Tesla affonda: crollo del 40% in Borsa, vendite giù in Europa. E ci rimette anche Elon Musk

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In due mesi il titolo ha perso il 40% in Borsa, scendendo sotto i mille miliardi di capitalizzazione. A pesare sulla casa automobilistica sono il calo delle vendite e le scelte controverse di Elon Musk, mentre aumentano le proteste contro di lui e il brand

Tesla in crisi? Non proprio, ma sicuramente ci sono segnali di preoccupazione. Negli ultimi due mesi, l’azienda ha affrontato una bella bufera sui mercati finanziari. Le sue azioni sono crollate del 40%, passando da un massimo di 488 dollari a 295 dollari, facendo scivolare la capitalizzazione di mercato sotto la soglia psicologica dei mille miliardi di dollari: per la prima volta da novembre scorso, il valore di Tesla è infatti sceso a 949 miliardi di dollari. Ma cosa ha causato questo calo? Sicuramente hanno pesato la diminuzione delle immatricolazioni in Europa e negli Stati Uniti e dati finanziari meno brillanti rispetto agli anni scorsi ma probabilmente la vera scintilla è stata proprio Elon Musk: le sue dichiarazioni, le provocazioni politiche e alcune scelte discutibili hanno fatto storcere il naso a molti, compresi i possessori di Tesla, e la casa automobilistica ne ha risentito.

Tesla giù tra attese disattese, vendite in calo e le scelte di Musk

Tesla aveva visto una rapida ascesa in borsa, alimentata dalla speranza che i legami di Elon Musk con Donald Trump avrebbero favorito una rapida approvazione dei veicoli a guida autonoma. L’amministrazione Trump, però, non ha accelerato questo processo come previsto, e la delusione per questa mancata svolta, insieme ad altre aspettative disattese, ha iniziato a influire negativamente sul valore delle azioni. A questo si sono aggiunti i risultati deludenti delle vendite, in particolare in Europa, dove a gennaio le immatricolazioni sono diminuite del 45%, facendo scendere la quota di mercato di Tesla dall’1,8% all’1%. Secondo i dati dell’associazione dei costruttori europei (Acea), le immatricolazioni di Tesla sono state solo 9.945, meno della metà delle 18.161 di gennaio 2024, in un contesto di crescita generale del 37% nelle vendite di veicoli elettrici in Europa. In Germania, Tesla ha venduto appena 1.277 auto a gennaio, dato mensile più basso dal luglio 2021. Per la prima volta, nel Regno Unito, Tesla ha venduto meno auto della cinese Byd, e anche in Svezia e Norvegia la domanda è crollata drasticamente, con cali rispettivamente del 44% e 38%, come riportato dal New York Times.

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Anche negli Stati Uniti Tesla ha perso strada, sebbene la situazione sia meno grave rispetto all’Europa. In California, il più grande mercato per le auto elettriche, le vendite sono in calo da mesi, con una diminuzione delle immatricolazioni dell’11,6% nel 2024, nonostante una crescita dell’1,2% nelle vendite complessive di auto e camion elettrici, secondo la California New Car Dealers Association.

A questo punto, molti si chiedono se le provocazioni politiche di Musk, tra cui il suo endorsement al partito tedesco di estrema destra AfD, abbiano avuto un impatto sul calo delle vendite. Sebbene circolino video e immagini sui social che potrebbero farlo pensare, è ancora presto per stabilire l’effetto di queste dichiarazioni sui numeri di vendita. Un altro fattore da considerare è la disponibilità limitata di vetture nei concessionari: Tesla ha abbassato i prezzi alla fine del 2024 per stimolare le vendite, ma la crescente competizione, in particolare da parte dei produttori cinesi come Byd, ha ulteriormente complicato la situazione.

Tesla: dati deludenti in attesa dei nuovi modelli

I dati finanziari di Tesla non sono stati affatto entusiasti: l’azienda ha registrato ricavi di 25,7 miliardi di dollari nell’ultimo trimestre, al di sotto delle stime degli analisti. Gli utili per azione sono stati inferiori alle aspettative e l’utile netto annuale è sceso del 23% rispetto all’anno precedente. Tesla comunque pensa in grande e cerca di rilanciarsi con nuovi progetti, come la produzione del taxi senza conducente “Cybercab” nel 2025 e il lancio del modello Y nella prima metà dello stesso anno. Ma nel breve termine, la casa automobilistica statunitense dovrà lottare contro venti contrari.

E Musk perde 137 miliardi in due mesi

Il crollo delle azioni di Tesla ha avuto ripercussioni anche sul patrimonio di Elon Musk. Nonostante resti la persona più ricca del mondo, secondo il Bloomberg Billionaires Index, il suo valore è sceso drasticamente: da dicembre 2024 è passato da 486 miliardi a 349 miliardi di dollari, con una perdita di ben 137 miliardi in appena due mesi. E nemmeno le sue partecipazioni in altre aziende, come SpaceX e xAI, sono riuscite a compensare questo crollo. All’appello poi mancano anche i 56 miliardi di dollari legati al suo maxi bonus in Tesla bloccati dalla decisione del tribunale del Delaware.

Cresce la protesta anti-Musk: dagli adesivi alle celebrità in fuga

Intanto, in tutto il mondo cresce l’insofferenza verso Elon Musk, soprattutto a causa delle sue posizioni politiche, che si ripercuotono anche su Tesla. La sua alleanza con Trump e il sostegno a politiche di estrema destra hanno suscitato indignazione tra i consumatori. Molti proprietari di Tesla, che un tempo lo consideravano un pioniere tecnologico e ambientalista, ora si sentono traditi. Il suo appoggio ai repubblicani, i meme provocatori e le dichiarazioni controcorrente hanno irritato in particolare i più liberali. Così, molti si trovano ora imbarazzati a guidare una Tesla, con alcuni che hanno deciso di venderla o di unirsi alle campagne contro Musk. E le iniziative sono varie.

Una delle più popolari è quella di Matthew Hiller, un dipendente di un acquario alle Hawaii, che ha creato adesivi come “Anti Elon Tesla Club”. Le vendite di adesivi anti-Musk (da attaccare sull’auto), come “L’ho comprato prima che Elon impazzisse“, sono aumentate esponenzialmente, diventando virali. La domanda per questi adesivi ha visto picchi di 250-300 pezzi al giorno subito dopo le elezioni.

Anche le celebrità stanno prendendo le distanze. Sheryl Crow, ad esempio, ha venduto la sua Tesla come protesta contro le posizioni politiche di Musk, in particolare il suo sostegno a Donald Trump. La cantante ha annunciato che i proventi della vendita sarebbero stati donati alla National Public Radio (Npr), un’istituzione che considera minacciata dalle dichiarazioni del magnate.

Le proteste, pur variate, sono diventate anche più dirette e aggressive. Nel Regno Unito, attivisti hanno lanciato una campagna contro Tesla, criticando il sostegno di Musk all’AfD, il partito di estrema destra tedesco. A Londra, sono comparsi manifesti con la parola “Swasticar” accostata alla Tesla, suggerendo un legame tra Musk e il fascismo. In Italia sono apparse scritte come “Fuck Elon” su Tesla parcheggiate a Roma. La scorsa settimana, invece, a Milano, circa 20 attivisti hanno preso d’assalto il negozio Tesla, esponendo uno striscione che recitava “Musk thrives, democracy dies”, per denunciare il sostegno di Musk ai movimenti di estrema destra.

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