preoccupa l’ok della Regione Abruzzo per impianto di co-incenerimento

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La recente decisione della Regione Abruzzo di dare il via libera alla realizzazione di un impianto di co-incenerimento di rifiuti speciali nel Comune di Atri ha sollevato forti e giustificate preoccupazioni tra i residenti e le associazioni ambientaliste. La NDT Energy srl di Bergamo avrà il compito di gestire un progetto che, secondo molti, potrebbe avere un impatto negativo significativo sulla salute pubblica e sull’ambiente. Questo articolo esplorerà le critiche mosse al progetto, il contesto ambientale e le reazioni della comunità locale.

Criticità del progetto di co-incenerimento

Il progetto presentato dalla NDT Energy prevede la costruzione di un impianto a solo 320 metri dalla località “Stracca”, una zona residenziale con oltre 35 abitazioni e più di 200 residenti. Tale distanza viola il Piano Regionale dei Rifiuti, che stabilisce un limite di 500 metri dagli insediamenti abitati per la realizzazione di simili impianti. La preoccupazione degli abitanti è alimentata dalla presenza di diverse strutture ricreative, tra cui un ristorante e una associazione culturale, che contribuiscono a caratterizzare l’area come luogo di vita comunitaria.

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Inoltre, nonostante il progetto sia previsto in una zona industriale, l’area circostante ha una forte vocazione agricola. La pianura del Fiume Vomano è nota per la produzione di alimenti destinati sia alla piccola sia alla grande distribuzione. Nonostante le affermazioni di sicurezza, l’idea di bruciare materiali tossici come resine plastiche melamminiche e formaldeide mette a dura prova la salute degli abitanti e degli ecosistemi circostanti.

Impatti ambientali sulle riserve naturali

Il progetto dell’impianto di co-incenerimento ha suscitato preoccupazioni anche per quanto riguarda l’ambiente naturale. A pochi chilometri dall’impianto, si trova la Riserva Naturale dei Calanchi di Atri, istituita nel 1995 e parte del Sistema delle Oasi WWF dal 1999. Quest’area, insieme all’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, potrebbe subire effetti negativi non solo diretti, ma anche indiretti, a causa delle emissioni nocive e dei rifiuti che potrebbero raggiungere i corsi d’acqua, in particolare il Fiume Vomano.

L’impatto di un simile impianto sulle aree naturali protette non è stato valutato adeguatamente. La mancanza di una valutazione di incidenza ambientale ha destato preoccupazione tra esperti e attivisti, che chiedono maggiore trasparenza e analisi approfondite prima di procedere con l’autorizzazione del progetto. Le riserve naturali non sono solo un patrimonio per la biodiversità, ma anche una risorsa turistica fondamentale per l’economia locale.

Pressioni ambientali già esistenti nell’area

Oltre alle preoccupazioni suscitate dal nuovo impianto, occorre notare che l’area nella quale si intende costruire è già soggetta a diverse pressioni ambientali. Sono presenti diverse strutture industriali, tra cui un sito di lavorazione inerti, un’azienda per il trattamento del calcestruzzo, e un’installazione per lo stoccaggio di idrocarburi. Tutte queste attività contribuiscono a una maggiore pressione sull’ecosistema locale e rendono sempre più urgente una valutazione cumulativa degli impatti ambientali.

La situazione si complica ulteriormente poiché l’area è inclusa nell’elenco dei siti potenzialmente contaminati della Regione Abruzzo. Le preoccupazioni per la salute e per l’equilibrio ecologico dell’area sono legittime, e la comunità locale si chiede quali ulteriori misure saranno adottate per proteggere il proprio territorio.

Necessità di coinvolgimento della comunità

La mancanza di coinvolgimento dei residenti nel processo decisionale ha sollevato molte critiche. Gli abitanti di Atri e delle zone limitrofe si sentono trascurati e privati di una voce nelle questioni che riguardano il loro futuro e quello della loro comunità. È fondamentale che le amministrazioni locali si facciano carico della responsabilità di coinvolgere attivamente i cittadini, organizzando incontri pubblici per discutere le scelte che potrebbero avere un impatto diretto sulla qualità della vita.

Le associazioni ambientaliste, come il WWF, stanno già promuovendo campagne di sensibilizzazione e richiedendo un cambio di rotta verso insediamenti industriali più sostenibili, legati all’economia circolare. Questi progetti dovrebbero mirare a ridurre la produzione di rifiuti, evitando l’incenerimento e il conferimento in discarica. È tempo di riflettere seriamente sulla salute pubblica e sull’ambiente, affinché scelte come quella dell’autorizzazione all’impianto di co-incenerimento non diventino precedenti pericolosi in futuro.

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