Il 15enne arrestato a Bolzano probabilmente avrebbe colpito a Chiusa, nella pista da ghiaccio. L’obiettivo era uccidere una persona fragile
Quelle scritte in inglese senza un senso compiuto ma dai toni inquietanti («guerra, flagello, cuore nero») e quel numero 764 scritto più volte, a caratteri cubitali, con lo spray arancione: per i responsabili della pista di pattinaggio di Chiusa — una struttura comunale di ghiaccio naturale, che in questo periodo dell’anno è già in fase di scioglimento — quegli imbrattamenti erano un mistero. Erano comparsi all’improvviso, un anno fa tutto intorno alla pista: sulla facciata del piccolo edificio a un piano che ospita il bar Hockey, su auto e furgoni in sosta nel vicino parcheggio e sulle arcate del viadotto della vecchia ferrovia della Val Gardena, un manufatto ultracentenario e sotto tutela che oggi separa la pista di ghiaccio dallo skatepark. «Cosa significasse quel numero nessuno lo sapeva, così come non capivamo il motivo per cui gli ignoti vandali lo avessero scritto in serie, tutto intorno a quell’area, quasi a voler marcare il territorio o a lanciare un messaggio a qualcuno» ricordano ora i gestori dell’impianto sportivo, che preferiscono restare anonimi.
Il numero misterioso e le scritte
Quel numero era un mistero, ma ora è stato risolto: il «764» era il nome di un gruppo satanista e neonazista suprematista, dal codice postale parziale della cittadina natale del suo fondatore in Texas. Un gruppo al quale apparteneva un quindicenne residente in Alto Adige, che secondo la Digos era pronto a passare all’azione, in occasione della «Settimana del terrore»: l’obiettivo era di uccidere una «persona in difficoltà», quindi con ogni probabilità un senzatetto, riprendendo la scena in un video da pubblicare poi su un sito russo del dark web. Il luogo scelto per l’omicidio, forse, sarebbe stata proprio la pista di pattinaggio, in un’area piuttosto isolata a ridosso della ferrovia. Quelle scritte, lette con il senno di poi, mettono quindi i brividi. «Noi all’epoca avevamo solo compreso che quelle scritte erano diverse dai soliti graffiti, che anche qui non mancano» commentano i gestori dell’impianto.
Il sindaco di Chiusa
Anche il sindaco di Chiusa, Peter Gasser, ricorda: «Era stato imbrattato, con quel numero, l’edificio della pista di pattinaggio e quindi avevamo deciso di cancellarle, facendo ridipingere la facciata. Inoltre avevamo denunciato l’atto vandalico alle forze dell’ordine. Ma mai ci saremmo aspettati una cosa del genere. Ho letto la notizia dell’indagine sui giornali ma non potevo di certo immaginare che fosse proprio qua da noi».
Le accuse
Il quindicenne arrestato, intanto, resta rinchiuso nell’istituto di custodia minorile di Treviso. Lo ha deciso il giudice, che ha convalidato l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale per i minorenni di Bolzano, su richiesta della Procura. Il quindicenne si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio. È accusato di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo, fabbricazione e utilizzo di ordigni esplosivi, porto abusivo d’armi, danneggiamento aggravato, detenzione e diffusione di materiale pedopornografico. Secondo gli inquirenti, inoltre, pochi giorni prima del suo arresto, il giovane stava prendendo contatti per fuggire all’estero: «Si temeva che volesse fare una grande azione dimostrativa e stava pianificando anche la fuga» ha confermato al Tgr Rai il presidente del Tribunale per i Minorenni di Bolzano, Benno Baumgartner, il quale ricorda che i genitori del quindicenne erano all’oscuro della vicenda: «È una di quelle situazioni in cui i ragazzi sono totalmente isolati, rinchiusi nella loro stanza. Da una parte il giovane cercava l’appartenenza a un gruppo e dall’altra cerca di scaricare il suo odio verso la società da cui si sente escluso».
L’indagine prosegue anche per meglio delineare i confini dell’attività criminosa internazionale del gruppo 764, che era stato fondato nel 2020 da Bradley Cadenhead, all’epoca quindicenne, residente in Texas. Arrestato nel 2021, Cadenhead è stato condannato a 80 anni di carcere per aver girato un video in cui alcuni bambini venivano picchiati e abusati sessualmente. Uno dei principali membri del gruppo 764 era l’inglese Cameron Finnigan che è stato condannato a sei anni di carcere per istigazione al suicidio, possesso di materiale di propaganda terroristica e immagini pedopornografiche.
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