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Riccione, 13 settembre 2024 – Va all’asta giudiziaria l’hotel Flamengo, affacciato su viale D’Annunzio. L’albergo ha regolarmente tenuto aperto durante tutta la stagione e ora si avvicina il momento dell’asta per cercare un acquirente. L’appuntamento è fissato per il 29 ottobre. La base d’asta è stabilita in 2 milioni e 88mila euro, mentre l’offerta minima consentita arriva a 1 milione e 566mila euro. Finisce dunque all’asta un albergo in seconda linea con i suoi cinque piani e la corte annessa. Non si tratta di un piccolo hotel nelle vie interne. E questo ha reso le chat tra gli albergatori ancora più calde. Non è la prima volta che una struttura ricettiva finisce all’asta, ma in passato erano edifici chiusi da tempo o abbandonati. Il Flamengo è un caso diverso. “Non ci sono le condizioni per dire se l’asta per l’hotel Flamengo derivi dalle difficoltà del settore alberghiero – premette il presidente di Federalberghi Claudio Montanari –. Tuttavia possiamo dire che la situazione debitoria di tante strutture alberghiere oggi è complicata”.
Il campanello di allarme nella categoria è già scattato. La condizione attuale non lascia tranquilli diversi operatori guardando al futuro. “Il problema odierno per molti è la sostenibilità del debito – riprende il presidente –. Fino a una dozzina di anni fa venivano concessi prestiti alle attività su criteri soggettivi, e non sempre basandosi su business plan completi e una puntuale documentazione. Ciò comporta che con il passare delle stagioni si vedono realtà che faticano molto a far fronte ai pagamenti. La situazione è peggiorata negli ultimi anni e in modo particolare negli ultimi diciotto mesi quando abbiamo visto schizzare al rialzo i tassi di interesse. Il fatto che ieri la Bce li abbia abbassati dello 0,25% non cambia nulla, ci sarebbe bisogno di ben altro”. Sta di fatto che a Riccione sarebbero tante le strutture ricettive che potrebbero andare in difficoltà nelle prossime estati. L’aumento dei costi, il debito sempre più pesante e i fatturati che non seguono la stessa curva al rialzo, sono elementi che in futuro rischiano di peggiorare la condizione.
“Ormai è chiaro che con una stagione di 100 giorni non si ripagano più gli investimenti – riprende Montanari –. E questo è un problema non solo per far fronte ai debiti pregressi, ma anche perché oggi se vogliamo intercettare nuove fette di mercato dobbiamo investire. Per farlo servono contributi, garanzie e un credito accessibile, non certo quello che ci si presenta oggi. Se questo non avverrà non vedo come la Riviera possa ristrutturarsi”.
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