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Dopo l’ennesimo evento estremo che ha piegato le regioni del Centro Italia adriatico, si sta parecchio discutendo di un’assicurazione obbligatoria per tutte le case italiane per proteggersi da eventuali danni climatici. Perché si parla di possibile polizza clima obbligatoria e cosa sappiamo? Vediamo di fare chiarezza.
Quanto ci costano i danni climatici in Italia
Solo nel nostro Paese, i danni assicurati nel 2023 hanno superato i 6 miliardi di euro, facendo toccare un livello record. Secondo i dati Munich Re citati dall’Ania all’High Level Insurance Conference, solo nei primi 6 mesi del 2024, le perdite globali tra alluvioni, inondazioni, tempeste e terremoti, hanno raggiunto 120 miliardi di dollari, quasi raddoppiando la media degli ultimi dieci anni.
Maria Bianca Farina, presidente dell’Ania, ha evidenziato come il cambiamento climatico stia rendendo gli eventi atmosferici sempre più severi e frequenti. In Italia, 5,5 miliardi di euro sono stati causati da eventi atmosferici e 800 milioni dalle alluvioni in Emilia-Romagna e Toscana. Nonostante l’aumento dei rischi, il ricorso alle polizze assicurative rimane basso, lasciando milioni di imprese e famiglie senza copertura adeguata. In Italia, appena il 6% delle case è coperta da polizze specifiche contro i danni da calamità naturali, come alluvione e terremoto.
Assicurazione casa obbligatoria contro i danni del clima
Arriva direttamente dal governo Meloni l’idea di introdurre un’assicurazione casa obbligatoria per danni da maltempo, anche se sarebbe assai più corretto parlare di “danni climatici”, perché si tratta in prevalenza di eventi estremi sprigionatisi prevalentemente da fenomeni sempre più violenti dovuti al cambiamento climatico o comunque all’azione umana: alluvioni, inondazioni, esondazioni, fenomeni temporaleschi violentissimi, movimenti della terra, terremoti e così via.
A sollevare la questione è stato lo stesso ministro per la Protezione Civile e le politiche del mare Nello Musumeci, interpellato appunto sull’opzione polizze anti-calamità a margine del Consiglio dei ministri che ha varato sabato 21 settembre lo stato di emergenza per 12 mesi per Emilia-Romagna e Marche dopo l’alluvione che si è abbattuta pesantemente nei giorni scorsi in alcune aree della costa adriatica.
Secondo Musumeci, “è finito il tempo in cui lo Stato poteva erogare risorse per tutti e per sempre”. Necessario e non più procrastinabile invece ragionare sull’ipotesi di dotare gli italiani di una polizza per le case private contro i danni da eventi climatici. Musumeci non sembra più di tanto preoccupato delle polemiche: “Si fa presto a parlare di nuova patrimoniale sulla casa, immagino già le polemiche quando sarà affrontato il tema della polizza sulla casa, ma serve un cambio culturale”, ha detto.
Per questo motivo, il governo “si è applicato” già ad adottare una norma nella Finanziaria 2024 per le polizze assicurative delle imprese, escluse quelle agricole. “Un primo passo” verso un cambio di rotta che sarebbe radicale e del tutto nuovo per l’Italia, e che ci condurrebbe all’obbligo per le famiglie di sottoscrivere una polizza assicurativa sulla casa contro le catastrofi naturali.
Anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, nel messaggio inviato alla conferenza, ha ribadito come programmi assicurativi pubblico-privati “ben progettati” possono “aiutare ad attenuare le sfide sull’accessibilità” per i titolari di polizze ad alto rischio. E ha rinforzato il concetto espresso da Musumeci: “Non si può caricare quest’onere su governi gravati dall’alto debito ereditato”.
Costi importanti, senz’altro, che andrebbero ulteriormente a gravare sulle già sgangherate tasche degli italiani, e che certamente non verrebbero accettate di buon grado. Anche perché – viene da dire – questa soluzione sostituirebbe di fatto una presa in carico dello Stato – di protezione, tutela, prevenzione – e sposterebbe anzi il problema proprio sui cittadini, obbligati a sottoscrivere una nuova assicurazione casa con compagnie private, che evidentemente gongolerebbero.
Matteo Salvini frena. “Lo Stato può dare delle indicazioni, questo vale anche per l’assicurazione, può dare un consiglio, però non viviamo in uno Stato etico, dove lo Stato impone, dove lo Stato vieta o obbliga a fare”, ha detto il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture parlando dell’ipotesi “polizza clima” obbligatoria a un evento di Confedilizia a Piacenza.
Ma quello del vicepremier e leader della Lega non è affatto un no secco. “Per quanto riguarda le famiglie e quindi le abitazioni, le case di civile abitazione, c’è aperto un confronto, un ragionamento per capire intanto se le compagnie di assicurazione sono disponibili. Noi puntiamo su un partenariato pubblico privato, poi bisogna decidere se deve essere, come io sostengo almeno nella prima fase, facoltativo” ha chiarito.
Insomma, ipotesi sul tavolo dell’Esecutivo, ma forse ancora troppo embrionale per trasformarsi in una proposta concreta, almeno nell’immediato.
Obbligo per le imprese di assicurazione anti-catastrofi
Nessun rinvio invece per la legge inserita nella Manovra 2o24 che prevede per le imprese l’assicurazione obbligatoria contro gli eventi catastrofali, come concordato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, con il ministro dell’Economia Giorgetti.
La conferma trapela da fonti del Mimit in riferimento ad un emendamento – poi ritirato – di Fratelli d’Italia a prima firma Ambrogio al decreto Omnibus, che avrebbe rinviato di 1 anno i termini dell’obbligo per le PMI di stipulare polizze anti calamità, e cioè al 31 dicembre 2025.
Peraltro, proprio lunedì prossimo 23 settembre – hanno anticipato le fonti – si terrà al Ministero un incontro con le associazioni di categoria, per illustrare in via generale i contenuti dello schema di decreto attuativo per rendere operativo l’obbligo. E sempre da lunedì prende il via il voto sugli emendamenti messo a punto dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato.
Giusto per dare un numero, secondo i dati Prometeia, negli ultimi 50 anni sono stati spesi quasi 310 miliardi di euro per le calamità naturali sono in Italia.
In particolare, per le aziende tenute all’iscrizione al registro delle imprese viene introdotto l’obbligo di stipulare contratti assicurativi a copertura dei danni alle immobilizzazioni materiali direttamente cagionati da calamità naturali ed eventi catastrofali verificatisi sul territorio nazionale.
Per calamità naturali ed eventi catastrofali si intendono i sismi, le alluvioni, le frane, le inondazioni e le esondazioni. Sono oggetto di copertura:
- terreni e fabbricati;
- impianti e macchinari;
- attrezzature industriali e commerciali.
Il rifiuto o l’elusione dell’obbligo a contrarre da parte delle imprese di assicurazione è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 100.000 a euro 500.000. La Legge prevede inoltre che l’impresa, in caso di mancato adempimento, rischia di non poter accedere “all’assegnazione di contributi, sovvenzioni ed agevolazioni di carattere finanziario a valere sul bilancio dello Stato, anche con riferimento a quelle previste in occasione di eventi calamitosi e catastrofali”.
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