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Zelensky ha un piano “per la pace”: attaccare “in profondità” la Russia con missili occidentali. Tour in Usa per vedere Biden, Harris e Trump #adessonews

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Volodymyr Zelensky ha un piano per la “vittoria” che per lui significa anche una “pace giusta“. Prevede l’esecuzione di attacchi “in profondità” nel territorio della Russia da eseguire con missili occidentali. Si tratta di una strategia che sia gli Stati Uniti sia il Regno Unito hanno finora sempre rifiutato. Ma che sarà sottoposta al presidente Usa Joe Biden, alla candidata democratica alla Casa Bianca Kamala Harris e a quello repubblicano, Donald Trump. “Biden può rafforzare l’Ucraina e prendere decisioni importanti affinché l’Ucraina diventi più forte e protegga la sua indipendenza mentre è presidente degli Stati Uniti. Penso che sia una missione storica, dopotutto”, ha detto Zelensky. Il capo di Stato ucraino è a New York per l’assemblea delle Nazioni Unite, ma la sua missione diplomatica è orientata in particolare ai faccia a faccia con i più alti esponenti politici americani. Mentre tutti i leader del mondo – europei compresi, la premier Giorgia Meloni inclusa – si avviano al Palazzo di Vetro per parlare proprio della guerra in Ucraina e del conflitto in Medio Oriente – che comincia a occupare anche di più l’agenda internazionale -, la Russia fa sapere che non intende partecipare alla secondo summit voluto da Kiev dopo quello di giugno, già finito abbastanza male, con l’assenza della Cina e la mancata firma al testo finale dei principali Paesi del cosiddetto “Sud del mondo”.

Il piano Zelensky, il rischio escalation
La chiave che Zelensky utilizzerà nei suoi colloqui negli Stati Uniti è che quello che presenta è “un piano di vittoria” per porre fine alla guerra e che porti a una “pace giusta” e che, allo stesso tempo, permetta a Biden di “guadagnarsi un posto nella storia” dopo aver “rafforzato l’Ucraina”. Il Regno Unito ha mostrato un’apertura sulla possibilità di colpire in profondità, dicendosi disposto a consentire all’Ucraina di utilizzare i missili da crociera Storm Shadow. Ma la Casa Bianca rimane scettica e il primo ministro britannico, Keir Starmer, non è riuscito convincere Biden incontrato a Washington la scorsa settimana. “Né gli Stati Uniti, né il Regno Unito ci hanno permesso di usare queste armi sul territorio della Russia, contro alcun obiettivo e a nessuna distanza”, ha affermato Zelensky in un incontro con la stampa a Kiev.

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Gli Storm Shadows, l’equivalente francese Scalp e il sistema Atacms statunitense “non sono stati forniti nei numeri di cui abbiamo bisogno”, ha aggiunto il presidente ucraino affermando che i partner internazionali temono una “escalation” con Mosca che Kiev non condivide. Il dipartimento della Difesa americano ha sottolineato che l’Ucraina può già colpire Mosca con droni di produzione ucraina e c’è esitazione sulle implicazioni strategiche di un tipo di missile di fabbricazione statunitense capace di colpire la capitale russa. Il presidente russo Vladimir Putin ha avvertito che la Russia sarebbe “in guerra” con gli Stati Uniti e i suoi alleati della Nato se permettessero all’Ucraina di usare le armi a lungo raggio. Per contro Zelensky ha bollato come troppo vago il piano di pace proposto da Cina e Brasile questa primavera. “Non credo che fosse un piano concreto. Non vedo azioni o fasi specifiche, solo procedure generalizzate. Le generalizzazioni nascondono sempre qualcosa” dice.

La visita alla fabbrica di munizioni
Zelensky domenica visiterà una fabbrica della Pennsylvania che produce munizioni. Lo stabilimento si trova a Scranton ed è uno dei pochi impianti negli Stati Uniti a produrre proiettili d’artiglieria da 155 mm. Questi vengono utilizzati nei sistemi di obici, che sono cannoni trainati con lunghe canne che possono sparare a varie angolazioni. Gli obici possono colpire bersagli distanti fino a 24-32 chilometri e sono molto apprezzati dalle forze di terra per eliminare gli obiettivi nemici da una distanza protetta. L’Ucraina ha già ricevuto più di 3 milioni di proiettili da 155 mm dagli Stati Uniti. A un certo punto della guerra, l’Ucraina sparava tra i 6mila e gli 8mila proiettili da 155 mm al giorno. Questo ritmo ha iniziato a esaurire le scorte statunitensi e ha fatto temere che il livello disponibile non fosse sufficiente a sostenere le esigenze militari degli Stati Uniti se fosse scoppiata un’altra grande guerra convenzionale, come nel caso di un potenziale conflitto su Taiwan. In risposta, gli Stati Uniti hanno investito per riavviare le linee di produzione e ora producono più di 40mila proiettili da 155 mm al mese, con l’intenzione di arrivare a 100mila al mese. E dunque, durante la sua visita, Zelensky dovrebbe incontrare e ringraziare i lavoratori che hanno aumentato la produzione di proiettili nell’ultimo anno. I proiettili da 155 mm sono solo una delle decine di munizioni, missili, difesa aerea e sistemi d’arma avanzati che gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina: dai proiettili per armi leggere ai caccia F-16. Gli Stati Uniti sono stati il maggior donatore dell’Ucraina, fornendo più di 56 miliardi di dollari degli oltre 106 miliardi che la Nato e i Paesi partner hanno raccolto per aiutare la sua difesa.

Nuovo pacchetto americano, con i missili per la flotta F16
Nel frattempo gli americani, scrive Politico, stanno ora valutando l’invio di missili a medio raggio per la sua nuova flotta di F-16 come parte di un pacchetto di aiuti militari da 375 milioni di dollari che dovrebbe essere annunciato lunedì. La Joint Standoff Weapon, missile già utilizzato da Usa e numerosi alleati, può colpire obiettivi a oltre 70 miglia (110 km) di distanza, offrendo all’Ucraina un importante potenziamento delle armi che sta utilizzando per colpire le forze russe. Il pacchetto Usa – ancora in fase di definizione secondo le fonti del giornale online – sarà il più grande da maggio e includerà anche munizioni di artiglieria, razzi e missili di difesa aerea. I nuovi missili, pur non avendo la portata richiesta da Kiev, forniranno comunque ai piloti ucraini una nuova potente arma mentre le loro forze combattono le truppe russe nell’est del Paese, dove le truppe ucraine stanno lentamente perdendo terreno.

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