sui Lea il botta e risposta tra Pd e Regione

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L’Abruzzo non raggiunge i Lea 2023 (Livelli essenziali di assistenza) “collocandosi tra le regioni che non sono state in grado di raggiungere la sufficienza in due essenziali aree dell’assistenza sanitaria” cioè la prevenzione “che ci vedeva già maglia nera l’anno scorso (nel 2022)” e l’assistenza distrettuale, “quindi i servizi territoriali”.

A sollevare la polemica parlando di “pesante strigliata” del ministro di Fratelli d’Italia Orazio Schilaci all’Abruzzo con la pubblicazione del monitoraggio dei Lea, è il capogruppo regionale Silvio Paolucci (Pd) con a fargli da eco il segretario regionale del partito Daniele Marinelli.

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Sì, ammette la Regione, su quei due parametri la situazione non va, ma sull’assistenza ospedaliera, precisa snocciolando tutti i numeri, le cose sono diverse così come, afferma, sulla mobilità passiva che in realtà seppur con numeri importanti, sarebbe diminuita. Sanità ancora al centro dunque dello scontro politico con un serrato botta e risposta.

Paolucci: “Arranchiamo sul fronte più importante, l’assistenza alle persone”

Per Paolucci i due fattori su chi l’Abruzzo va male mostrano come “arranchiamo proprio sul fronte più sensibile e strategico, quello dell’assistenza alle persone, che ha come fulcro il loro diritto alle cure e il dolore di non poter essere sostenuti da un sistema efficiente per tempi e terapie”.

“Si va di male in peggio – rimarca Paolucci – perché leggendo la relazione ministeriale, emerge che non solo la regione non mostra segni di miglioramento dei conti, ma le azioni messe in campo non sono coerenti con gli obiettivi di risanamento previsti dal piano di rientro. Una strigliata in piena regola al modello Marsilio che è una durissima conferma di un fallimento che come opposizione abbiamo annunciato anni fa, mentre il governo regionale metteva la polvere sotto il tappeto per farsi riconfermare alla guida dell’Abruzzo”.

“E mentre chi governa si ‘autocommissaria’ con task force, cabine di regia e leggi omnibus che non migliorano la situazione. Il deficit peggiora e i numeri dei monitoraggi di settore non mentono e la raccontano giusta: d’altronde senza investimenti, senza personale, con prestazioni in calo, pazienti in fuga e comparto dell’emergenza in costante sofferenza in tutti i presidi, si può solo peggiorare – chiosa -. E’ proprio quello che sta accadendo, con il rischio che il deficit del 2024 richieda o un taglio delle risorse per investimenti a partire dagli Fsc o addirittura un aumento di tasse”.

Marinelli: “Ecco perché in Abruzzo viviamo l’esodo di chi deve curarsi”

“La sanità abruzzese non arriva alla sufficienza per quanto riguarda la prevenzione e le cure territoriali, e questa duplice inadempienza le preclude l’accesso alle risorse premiali del Fondo sanitario nazionale”, ribadisce quindi il segretario regionale Pd Daniele Marinelli. Il risultato sui Lea “spiega bene il motivo per cui l’Abruzzo è piagato dall’esodo di chi deve curarsi verso altre regioni. I numeri ministeriali basati sull’analisi di 24 indicatori, confermano quello che chi abita qui sa benissimo: fare prevenzione è arduo se non impossibile, e la sanità territoriale non funziona. Le liste di attesa infinite, i pronto soccorso intasati, e le cure negate al 10% della popolazione sono una triste caratteristica di questa regione”.

“La giunta Marsilio non ha saputo risolvere questi problemi, anzi li ha peggiorati, visto che il debito delle Asl e la mobilità passiva sono esplosi in questi ultimi cinque anni. L’Abruzzo non merita una classe dirigente così inetta, la cui uscita di scena sarà comunque tardiva. Le abruzzesi e gli abruzzesi – conclude Marinelli – non meritano una sanità pubblica ai minimi termini, tra debiti che aumentano e servizi che calano. Marsilio, la giunta regionale, la maggioranza di destra ci farebbero la cortese grazia di dire finalmente, non all’opposizione ma all’Abruzzo, cosa intendono fare per rimediare a questo disastro?”.

