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di Michele Campiotti

Dopo il forte cambiamento avvenuto nel corso del 2022 sui costi produzione, aumento che nell’area PR è avvenuto senza un analogo aumento del valore del latte, l’anno 2023 ha portato una maggiore stabilità. I costi di produzione sono rimasti alti, ma il mercato del prodotto finale ha dato segnali di ripresa positivi. Questo genera un momento complessivamente positivo per le aziende che devono approfittarne per migliorare la loro gestione rendendosi via via sempre più qualitative e competitive. Per prendere coscienza concretamente di questi dati guardiamo la tabella 1:

Figura 1 – Programma Gestione Economica Allevamento (GEA) 2025 AREA PR.

Cosa sono – realmente – i costi di produzione

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Innanzitutto, precisiamo il significato di “Costi di produzione”. Quando si parla di costi di produzione del latte si intende la somma di tutti i costi sostenuti per produrre 100 litri di latte. Quindi non solo i costi cosiddetti “espliciti”, ma anche tutti quelli “impliciti”, cioè gli ammortamenti, tutti i costi fissi e anche la remunerazione di tutti i beni che l’imprenditore spesso apporta alla sua attività, comprensivo di manodopera familiare, interessi sul capitale agrario, capitale di anticipazione e beneficio fondiario. Per calcolare questi costi correttamente l’azienda deve per forza avere un bilancio “vero e proprio”, unico strumento che gli consente di valutare correttamente i suoi costi di produzione.

Tabella 1 – Costi medi di produzione del latte 2022 – 2023 Progetto Allevamento Futuro – Elaborazione Campiotti 2024.

I dati della Tabella 1 sono tratti dal Progetto Allevamento Futuro. Il Progetto Allevamento Futuro, da me coordinato, è una proposta di lavoro rivolta agli allevatori di vacche da latte che introduce l’azienda ad utilizzare il bilancio per la propria gestione aziendale. All’azienda viene fornito un programma per la gestione economica dell’allevamento, agile e di facile utilizzo e in continua evoluzione in cui iniziare ad inserire le informazioni della propria azienda. Gli allevatori vengono assistiti da consulenza tecnica specializzata nella fase di compilazione per verificare il fatto che l’inserimento dei dati è effettuato nel modo corretto. L’impostazione del bilancio (centri di costo, ammortamenti, inventario scorte, mutui, ecc.) è la stessa per tutti i partecipanti. Questo permette, alla fine della compilazione, di raccogliere i dati di ciascuno ed elaborarli, confrontandoli in forma assolutamente anonima (è prevista la firma di un accordo sul trattamento dei dati), dopo averli standardizzati. A ciascun partecipante vengono restituiti i percentili di riferimento di tutto il gruppo paragonati a quelli aziendali su tutti gli aspetti: economico, patrimoniale e finanziario. Il Progetto Allevamento Futuro è in continua crescita. Lo scopo principale in fondo è accompagnare l’allevatore a diventare sempre più imprenditore imparando ad applicare nella propria azienda il controllo di gestione. Nella Figura 1 potete vedere la pagina principale del foglio elettronico multiplo nuovo del GEA 9.03 PR 2025. Il programma è sviluppato esclusivamente a scopo di studio e viene rilasciato solamente ai partecipanti al Progetto Allevamento Futuro che non hanno il diritto di diffonderlo a terzi. Utilizzandolo l’utente si impegna a rispettarne le regole, a gestire correttamente le informazioni che a fine di ogni anno verranno standardizzate e utilizzate in forma anonima per gli studi di settore (per maggiori informazioni: progettoallevamentofuturo@gmail.com).

Infine, preciso che il costo di produzione del latte non è rappresentativo del risultato finale dell’azienda: l’azienda, infatti, ha anche delle altre entrate connesse alla produzione del latte, classicamente sono: la vendita degli animali a fine carriera e dei vitelli maschi, eventuali vendite agricole e la PAC. A seconda delle aziende queste “altre entrate” possono variare da 3 a 8 euro per 100 litri di latte e questi vanno a completare la chiusura del bilancio aziendale.

Latte alimentare, Dop e area PR

I dati riassunti nella tabella 1 mettono in luce la forte differenza media esistente tra i costi di produzione del latte alimentare e DOP rispetto a quello dell’area PR. Oggi in entrambi gli scenari i “costi di produzione” sono molto vicini alla remunerazione media del latte delle due aree. Le deviazioni standard testimoniano però che in entrambi gli scenari esiste una variazione considerevole e quindi sono possibili guadagni consistenti a seconda soprattutto dal livello di gestione aziendale dell’allevamento.

Grafico 1. Aziende area PR 2019-2024: risultato di bilancio.

