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PERUGIA – Ci sono 288mila euro per evitare che le famiglie umbre in crisi finiscano in mano agli strozzini. È uno dei dati emersi dall’assemblea annuale della Fondazione Umbria per la prevenzione dell’usura che ieri ha approvato all’unanimità il suo bilancio consuntivo 2023. Una realtà «economicamente sana», con quello definito come un «cospicuo avanzo» che – come da indirizzo del socio Regione – ora dovrà «essere impiegato obbligatoriamente per la realizzazione delle attività istituzionali» entro il 2024. In base ai numeri del bilancio, infatti, a fronte di quasi 65mila euro di minori entrate («I contributi del Mef risentono della politica di allocazione delle risorse che risponde a logiche da noi non controllabili», è stato spiegato), si sono aggiunti duemila euro per l’inserimento di due nuovi soci, i Comuni di Narni e Campello sul Clitunno, insieme ad Assisi entrato a inizio di quest’anno. Significativi – oltre a.1.150 euro di incremento dei proventi del 5 per mille – anche gli oltre 70mila euro di interessi attivi sui depositi bancari, «derivanti – si legge nei dati sintetici – in parte per una nuova politica di investire le disponibilità finanziarie in titoli di Stato a zero rischio ed in parte all’andamento di mercato dei tassi. Da parte nostra proseguiremo nella politica di investimenti finanziari a rischio zero per reperire ulteriori risorse».

«Le nuove adesioni, il sostegno dei soci prima tra tutti la Regione – si legge in una nota – insieme alla virtuosa gestione finanziaria, hanno permesso di avere maggiore disponibilità economica da mettere in campo per misure a favore dell’utenza non tralasciando anche il lato della comunicazione».

La Fupu, intanto, ha assunto ufficialmente la qualifica di ente del Terzo settore e si è dotata di un nuovo regolamento interno «fondato sui principi di trasparenza, rapidità ed efficienza, permette di offrire agli assistiti una linea guida chiara ed immediata sull’assistenza che possono aspettarsi dalla Fondazione e sull’iter che occorre seguire per poter beneficiare» degli aiuti. Che, come ricordato dal presidente della Fondazione Fausto Cardella, «in breve tempo hanno aiutato economicamente centinaia di famiglie». Come con il progetto Caro-Vita, per sostenere le spese impreviste che rischiano di mandare in crisi le famiglie, ideato d’intesa con la Regione e finanziato con 123mila euro provenienti dalla contribuzione straordinaria di palazzo Donini, dalla donazione della Consulta delle Fondazioni delle Casse di risparmio dell’Umbria, dell’Inner Wheel di Perugia distretto 209 e da un ulteriore contributo della Fondazione stessa. E come anticipato la settimana scorsa, parte anche il progetto Piano Casa, per sostenere con 120mila euro le famiglie che hanno difficoltà con Imu, Tari, utenze e piccole riparazioni. A cui si aggiunge il progetto Tutela del sovraindebitamento, con cui la Fondazione potrà erogare un contributo a fondo perduto (massimo 5mila euro) per far fronte ai costi di avvio della procedura di Sovraindebitamento, costi che sarebbero proibitivi per chi già si trova in condizione di difficoltà.

L’assemblea è stata utile anche per ricordare i protocolli e le collaborazioni siglati con vari enti, associazioni di consumatori e pure Rai e carabinieri, come per sottolineare l’importanza delle convenzioni bancarie: rinnovata quella con la Bcc di Spello e del Velino, è stata conclusa la stipula con Intesa San Paolo e sono al vaglio le convenzioni con Unicredit e Banco di Desio.

Per la giusta soddisfazione del presidente Cardella, che incassa i complimenti della presidente della Regione Donatella Tesei: «Sono emersi risultati eccellenti in termini di servizio agli umbri, con una continua espansione degli aiuti offerti che in questi anni hanno supportato centinaia di famiglie.

Un plauso alla Fondazione e al suo presidente per i risultati e per quanto faranno nel 2024 a favore di chi di noi è in difficoltà economica».

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