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Per lo Stato il Superbonus un vero e proprio buco nero, in termini finanziari. E forse per questo che ora chi lo ha beneficiato in passato rischia di ritrovarsi in futuro con una maxi-tassazione in pi sulle spalle.

Parliamo di un’imposta da corrispondere solo se l’immobile che si vuole vendere viene venduto prima di un tot di anni.

Una tassa notevole, che potrebbe bloccare sul nascere eventuali speculazioni immobiliari, ma anche limitare legittime trattative di compravendita tra piccoli proprietari.

Vediamo per cosa si pu fare in questi casi, almeno per evitare di dover corrispondere una tassa del genere.

Per saperne di pi in merito all’argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale ViViItaliaTv.

Superbonus: come funziona la maxi-tassazione

Questa maxi-tassazione in realt l’applicazione di un’imposta che gi in uso per i redditi derivati dalla “plusvalenza”.

Per intenderci, la “plusvalenza” la differenza che si ricava dalla vendita di un bene rispetto al suo valore d’acquisto iniziale.

Nell’ambito immobiliare, la plusvalenza deriva dalla vendita di un immobile in rapporto al prezzo iniziale d’acquisto.

Ad esempio, se anni prima abbiamo comprato un immobile a 100mila euro, e lo rivendiamo a 200mila euro, la plusvalenza appunto di 100mila euro.

Di questi 100mila euro, lo Stato pretende il versamento di un’imposta pari al 26% della somma.

Ovvero 26mila euro.

Questo vale anche per i condomini, ma solo se i lavori sono stati effettuati nelle parti comuni. In questo modo anche l’appartamento non coinvolto direttamente nella ristrutturazione dovr versare il 26% in caso di vendita anticipata.

Si tratta di una misura che, come gi spiegato sopra, vuole da una parte compensare le perdite dovute dall’enorme spesa pubblica generata dai vari bonus edilizi nel corso degli ultimi anni.

E dall’altra impedire che grazie a questi lavori di ristrutturazione “gratuiti” si possa speculare a livello immobiliare rivendendo subito dopo l’immobile ristrutturato/efficientato.

Superbonus: come evitare la maxi-tassazione

Difficile evitare una tassazione del genere, se in effetti il proprio immobile in vendita (o prossimo a essere venuto) ha effettivamente beneficiato del Superbonus.

Come previsto dalla circolare 13/E del 13 giugno 2024 dell?Agenzia delle Entrate, che ha reso operativa la maxi-tassazione, per non corrispondere quest’imposta bisogna evitare di vendere la casa prima dei 10 anni.

Partendo da quest’anno, si potr teoricamente vendere l’immobile solo dopo il 2034, se non si vuole corrispondere il 26% della plusvalenza all’erario.

Oltre a questo blocco decennale, prevista l’esclusione dal versamento dell’imposta se a essere venduto un immobile adibito ad abitazione principale.

In pratica, se si vende la propria prima casa l’imposta non scatta, anche se si utilizza la dimora per la maggior parte dei dieci anni che passano tra l?acquisto e la cessione.

Oltre a questi casi, potranno evitare la maxi-tassazione i contribuenti proprietari di una seconda casa che stata ereditata o donata.

Superbonus: il meccanismo di indeducibilit

Oltre alla maxi-tassazione, il Governo ha disposto anche un meccanismo di indeducibilit dei costi di ristrutturazione nel caso di vendita anticipata.

Tale indeducibilit risulta essere integrale nel corso dei primi cinque anni e scende al 50% per i successivi cinque.

Per fortuna questa ulteriore misura non riguarda tutti i beneficiari del Superbonus: al momento sono esclusi dal meccanismo coloro che hanno beneficiato del contributo in forma ridotta, ossia al 90% e al 70%,

E cos anche chi ha detratto i costi in Dichiarazione dei Redditi.

Riassumento, questo meccanismo di indeducibilit riguarda tutti coloro che hanno beneficiato del Superbonus 110% tramite le opzioni alternative della cessione del credito e dello sconto in fattura.

In pratica tutti coloro che hanno potuto richiederli prima del varo del Decreto Blocca-Crediti di febbraio 2023, e della pietra tombale disposta con il Decreto Superbonus.

 

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