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La premier replica alle accuse della sinistra sull’autonomia: «Basta assistenzialismo e mancette»
NAPOLI. Il Sud penalizzato dal Governo? Il Sud colpito dall’autonomia differenziata? Giorgia Meloni (nella foto) ribalta la narrazione della sinistra e respinge le accuse dati alla mano, rivendicando come, al contrario, il Mezzogiorno sia diventato «la locomotiva d’Italia».
«INVESTIMENTI AL SUD AUMENTATI DEL 50%». È un intervento in cui rintuzza punto per punto tutte le accuse quello che la premier tiene in occasione della Fiera del Levante che si apre a Bari. Meloni spiega che «nel 2023 il Pil del Sud è cresciuto più della media nazionale, l’occupazione è aumentata in misura maggiore rispetto al resto d’Italia, gli investimenti – che sono la cosa più importante – sono saliti del 50% e il Mezzogiorno ha dato una spinta decisiva alle esportazioni, permettendo così all’Italia di piazzarsi al quarto posto della classifica mondiale dell’export, scavalcando prima la Corea del Sud e poi il Giappone».
LA ZONA ECONOMICA SPECIALE UNICA. Tassello fondamentale di questa strategia è stata la Zona economica speciale unica del Mezzogiorno (Zes), tante volte criticata dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca, e che Meloni difende ricordando che «questo Governo l’ha voluta con forza, dialogando con una negoziazione complessa della Commissione europea». La presidente del Consiglio ricorda anche il ruolo «fondamentale» in questo ambito «del credito d’imposta per investimenti, per il quale abbiamo complessivamente stanziato 3 miliardi e 400 milioni di euro».
«INVESTIMENTI E INTERVENTI MIRATI». Troppo spesso, in passato, il Mezzogiorno è stato considerato quasi un problema, una zavorra, ma per il Governo invece il Sud in realtà «è la vera grande opportunità di crescita dell’Italia. A noi spetta il compito di liberare il suo immenso potenziale immenso e inespresso, con investimenti, interventi mirati – aggiunge la premier – e la spinta infrastrutturale necessaria per ridurre finalmente il divario con il resto d’Italia, perché senza infrastrutture adeguate nessun rilancio è possibile». Anche per questo l’autonomia servirà a ridurre i divari, e non ad aumentarli, è la promessa di Meloni ai dubbiosi.
IL RUOLO DEL FONDO PEREQUATIVO INFRASTRUTTURALE. L’Esecutivo scommette sull’orgoglio del Sud con fatti concreti, come il Fondo perequativo infrastrutturale, «con l’obbligo di destinare alle regioni del Sud almeno il 40% dei fondi pluriennali per gli investimenti», ricorda la premier. Senza dimenticare la proroga di “Decontribuzione Sud” e i robusti incentivi per creare nuova e buona occupazione, in particolare di giovani e donne». Insomma , «un Sud prospero e competitivo è un vantaggio per tutta l’Italia».
«DA FANALINO DI CODA A LOCOMOTIVA ECONOMICA D’ITALIA». Quest’anno il Sud è stato di fatto «la locomotiva economica dell’Italia» rivendica la premier, invece di essere «quello che abbiamo visto negli anni passati, quando si ritrovava quasi sempre ad essere il fanalino di coda».
I MERITI DEL GOVERNO. E tutto ciò, spiega, non è accaduto per caso, bensì perché «abbiamo voluto tracciare una direzione nuova, chiara e intendiamo seguirla. Cioè, dare alle imprese e ai cittadini del Mezzogiorno la possibilità concreta di dimostrare il proprio valore».
«BASTA ASSISTENZIALISMO, SUSSIDI E MANCETTE ELETTORALI». Meloni passa in rassegna quelli che sono stati i principali interventi a sostegno del Mezzogiorno, per poi spiegare quel è il loro filo conduttore, la “filosofia” degli interventi: «Tanti mattoni – ricorda la premier – di una strategia più ampia che questo Governo ha messo in campo, per rispondere al desiderio di protagonismo del Mezzogiorno, che non chiede assistenzialismo, sussidi e mancette elettorali, ma semplicemente chiede di essere messo nelle condizioni di competere ad armi pari con il resto della Nazione».
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