Guardando i dati di chiusura di bilancio dell’area Parmigiano Reggiano in questi ultimi anni vediamo in sintesi il cambiamento della situazione nel grafico 1 che riassume la % di aziende che hanno chiuso un bilancio con utile netto finale positivo rispetto a quelle con utile netto negativo. Negli anni 2019-2020 l’andamento era sostanzialmente ottimo con meno del 10% di aziende in passivo. Questo dato, vista la fisiologica variabilità gestionale delle aziende era da considerare eccellente. A partire dal 2022, abbiamo avuto una flessione che nel 2023 sembra ridursi leggermente. Ci auguriamo una ulteriore riduzione dalle previsioni 2024, anno in cui i costi si mantengono alti ma i valori del formaggio danno segni positivi. Nel 2022 il 25% delle aziende ha chiuso in negativo. Dai dati questo livello minimo sembrerebbe ridursi costantemente nel 2023 e ulteriormente nel 2024 (dato previsionale).

2025: per guardare avanti serve un piano d’azione

Dai bilanci preventivi del 2024 in gran parte si evince una buona situazione anche nell’area Parmigiano Reggiano con una discreta flessione dei costi alimentari. In queste situazioni è importante fermarsi e pensare cosa è meglio fare con la maggiore liquidità che si genera.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Il mio esimio e stimatissimo collega Gary Sipiorsky (grande esperto economico gestionale USA del nostro settore) ritiene infatti che generalmente “SI COMMETTONO PIÙ ERRORI QUANDO IL PREZZO DEL LATTE È ALTO CHE QUANDO È BASSO.” I punti chiave su cui lavorare in questi casi sono almeno tre.

Li riporto in brevissima sintesi.

Controllare le spese. Verificare le spese rispetto lo scorso anno e tenere saldo il portafoglio di cassa anche se c’è più liquidità. Controllare il debito verso fornitori, e usare la maggiore liquidità per sanare, se ci sono, pendenze eccessive.

Uno sguardo ai prestiti. Quando c’è del denaro in più nei conti correnti, gli agricoltori si chiedono se non sia il caso di estinguere i prestiti in corso. In periodi come questo in cui i tassi sono alti, se c’è disponibilità, potere ridiscutere mutui costosi può essere importante per “consolidare” la situazione aziendale. Può essere utile fissare un appuntamento con i vostri creditori per una verifica dettagliata della vostra situazione.

Guardare avanti. Tutti sanno che le aziende zootecniche richiedono una grande quantità di capitale per continuare a operare. Se si vuole che l’azienda rimanga redditizia, è necessario effettuare degli investimenti. Quando i margini sono buoni, si possono apportare miglioramenti che permettano di aumentare il benessere animale e di conseguenza la produzione diluendo i costi fissi su latte marginale.

“Quando si parla di disponibilità di liquidità nelle aziende zootecniche, è importante sedersi e avere un piano d’azione”

Il primo strumento per poterlo fare è proprio iniziare a fare il bilancio in modo completo e corretto, ed imparare ad usarlo per prendere le proprie decisioni gestionali.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

È un percorso entusiasmante che già diverse aziende hanno intrapreso con risultati di rilievo. Da questo punto di vista il Progetto Allevamento Futuro è un’occasione, disponibile per tutti, per fare questo percorso di implementazione del controllo di gestione nella propria azienda e dare futuro adeguato ai propri progetti.

Nel corso del 2023 nell’area del Parmigiano Reggiano le aziende più redditizie sono riuscite a guadagnare fino a 2300 euro per vacca presente all’anno di utile netto finale. Al contrario le aziende meno redditizie ne hanno persi 700. È una forbice di circa 3000 euro per vacca all’anno che dipende soprattutto dal livello di gestione aziendale.

È necessario che le aziende sfruttino positivamente questo andamento positivo del mercato per migliorare e consolidare la propria situazione. Per far questo occorre guidare davvero la propria azienda.

Come e con quali strumenti state guidando la vostra azienda?

Finisco questo breve articolo con una domanda a tutti i lettori: “Come e con quali strumenti state guidando la vostra azienda?”. Non è scontato guidare un’azienda. Guidare un’azienda è un po’ come guidare un’automobile. Ci sono alcuni fattori chiave che compongono la guida. Quando si guida, si sa dove andare, si conoscono mediamente i tempi di viaggio, si prende coscienza delle condizioni del traffico scegliendo la strada migliore e si conoscono bene le condizioni della propria auto e chi sono i propri compagni di viaggio. Sono tutte caratteristiche che esistono anche in un’attività imprenditoriale. Guidare un’impresa significa sapere dove si vuole andare: un’impresa non sta mai ferma, o va avanti migliorando oppure inevitabilmente invecchia, diventando adagio-adagio obsoleta e ripetendo sé stessa. Oltre a sapere dove si vuole andare occorre sapere come arrivarci e in quanto tempo e i nostri obbiettivi per essere valutati devono avere una scadenza temporale. Inoltre, portare un’azienda da un punto a un altro vuol dire cambiarla. Questi cambiamenti quali sono? come avverranno? come vengono misurati? Inoltre, a proposito dei compagni di viaggio occorrere coinvolgere chi lavora con noi e conoscere le caratteristiche dello scenario (il traffico) in cui ci muoviamo.

Ora concludo lasciando aperta questa domanda che ripongo ancora: “Come e con quali strumenti state guidando la vostra azienda”?

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Saldo e stralcio

 

Michele Campiotti

Dottore Agronomo – Specialista allevamenti bovini da latte

michele.campiotti@gmail.com



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