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Il Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia del Crea fino dagli anni Cinquanta realizza annualmente una indagine approfondita sul mercato fondiario per fornire una sintesi dettagliata del suo andamento generale elaborando i prezzi medi dei terreni agricoli su base regionale
Il mercato fondiario riguarda la compravendita, la valutazione economica e la gestione dei terreni agricoli, che includono le superfici destinate all’agricoltura, alla silvicoltura e a altre attività rurali.
Si tratta di un mercato fondamentale per il settore agricolo, perché il suo andamento fornisce agli agricoltori di acquistare o vendere terreni per ampliare le loro attività o per liquidità.
Ecco l’analisi del mercato fondiario italiano (online trovate il documento completo) relativa alla compravendita e agli affitti di terreni agricoli in Italia nel 2023, curata dai ricercatori delle sedi regionali del Crea Politiche e Bioeconomia con il supporto del Conaf – Consiglio dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali – e di ulteriori dati pubblicati da altre fonti ufficiali.
Ma quali sono le principali funzioni del mercato fondiario? Vediamole insieme:
- acquisto e vendita di terreni agricoli, per facilitare la ristrutturazione o l’espansione delle aziende agricole
- valutazione e finanziamento, per offrire una garanzia e ottenere finanziamenti da istituti di credito, come mutui o prestiti per investimenti agricoli
- sviluppo agricolo, per favorire le attività agricole, permettendo una migliore organizzazione delle risorse, la specializzazione delle colture e una maggiore efficienza produttiva
- tutela del territorio, regolando il trasferimento e l’uso dei terreni agricoli e contribuendo alla gestione sostenibile delle risorse territoriali, alla prevenzione della speculazione fondiaria e dell’abbandono delle aree rurali
In Italia, la regolamentazione del mercato fondiario è influenzata da normative specifiche che hanno l’obiettivo di preservare le aree agricole e promuovere l’agricoltura sostenibile, attraverso incentivi per giovani agricoltori e politiche di sostegno all’innovazione e alla modernizzazione del settore.
Indagine sul mercato fondiario 2023
Una sintesi dell’indagine realizzata dal Crea è disponibile a questo link.
Sostanzialmente stabile la compravendita di terreni agricoli nel 2023. Rispetto all’anno precedente, infatti, l’aumento del prezzo medio dei terreni agricoli, è stato di poco inferiore all’1%, per un valore attestatosi intorno ai 22.800 euro a ettaro.
L’incertezza della situazione internazionale e l’estrema variabilità climatica hanno scoraggiato gli investitori. Cresce la domanda per i terreni vocati a produzioni di qualità, situazione opposta per i terreni marginali, specie nelle aree interne, dove spesso l’offerta non trova rispondenza sul mercato.
Le opportunità offerte dal Piano Strategico della Politica Agricola Comune 2023-2027 non hanno ancora avuto un effetto evidente.
Nel 2023 i valori medi per ettaro continuano a presentare significative differenze, con il picco di 47.000 euro nel Nord-Est, seguito dal Nord Ovest con circa 37.000 euro (+3%), e valori decisamente inferiori al Centro e al Sud, mediamente al di sotto dei 16.000 euro.
Più numerosi sono gli scambi nelle aree agricole con maggiore reddittività delle colture, in particolare nelle zone viticole e frutticole del Nord, diversamente dalle aree interne e montane, dove l’offerta di terreni non trova riscontro sul mercato.
Si conferma stabile anche la situazione del mercato degli affitti per quanto riguarda il livello dei canoni, con qualche eccezione legata sia all’aumento della domanda di superficie agricola sia da parte di giovani agricoltori al primo insediamento e non da ultimo della siccità per compensare le minori produzioni.
Anche in questo caso la domanda ha prevalso sull’offerta soprattutto nelle regioni settentrionali, con un aumento dei contratti e delle superfici, soprattutto nelle aree agricole destinate a colture di pregio. Secondo i dati del 7° Censimento generale dell’agricoltura (Istat) nel 2020 la superficie in affitto, comprensiva degli usi gratuiti, ammonta a circa 6,2 milioni di ettari (+27% nell’ultimo decennio, il doppio negli ultimi trent’anni) con un progressivo aumento delle dimensioni medie aziendali (oltre 11 ha).
In un’ottica futura, conclude l’analisi del Crea, permangono incertezze legate ai fattori geopolitici, all’andamento dell’inflazione e dei costi energetici, oltre ai cambiamenti climatici in corso.
Nonostante gli operatori prevedano una tendenziale crescita del mercato – o per necessità di ampliamento aziendale o per la nascita di nuove aziende (grazie anche ai finanziamenti previsti per i giovani imprenditori) – l’aumento dei costi di produzione, la volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli e i fenomeni climatici estremi, favoriscono, un atteggiamento prudenziale da parte dei potenziali investitori.
Crediti immagine: Depositphotos
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