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Prima notizia, ufficiale: dalla Procura generale di Catania, come da prassi su istanza del procuratore facente funzioni, è stata inoltrata al ministero della Giustizia una richiesta di anticipato possesso per il nuovo procuratore Francesco Curcio. Seconda notizia, ufficiosa: il giorno dell’insediamento del nuovo capo dei pm etnei potrebbe essere il prossimo lunedì 30 settembre. Terza notizia, ancora poco più che sussurrata eppure fondata: i tre aggiunti catanesi (Francesco Puleio, Sebastiano Ardita e Ignazio Fonzo) esclusi dalla corsa sono pronti a presentare i ricorsi contro la nomina di Curcio.
La sorte romana della laica larussiana Rosanna Natoli, ieri sospesa dal Csm dopo la bufera sul colloquio con la magistrata Maria Fascetto Sevillo per il quale è indagata, non ha delle ricadute immediate sulla sfida per l’ufficio più importante del primo piano di Piazza Verga. Per essere più precisi: il destino disciplinare o giudiziario dell’avvocatessa di Paternò non ha un nesso procedurale con gli strascichi della nomina di Curcio.
Ma è chiaro che lo scandalo che ha scosso Palazzo Bachelet trascina con sé un certo quantitativo di carte (e di veleni) destinati a riaccendere lo scontro. Così, se da un lato le correnti progressiste che hanno fatto blocco per la vittoria del procuratore di Potenza spingono per farlo arrivare quanto prima sotto l’Etna, in Via Arenula, nel gabinetto di un ministro di destra prevale la prudenza perché «quello di Catania è soprattutto un caso politico».
Così la data d’insediamento del nuovo procuratore potrebbe essere un compromesso: anticipata, ma non troppo. E quindi il 30 settembre, 15 o 30 giorni prima della probabile data della pubblicazione della nomina nel bollettino ministeriale, potrebbe essere già il “Curcio day”.
Ma dall’indomani i veleni continueranno. Con un altro orizzonte temporale: il 17 ottobre. Quando, cioè scadono i 60 giorni di tempo per i ricorsi. E sembra quasi scontato che tutt’e tre gli aggiunti andranno fino in fondo: prima al Tar del Lazio e poi, se serve, al Consiglio di Stato. Lo farà di certo Puleio, sconfitto al fotofinish con il mancato voto rivelato proprio da Natoli (che ha messo nero su bianco di essere stata «terrorizzata, forzata e violentata psichicamente» per non partecipare al plenum in cui si doveva decidere su Catania), nonostante sia stato già indicato dalla quinta commissione come procuratore di Ragusa. E lo faranno, con tutta probabilità, anche Ardita e Fonzo, basandosi anche su un altro elemento contenuto nel dossier Natoli: alcune presunte falle nei requisiti riconosciuti a Curcio dal Csm.
I tempi non si annunciano brevi. Ed è per questo che a Palazzo di giustizia sono in molti a essere rassegnati a una complicatissima cohabitation fra il “papa straniero” e i tre aspiranti papi catanesi, rimasti cardinali, che continuano ad aspirare al suo posto. Sarà un autunno teso.
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