Legale rappresentante che ha sporto querela non si presenta in udienza: c’è remissione tacita? #adessonews

La Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione con sentenza 22 luglio 2024, n. 29959 (testo in calce), si interroga circa la possibilità di configurare remissione tacita di querela nel caso in cui il legale rappresentante dell’ente-persona offesa, che abbia sporto querela, non si presenti senza giustificato motivo, all’udienza sebbene regolarmente citato come testimone.

Il caso vedeva il Tribunale dichiarare non doversi procedere per effetto di intervenuta remissione di querela, dichiarata in base al disposto dell’art. 152, comma 3, n. 1, c.p., posto che il querelante, legale rappresentante dell’ente-persona offesa, non si era presentato, senza giustificato motivo, in udienza sebbene regolarmente citato come testimone.

L’art. 1, comma 1, lett. h) del D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, ha introdotto la disposizione di cui all’art. 152, comma 3, c.p., in forza del quale vi è remissione tacita di querela quando il querelante, senza giustificato motivo, non compare all’udienza alla quale è stato citato come testimone.

La novella legislativa ha richiesto l’introduzione della lett. d-bis, comma 3, dell’art. 142 disp. att. cod. proc. pen., in forza del quale l’atto di citazione deve contenere l’avvertimento che la mancata comparizione senza giustificato motivo del querelante all’udienza in cui è citato a comparire quale testimone integra remissione tacita di querela, nei caso in cui essa è consentita.

L’art. 152, comma 4, c.p., sempre introdotto dalla novella del 2022, prevede una serie di eccezioni all’operatività del disposto di cui al comma 3, a tutela di soggetti deboli, riguardanti i casi di incapacità del querelante, di querelante in condizioni di particolare vulnerabilità, di querela sporta in qualità di esercente la responsabilità genitoriale su minore o di rappresentante legale di una persona minore o incapace, ovvero di persona munita di poteri per proporre querela nell’interesse della persona offesa priva in tutto o in parte di autonomia, ovvero di curatore speciale nominato ai sensi dell’art. 121 c.p.

Il punto è che la norma non contempla il caso di querela sporta dal soggetto in qualità di legale rappresentante in carica dell’ente-persona offesa, per cui gli ermellini si domandano se la disposizione di cui all’art. 152, comma 3, n. 1, c.p., operi anche nel caso in cui il testimone citato e non comparso all’udienza senza giustificato motivo abbia in precedenza sporto querela in qualità di legale rappresentante in carica dell’ente-persona offesa.

Secondo giurisprudenza consolidata, integra remissione di querela la mancata comparizione all’udienza predibattimentale del querelante, previamente ed espressamente avvertito dal giudice che l’eventuale sua assenza sarà interpretata come fatto incompatibile con la volontà di persistere nella querela, fermo restando che il giudice deve comunque dar conto, nel percorso motivazionale (Cass. Pen., Sez. Un., 23 giugno 2016, n. 31668; Cass. Pen., Sez. V, 20 ottobre 2022, n. 42334).

La nuova disciplina non esime il giudice dal compito di verificare l’effettiva volontà del querelante di rimettere la querela, qualora nel procedimento sussistano elementi idonei a far dubitare della sussistenza della suddetta volontà (Cass. Pen., Sez. V, 5 maggio 2023, n. 43636). I fatti incompatibili con la volontà di persistere nella querela debbono essere non equivoci, obiettivi e concludenti e vanno di volta in volta valutati dal giudice di merito, il quale dovrà analizzare il profilo della mancanza di giustificazione della mancata comparizione.

Sia il tenore letterale della nuova disposizione in tema di remissione tacita di querela che le pronunce della giurisprudenza di legittimità enucleano il principio secondo il quale, pur considerando l’automatismo del meccanismo processuale, il giudice deve procedere all’accertamento dell’effettiva volontà del querelante di rimettere la querela ogni volta che per qualsiasi motivo sorgano dubbi al riguardo.

Al fine della sussistenza della remissione tacita della querela occorre accertare se il rappresentante legale che ha proposto la querela in nome e per conto dell’ente rappresentato conservi la predetta qualità alla data dell’udienza alla quale, pur regolarmente citato, non sia comparso senza giustificato motivo e se il legale rappresentante che ha proposto querela sia statutariamente legittimato dall’ente rappresentato a rimettere la querela non comparendo all’udienza per la quale sia stato citato.

Nel caso di specie emerge che entrambe le suddette condizioni non risultavano verificate, così che non vi può essere certezza della riferibilità del comportamento del testimone citato e non comparso all’udienza di gravame all’ente-persona offesa, il che impedisce l’attivazione del meccanismo automatico previsto dall’art. 152, comma 3, n. 1, c.p.

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Cassazione penale, sentenza n. 29959/2024