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scelte errate e bollette più care del 15% #adessonews

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Secondo le ultime rilevazioni, gli italiani stanno pagando il 15% in più per le proprie bollette se sono passati al mercato libero rispetto a quanto spenderebbero nel mercato tutelato, se fosse ancora disponibile. Questa differenza però non dipenderebbe soltanto dai prezzi più alti, ma da una serie di comportamenti errati dei consumatori.

Anche se buona parte delle offerte del mercato libero hanno un costo superiore rispetto a quelle del mercato tutelato, ne esistono alcune anche più convenienti. I consumatori non sono però abituati, dopo decenni di monopolio, a valutare diverse offerte per la propria bolletta e quindi tendono a rimanere sempre con lo stesso gestore, nonostante i prezzi non siano convenienti.

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Cosa sbagliano gli italiani nella scelta delle offerte

Un rapporto di Assium, l’associazione italiana degli utility manager, mostra come nel nostro Paese moltissimi consumatori stiano tenendo un comportamento controproducente nei confronti della scelta dell’operatore al quale affidarsi per la propria fornitura di energia elettrica e gas per la casa. Il 22,6% di chi ha un contratto a prezzo variabile e quasi la metà (43,6%) di coloro che invece hanno scelto un’offerta a prezzo fisso per la luce hanno accettato condizioni gravemente svantaggiose, che comportano un aumento delle bollette. Ecco perché in media gli italiani pagano il 15% in più rispetto a quanto avrebbero pagato rimanendo nel mercato tutelato e alla maggior tutela.

Si tratta principalmente di un risultato dovuto con ogni probabilità alla mancanza di abitudine del consumatore italiano al mercato libero dell’energia. Per decenni l’energia elettrica e il gas sono stati monopoli di Stato. La bolletta era unica per tutte le famiglie e le imprese e non c’era possibilità di scelta, se non quella tra offerte a fascia unica o da diversa fascia oraria.

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Dal 2000 è cominciato un difficile processo di liberalizzazione che ha permesso ai cittadini di scegliere un operatore privato o rimanere per un certo periodo nel mercato monopolistico. Di fatto questo processo sarà quasi trentennale, dato che gli ultimi utenti a lasciare la tutela, quelli vulnerabili, dovranno passare al mercato libero nel 2027.

Per mancanza di informazione o di abitudine, moltissimi italiani sono rimasti per decenni nel mercato tutelato, senza preoccuparsi di verificare se su quello libero ci fossero offerte più vantaggiose. Una situazione che si è trascinata fino alla scadenza della validità del mercato tutelato stesso. Secondo alcune stime, 4,5 milioni di utenze elettriche sui 9 milioni totali presenti in Italia sono andate all’asta perché le famiglie che le utilizzavano non hanno scelto un operatore privato entro il 1 luglio 2024.

Trovare le offerte più convenienti, sottolinea Assium, non è semplice. Non perché non ci siano gli strumenti, lo Stato stesso tramite Arera ha messo a disposizione un portale per trovare l’offerta più conveniente per la propria abitazione, ma perché pochissime aziende offrono contratti più convenienti del mercato tutelato.

Per il gas sono 46 offerte quelle che costano meno della tutela, il 3,8% del totale, mentre per l’elettricità la situazione è ancora peggiore: 33 offerte, l’1,6% del totale, costano meno del mercato tutelato. Le aziende non hanno però ragione di abbassare i prezzi. Se gli utenti non scelgono di affidarsi a chi propone i prezzi più bassi, i fornitori, specialmente quelli più grandi che possono vantare un numero altissimo di clienti, non avranno alcun incentivo a proporre un’offerta competitiva.

Quanto costa il mercato libero dell’energia elettrica

Il mercato dell’energia elettrica è quello che soffre maggiormente della poca familiarità degli utenti italiani con le offerte. Nei primi 6 mesi del 2024, se si considerano soltanto le offerte più competitive del mercato libero, la bolletta media degli italiani si attesta a 725 euro all’anno per i contratti a costo variabile e a 653 per quelli fissi. Rispetto alla maggior tutela, ancora in vigore per gli utenti vulnerabili, si tratta di cifre più alte rispettivamente del 15,3% e del 3,8%.

Questa situazione, come spiegato, è dovuta all’inattività degli utenti stessi. Esistono soltanto 33 offerte per la luce che scendono sotto il costo della maggior tutela, ma pochissimi italiani le scelgono. Anzi, il 22,6% di chi ha scelto il prezzo variabile e il 43,6% di chi ha scelto quello fisso è caduto in contratti molto meno convenienti del mercato tutelato. Questo anche in presenza di offerte non solo più vantaggiose di quelle scelte, ma anche di quelle del mercato tutelato stesso. Manca da parte degli italiani l’abitudine a cambiare fornitore di energia elettrica e a sceglierne uno migliore.

Quanto costa il gas sul mercato libero

Situazione simile a quella del mercato dell’elettricità si può trovare anche su quello del gas. Le forniture di metano costano in media 1492,89 euro all’anno se si scelgono le offerte a prezzo variabile, 1.083,81 se invece si preferiscono quelle a prezzo fisso, se si considerano soltanto le offerte più convenienti. Il servizio di vulnerabilità offre un’offerta a 1.481,83 euro all’anno, che significa che il risparmio è marginale con il prezzo variabile ma molto sensibile se si sceglie la migliore offerta a prezzo fisso.

Questi calcoli sono stati fatti su un’utenza tipo che consuma 1.400 metri cubi standard all’anno e varia fortemente in caso si paghi una bolletta del gas che copre soltanto i consumi di acqua calda e fornelli ed esclude il riscaldamento, come ad esempio nel caso di chi abita in condominio. Nonostante questa differenza molto significativa tra mercato libero e tutelato però, in media le bollette italiane sono ancora più care del 15% rispetto alla media dei pochi utenti rimasti sotto la tutela dello Stato.

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Senza un significativo cambiamento nel comportamento degli utenti, la situazione rimarrà identica. Come detto lo Stato ha messo a disposizione un comparatore di offerte, il Portale Offerte, che permette di verificare quale sia l’opzione migliore per le proprie forniture di gas ed elettricità. Al momento si tratta dell’unico strumento di questo tipo creato da una realtà terza. Tutti gli altri appartengono a loro volta ad aziende che operano nel settore dell’energia.

Il mercato tutelato resterà disponibile ancora per 3 anni, ma soltanto per gli utenti vulnerabili, vale a dire gli anziani sopra i 75 anni, i soggetti con disabilità secondo l’articolo 3 della legge 104 del 1992 e chi ha attivato un’utenza in una struttura abitativa di emergenza  a seguito di eventi calamitosi. Per tutti gli altri la tute la è finita tra gennaio e luglio del 2024.





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