Bluechange: “Ottimizzare i costi e gestire il cambiamento: le sfide delle Pmi”

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Pianificare azioni di miglioramento senza sprechi di tempo e risorse e con una chiara visione strategica: è questo l’approccio di Paolo Aymon, ingegnere elettronico e fondatore di Bluechange, società di consulenza organizzativa e direzionale per le imprese. “Siamo concreti, ci sporchiamo le mani in fabbrica”, afferma Aymon, con un’esperienza manageriale più che ventennale in azienda prima di approdare alla consulenza, sottolineando il metodo operativo basato sulla conoscenza e sulla vicinanza alle realtà produttive.

Bluechange, con sede a Treviolo, in provincia di Bergamo, opera nelle operations, nella contabilità industriale e nella costificazione di prodotto oltre che nella strategia organizzativa, con un focus anche nella supply chain. Il target principale sono le piccole e medie imprese, con una forte presenza in Lombardia (Bergamo e Brescia in particolare), Veneto, Liguria e alta Toscana. “Ci rivolgiamo soprattutto alle aziende manifatturiere nei settori dell’elettronica, della meccanica strumentale, della plastica, gomma, legno, tessile e alimentare, ma lavoriamo anche con le imprese di servizi”, specifica Aymon.

Per il 2024, due sono stati i principali ambiti di intervento: il passaggio generazionale e la contabilità industriale. “Il tema del passaggio generazionale è particolarmente delicato nel contesto bergamasco, dove l’impresa familiare è una tradizione consolidata”, osserva Aymon. Da un lato, la difficoltà per chi guida un’azienda a lasciare spazio alle nuove generazioni; dall’altro, l’inserimento di giovani talenti che, spesso freschi di laurea, non hanno ancora maturato esperienza sufficiente per affrontare le complesse dinamiche aziendali. “In molti casi, sarebbe utile che i giovani facessero esperienza altrove prima di entrare nell’impresa di famiglia. Tuttavia, la carenza di collaboratori qualificati, in particolare tecnici, progettisti e ingegneri meccanici, elettronici ed informatici, rende questa strategia più difficile da attuare”.

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L’altro grande tema è la contabilità industriale. “Abbiamo supportato le imprese nell’analisi dei costi di produzione per recuperare competitività, misurando prima e ottimizzando, poi, i costi delle risorse utilizzate, come i fattori energetici e sfruttando l’analisi algoritmica e i modelli di business intelligence per migliorare l’efficienza degli impianti produttivi”, spiega Aymon.

Il contesto generale, però, resta complesso. “La crisi manifatturiera sta colpendo anche le aziende bergamasche, meccaniche e non solo, incluse quelle con una forte vocazione all’export. La domanda si è contratta bruscamente e la crisi del mercato automotive, in particolare in Germania, ha avuto un impatto significativo su Bergamo. A questo si aggiungono l’instabilità geopolitica, le guerre in atto e l’aumento dei costi energetici e la leggera ripresa inflazionistica”.

L’evoluzione dell’industria 4.0, che ha visto una forte spinta grazie agli incentivi fiscali, ora mostra i suoi limiti. “Le aziende hanno investito in automazione, ma ora gli investimenti si sono fermati. Nel frattempo, la transizione 5.0 fatica a decollare: gli incentivi sono arrivati tardi e le normative sono troppo complesse, soprattutto per le Pmi. Il nostro compito oggi è anche quello di aiutare le aziende a districarsi in questo scenario”. Aymon evidenzia inoltre la difficoltà per molte imprese nel gestire il rientro dagli incentivi post-Covid, che non sempre erano a fondo perduto.

Le prospettive per il 2025 non sono incoraggianti. “Il primo quadrimestre risentirà ancora della crisi del 2024, con effetti persistenti nei settori dell’automotive e del tessile, due comparti con un indotto significativo. La recessione tedesca trascina con sé anche l’Italia, e Bergamo non fa eccezione”.

Un’ulteriore incognita arriva dalle politiche commerciali internazionali. “I dazi e le misure protezionistiche preoccupano. Non solo quelli imposti dagli Usa, ma anche le politiche di tutela del mercato interno adottate da tempo, ad esempio, da India e Brasile e che rappresentano un ostacolo per le nostre imprese”, conclude Aymon. 
Tuttavia, ci sono settori in crescita: “Le migliori opportunità sono nei mercati del food, delle nuove tecnologie (AI, big data, cloud computing), dell’aerospaziale, dell’avionico e del farmaceutico. Chi ha investito e continua ad investire in innovazione oggi ne raccoglie i frutti”.

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