho oltre 20 anni di contributi versati in passato. Nel 2025 compirò 67 anni. Ci sono limiti e vincoli per la pensione di vecchiaia nel 2025? Ho sentito dire che potrebbe non bastare più avere 20 anni di contributi, ma ne serviranno 25. Potete confermare questo cambiamento epocale?”

Pensioni anticipate 2025: requisiti e novità in base all’anno di nascita

Al momento, non ci sono grandi certezze su quello che farà il governo. Siamo ancora all’inizio del processo che porterà alla stesura della legge di Bilancio, tra proposte, provvedimenti, emendamenti e passaggi parlamentari. Quindi, è necessario pazientare e attendere le decisioni.

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Tuttavia, qualcosa possiamo già considerarlo certo. Per esempio, il governo intende intervenire sul sistema pensionistico inserendo incentivi per chi posticipa l’uscita oltre l’età pensionabile.

Questa è una via diversa rispetto a quella classica, che prevedeva solo penalizzazioni per andare in pensione anticipata. Inoltre, si sta valutando di rendere obbligatoria la destinazione del 25% del TFR a un fondo pensione complementare, una soluzione che guarda più al futuro che al 2025.

Questa misura è pensata per aumentare le pensioni future dei giovani, che potrebbero trovarsi con pensioni INPS molto basse a fine carriera. È anche un modo per consentire ai lavoratori di raggiungere più facilmente le soglie minime di accesso per le pensioni anticipate.

La pensione anticipata 2025 e le nuove finestre di decorrenza

Nel 2025, è probabile che saranno confermate tutte le attuali misure di pensionamento anticipato, senza particolari correttivi. Tuttavia, attenzione alle regole riguardanti la decorrenza dei trattamenti, che potrebbero cambiare. Per i nati dal 1960 in poi, una delle strade percorribili per andare in pensione rimane la pensione anticipata ordinaria. Questa misura, che dal 2012 ha sostituito le vecchie pensioni di anzianità, dovrebbe rimanere invariata nelle soglie attuali.

Le pensioni anticipate del 2025 dovrebbero mantenere i soliti requisiti di accesso: 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne. Tuttavia, potrebbe esserci un ritocco alle finestre di decorrenza. L’attesa, che attualmente è di 3 mesi dal raggiungimento del requisito contributivo, potrebbe essere estesa a 7 mesi.

Non cambierà nulla per quanto riguarda il diritto all’uscita, poiché anche nel 2025 sarà possibile andare in pensione con 42,10 o 41,10 anni di contributi. Tuttavia, chi decide di smettere di lavorare durante il periodo della finestra, rischierebbe di restare senza stipendio e senza pensione per 7 mesi.

L’Ape sociale ancora in vigore? Probabile, anche se non ancora ufficiale

Per i nati fino al 1962, l’Ape sociale dovrebbe restare in vigore. Questa misura sembra essere sempre sul punto di essere abolita, ma alla fine viene regolarmente confermata. Tra le opzioni di pensionamento anticipato per il 2025, l’Ape sociale potrebbe essere ancora sfruttabile, con un’età minima di 63 anni e 5 mesi.

L’Ape sociale dovrebbe continuare a riguardare invalidi, caregiver, disoccupati e addetti a mansioni gravose, con almeno 30 anni di contributi per le prime tre categorie e 36 anni per la quarta.

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Le stesse categorie potrebbero continuare a beneficiare della quota 41 per i lavoratori precoci, in attesa che sia  introdotta la quota 41 per tutti. Questa misura resterà attiva per chi ha almeno un anno di contributi versati prima dei 19 anni di età.

Ecco le pensioni anticipate 2025 che replicano quelle del 2024

È molto probabile che la quota 103 venga confermata anche per il 2025, poiché il governo non sembra intenzionato a introdurre nuove misure che sostituiscano quelle in scadenza nel 2024. Quindi, chi è nato fino al 1963 potrebbe continuare ad andare in pensione con la quota 103.

Questa misura rimarrà riservata a chi ha almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi versati, con il calcolo contributivo penalizzante per chi sceglie l’anticipo. Anche l’opzione donna, un’altra misura in scadenza, potrebbe essere prorogata.

Per le pensioni anticipate 2025 con opzione donna, i requisiti dovrebbero rimanere:

  • 61 anni di età e 35 anni di contributi per invalide e caregiver senza figli;
  • 60 anni per chi ha avuto un solo figlio;
  • 59 anni per chi ha più figli o è stata licenziata o lavora in aziende coinvolte in crisi aziendali.

Il problema di opzione donna è che i requisiti, sia anagrafici che contributivi, devono essere completati entro la fine dell’anno precedente, quindi entro la fine del 2024.

Altre misure che potranno essere sfruttate l’anno prossimo

La pensione anticipata 2025 potrà essere una soluzione anche per i contributivi puri, ossia chi ha almeno 64 anni e 20 anni di contributi. Questa misura, chiamata pensione anticipata contributiva, riguarda chi non ha versato contributi prima del 1996 e chi raggiunge una pensione non inferiore a 3 volte l’assegno sociale. La misura è strutturale e sarà attiva anche nel 2025, interessando i nati fino al 1961.

Per le donne, resterà valida la possibilità di andare in pensione con un trattamento pari a 2,6 volte l’assegno sociale se hanno avuto più figli. O pari a 2,8 volte l’assegno sociale se hanno avuto un solo figlio.

Inoltre, le donne potranno godere di uno sconto sull’età pensionabile in base al numero di figli, con uno sconto di 4 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 12 mesi per chi ha avuto 3 o più figli.



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