Dopo la rilevante crescita delle segnalazioni di
operazioni sospette (SOS) dei due anni precedenti, il
flusso inviato dai segnalanti ha registrato una lieve diminuzione,
soprattutto con riferimento alle operazioni legate ai
crediti fiscali. A confermarlo è l’Unità
di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia nel
rapporto annuale 2023.
Segnalazione operazioni sospette: diminuiscono le frodi per
crediti Superbonus
In generale, il calo delle segnalazioni è stato concentrato
fra i maggiori segnalanti, come banche e Poste, istituti di moneta
elettronica (IMEL), istituti di pagamento (IP) e i relativi punti
di contatto; nei confronti di alcuni di questi segnalanti la UIF ha
condotto nel 2023 un’azione di sensibilizzazione per migliorare la
qualità dei flussi segnaletici.
Cresce invece la collaborazione attiva dei professionisti,
particolarmente intensa per i Notai e il Consiglio Nazionale del
Notariato (CNN) ed è in significativo aumento anche per le
comunicazioni trasmesse dalle Pubbliche amministrazioni,
soprattutto nell’attuale contesto di attuazione del Piano Nazionale
di Ripresa e Resilienza (PNRR); tuttavia, spiega
la UIF, la collaborazione attiva è rimasta circoscritta a pochi
enti e il numero delle segnalazioni resta ancora ridotto.
Un contributo alla valutazione della rischiosità delle
operazioni da parte dei segnalanti è stata la pubblicazione da
parte della UIF dei nuovi indicatori di anomalia, entrati in vigore
all’inizio del 2024 e fondamentali, alla luce di nuovi espedienti
si affiancano ai tradizionali schemi di frode per rendere più
complessa la rilevazione e la ricostruzione degli illeciti.
Proprio in questo ambito Inoltre sono state ispezionate attività
innovative e ad alto rischio, quali il crowdfunding e la
compravendita di crediti fiscali tramite piattaforme
digitali.
Operazioni sospette: le segnalazioni sui crediti
Superbonus
Nel report si evidenza come le segnalazioni di operazioni
sospette afferenti all’ambito fiscale continuano a ricoprire un
ruolo primario nell’ambito della collaborazione attiva, con
un’incidenza del 19% sul flusso segnaletico complessivo. In
particolare il 29% dei casi riguarda le frodi nelle
fatturazioni.
Di particolare rilievo il forte ridimensionamento delle
segnalazioni relative a cessioni di crediti di imposta ex DL
34/2020 (c.d. “decreto Rilancio”), passate a 743
dalle 2.816 del 2022, anche per effetto delle modifiche normative
che, a partire dal 2021, hanno inciso sulla cedibilità dei crediti
di imposta generati da interventi edilizi.
Fatta la legge, trovato però l’inganno: sono infatti emersi casi
di società che, attraverso l’utilizzo di tecnologie basate sulla
blockchain, associano i crediti di imposta ex DL Rilancio a
crypto-assets liberamenti trasferibili (c.d.
“tokenizzazione”) attribuendo al titolare del
token la facoltà in ogni momento di richiedere la cessione del
credito di imposta sottostante secondo le modalità normativamente
previste.
Questo meccanismo rende estremamente difficoltosa
l’identificazione dei crediti di imposta rappresentati dai
tokens e la relativa origine, permettendo una sostanziale
elusione dei predetti limiti; si espongono inoltre così gli
acquirenti dei tokens a possibili truffe qualora i crediti in essi
incorporati risultino inesistenti o già trasferiti a terzi.
Le analisi hanno mostrato che i rapporti sono spesso alimentati,
anche per importi ingenti, da imprese operanti nel settore edile,
alcune di recente costituzione o riconducibili a soggetti indagati
o ad alta intensità di lavoro (agenzie per il lavoro, società di
gestione di mense aziendali, ecc.); i fondi sono poi destinati
principalmente a professionisti e imprese operanti in settori
eterogenei.
Su tutte le attività, la UIF ha implementato i controlli,
rafforzando anche la collaborazione con gli istituti segnalanti e
aggiornando gli indicatori di rischio.
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