Divieto di pubblicazione delle ordinanze cautelari, ok dal CdM #adessonews

Approvato in via preliminare il decreto legislativo di adeguamento alla direttiva UE 2016/343, che vieta la pubblicazione integrale o per estratto del testo dell’ordinanza di custodia cautelare fino a conclusione delle indagini preliminari o fino al termine dell’udienza preliminare. La norma conosciuta come norma Costa, è finalizzata a rafforzare la presunzione di innocenza, in attuazione degli obblighi comunitari. Il testo passa ora al parere (non vincolante) delle competenti commissioni parlamentari.

Con comunicato stampa del 4 settembre scorso, il Consiglio dei Ministri ha annunciato l’approvazione in via preliminare del testo del decreto legislativo di attuazione della delega al governo per l’integrazione delle norme nazionali di recepimento della direttiva UE 2016/343 per il rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza. Conosciuta dall’opinione pubblica come “norma Costa”, la previsione vieta la diffusione del testo delle ordinanze cautelari fino alla conclusione delle indagini o fino al termine dell’udienza preliminare.

Più nel dettaglio, l’art. 4 comma 3 della Legge n. 15/2024 delega il Governo a modificare l’art. 114 del codice di procedura penale, prevedendo, nel rispetto dell’art. 21 della Costituzione e in attuazione dei principi e diritti sanciti dagli articoli 24 e 27 della Costituzione, il divieto di pubblicazione integrale o per estratto del testo dell’ordinanza di custodia cautelare, finché non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare in coerenza con quanto disposto dagli artt. 3 e 4 della direttiva UE 2016/343.

Rinominata dalla stampa come “Legge bavaglio”, la norma ha suscitato molte preoccupazioni nel mondo giornalistico. Nel marzo scorso, dopo l’approvazione della delega, i giornalisti si erano rivolti direttamente a Bruxelles presentando un’interrogazione a riguardo.

“Fatta salva la presunzione di innocenza degli imputati fino alla conclusione di tutte le fasi del processo” si legge nell’interrogazione “la “Legge Bavaglio” costituisce una forma assurda di censura e rappresenta una mancanza di trasparenza nel lavoro degli organi giudiziari, che compromette il diritto di cronaca dei giornalisti e il diritto dei cittadini di essere informati”.

Eliminando poi la possibilità di pubblicare i “virgolettati” del provvedimento, ma consentendo la pubblicazione per riassunto del contenuto dell’atto giudiziario, (incluso il nome del destinatario della misura e le ragioni della sua emissione)  i giornalisti lamentavano di essere esposti al pericolo di denunce per diffamazione in caso di riformulazioni errate delle ordinanze.

Tuttavia per Bruxelles la norma Costa è tutto sommato equilibrata, bilanciando adeguatamente la libertà di informazione con il rispetto dei diritti procedurali di indagati ed imputati. Il divieto di pubblicazione (si legge nella risposta della Commissione all’interrogazione dei giornalisti), è comunque limitato temporalmente fino al termine della fase delle indagini preliminari o dell’udienza preliminare e un questo lasso di tempo, resta possibile dare la notizia parafrasando o riassumendo il contenuto delle ordinanze a garanzia del diritto di informazione. Il pericolo di un incremento delle denunce per diffamazione, spiega la Commissione, è un problema da affrontare su un piano diverso e con apposita legislazione.

A sostegno della copertura giornalistica, Bruxelles rammenta di aver formulato richiami specifici  nella relazione sullo Stato di diritto 2023, invitando l’Italia ad adeguare la normativa per proteggere dalle denunce infondate chi lavora a servizio dell’informazione pubblica.

Prima di passare alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il decreto legislativo approvato lo scorso 4 settembre dal Cdm dovrà passare al vaglio delle commissioni parlamentari competenti, il cui parere tuttavia non è vincolante.

Diritto penale e processo, Direttore scientifico: Spangher Giorgio, Ed. IPSOA, Periodico. Mensile di giurisprudenza, legislazione e dottrina – La Rivista segue l’evoluzione del diritto penale sostanziale e processuale. Scarica gratuitamente un numero omaggio