fare rete per combattere la povertà – Parrocchia San Michele Arcangelo

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Il presidente della Cei è intervenuto all’evento alla Camera dei Deputati a Roma “Lobbying e Advocacy contro la povertà”, nato da una collaborazione tra Caritas Italiana, Sapienza Università di Roma e la società FB & Associati. L’auspicio del porporato è stato per un dialogo tra istituzioni, operatori del settore e mondo accademico per contrastare un fenomeno che si è «cronicizzato» e che colpisce oggi oltre 5 milioni di persone a cui è negato uno standard di vita dignitoso

Giada Aquilino – Città del Vaticano

La povertà oggi in Italia è ai massimi storici: quasi una persona su dieci vive in uno stato di povertà assoluta, secondo l’Istat. Oltre 5 milioni di persone (più di 2 milioni di famiglie) non raggiungono uno standard di vita dignitoso. I dati del rapporto di Caritas Italiana su povertà ed esclusione sociale, presentato a fine 2024, mostrano poi come dal periodo pre-Covid ad oggi le richieste di aiuto siano aumentate di oltre il 40%.

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Una malattia del sistema

La povertà «non è una statistica», «non nasce dal caso», è una «malattia del nostro sistema» sulla quale serve riflettere per costruire poi «una rete, un’alleanza» tra istituzioni, operatori del settore e anche mondo accademico: è quanto ha sottolineato il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) intervenendo oggi a Roma, alla Camera dei Deputati, all’evento “Lobbying e Advocacy contro la povertà”. All’appuntamento, nato da una collaborazione tra Caritas Italiana, Sapienza Università di Roma e la società FB & Associati, su iniziativa del presidente della 1ᵃ Commissione affari istituzionali Nazario Pagano e nell’ambito del master in Rappresentanza di interessi dell’ateneo romano, il porporato ha ricordato come oggi si assista a una «cronicizzazione della povertà: i poveri sono i figli dei poveri», in una realtà in cui l’«ascensore sociale si è rotto», ha detto richiamando le parole della vicepresidente della Camera dei Deputati, Anna Ascani, che poco prima aveva evidenziato come «non sia più sufficiente avere un lavoro per sfuggire alla povertà».


Il cardinale Matteo Zuppi alla Camera dei Deputati

La carità è un progetto

Eppure, ha riflettuto l’arcivescovo di Bologna, il 60% delle aziende in Italia non trova manodopera. Di qui l’esigenza di una riflessione, pensandosi «insieme» per difendere coloro «che non sono difesi» e i loro diritti, «che non possono essere svuotati». Dalla carità, ha aggiunto, è nata una cultura «di umanità», perché «la vicinanza si traduce in un’azione più ampia tesa a capire le radici e a promuovere cambiamenti sistemici». Per questo l’augurio del porporato è stato che la rete «possa crescere, rimettendo al centro l’obiettivo della lotta alla povertà», perché la carità «non è assistenzialismo», ma un «progetto» per dare a tutti un futuro migliore. Quindi il cardinale Zuppi ha riassunto il rapporto tra carità e politica citando l’enciclica “Fratelli Tutti” di Papa Francesco: «Se qualcuno aiuta un anziano ad attraversare un fiume – e questo è squisita carità –, il politico gli costruisce un ponte, e anche questo è carità. Se qualcuno aiuta un altro dandogli da mangiare, il politico crea per lui un posto di lavoro, ed esercita una forma altissima di carità che nobilita la sua azione politica». La via allora è quella di un «dialogo – che a volte può anche non essere dialettico, fa bene a tutti – tra il volontariato e le istituzioni, tra il gratuito e chi deve rispondere per servizio alle istanze del bene comune».

Ascolta le parole del cardinale Zuppi

Consapevolezza e partecipazione

Da don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, è arrivato un appello a «rendere concreta la democrazia: per farlo – ha insistito – occorre farsi portavoce di chi non è in grado di difendere i propri diritti, in uno scenario che oggi si è fatto molto complesso». Caritas italiana con i suoi 6.000 punti di contatto sul territorio, ha proseguito, «tende con forza alla promozione umana, non vogliamo fermarci ad assistere: le persone che accogliamo non sono solo portatori di bisogni ma anche di sogni e risorse». Per questo si punta «a rendere più consapevoli le comunità sulle diseguaglianze esistenti» e con esse anche la politica, «alzando e favorendo la partecipazione di tutti».


Don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana

I giovani sempre più a rischio

Nel 2023 sono state circa 270.000 le persone sostenute dai servizi Caritas, ha sottolineato Federica De Lauso, del Servizio studi di Caritas Italiana, analizzando un fenomeno «profondamente mutato negli ultimi 15 anni», che oggi va a colpire soprattutto i minori e i giovani, le famiglie di operai e i nuclei di stranieri. In particolare, ha avvertito, «più si è giovani e più si rischia di vivere in una condizione di bisogno». A colpire – su tutti – è un dato Istat: nel 2023 in Italia vivevano 1,3 milioni di minori poveri. Per questo, ha aggiunto Nunzia De Capite, del Servizio advocacy di Caritas Italiana, in un momento in cui «si è ridotta la platea dei beneficiari di un aiuto pubblico» servono «politiche che siano complete».

Ascolta l’intervista a Federica De Lauso di Caritas Italiana

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La povertà è una sfida morale

La lotta alla povertà, ha assicurato Nazario Pagano come pure gli altri partecipanti, «è una sfida morale, civile e politica che riguarda tutti noi, come responsabili delle istituzioni, della Chiesa, delle associazioni e degli attori coinvolti», in un impegno comune fondato su solidarietà e giustizia. Non a caso «Lobbying e advocacy sono strumenti essenziali di democrazia e partecipazione», ha fatto notare Paola Perrotti, amministratrice delegata di FB & Associati. Anche in campo educativo: per questo serve «affrontare certi temi con la giusta maturità e consapevolezza», ha dichiarato infine Andrea Longo, direttore del Master universitario della Sapienza.



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