Le precisazioni, numeri alla mano, dell’assessorato alla Sanità

A replicare è la Regione e nello specifico l’assessorato alla Sanità guidato da Nicoletta Verì che parla di ufficializzazione di dati già diffuso lo scorso dicembre. “L’Abruzzo, pur mantenendo un ottimo posizionamento sull’assistenza ospedaliera, sconta una serie di fattori negativi nelle altre due aree (prevenzione e assistenza distrettuale)”.

“Sulla prevenzione, ad esempio, resta inferiore al valore target (con uno scarto dello 0.5 rispetto alla soglia di sufficienza) l’indicatore riferito alle vaccinazioni di base nella popolazione 0-24 mesi in 2 Asl su 4. Si tratta, in ogni caso, di una rilevazione puramente statistica con un indice di 89.57 per cento (che comporta un punteggio Lea pari a 0), mentre il dato reale delle effettive vaccinazioni supera la soglia di sufficienza e si attesta al 91.13 (per un punteggio finale pari a 33.9). Analoga situazione sulle vaccinazioni di prima dose contro morbillo, parotite e rosolia, che garantirebbero un punteggio finale di 41.7”, spiega entrando nel dettaglio.

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“Sugli screening della cervice uterina e della mammella si registra un netto miglioramento rispetto al 2022, mentre ci sono ancora criticità su quello del colon retto. Su quest’ultimo screening, però, la Regione ha già attivato una serie di misure correttive negli ultimi mesi, a partire dalla possibilità di utilizzare la rete delle farmacie dei servizi. Un’azione che permetterà di recuperare in gran parte il gap. Sull’assistenza distrettuale, invece – ammette -, la situazione è molto più complessa, perché la nostra Regione sconta nel 2023 il processo di riorganizzazione della rete territoriale”

“Questo ha portato inevitabilmente nel primo anno di applicazione del nuovo modello– spiega ancora l’assessorato -, alcune disfunzioni che sono state però già recuperate. Tra i dati che hanno influito negativamente sul punteggio finale, spicca l’allarme target 118, vale a dire il tempo medio impiegato da un’ambulanza per raggiungere il punto di intervento: in alcune aree dell’entroterra montano, la rete viaria, infatti, non consente sempre di rispettare i tempi standard”.

“E c’è poi l’aspetto, non secondario, del numero di anziani non autosufficienti che può accedere alle Rsa, in numero ancora non adeguato in una regione la cui popolazione anziana è costantemente in aumento”.

“Di contro, però, è cresciuta in maniera importante l’Adi (l’assistenza domiciliare integrata) che continua a registrare valori positivi – sottolinea quindi la Regione – Dalle proiezioni riferite al primo semestre 2024, in ogni caso, è già visibile un miglioramento, sia sul fronte della prevenzione, che dall’assistenza distrettuale”.

L’assessorato, inoltre, tiene a fornire alcuni chiarimenti anche sul tema della mobilità passiva extraregionale, di cui negli ultimi giorni si è parlato molto. “In realtà il saldo negativo tra mobilità attiva e passiva nel 2023 è pari a 89 milioni di euro, con una riduzione di 9 milioni rispetto al 2022, quando si attestava a 98 milioni”, afferma.

Questo, conclude, “a dimostrazione dell’efficacia delle misure messe in campo dal governo regionale. Tra le prestazioni che hanno registrato, nel 2023, un minore ricorso alla mobilità extraregionale spiccano la neuro-riabilitazione, l’oncologia, l’ostetricia, la neurochirurgia pediatrica, la neonatologia e la nefrologia”.

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