“La salute non aspetta. Non rinunciare a curarti”. È questo lo slogan con cui il Partito Democratico del Piemonte rilancia la propria campagna per la riduzione delle liste di attesa che rappresenta sempre di più un’emergenza. In Piemonte, infatti, troppo spesso i cittadini non trovano disponibilità per visite ed esami oppure sono costretti o ad attendere tempi lunghissimi o ancora a spostarsi a centinaia di chilometri da casa. Chi non può attendere – si parla di almeno sei mesi anche per le prestazioni più basilari – si rivolge al privato, mentre in troppi, purtroppo, rinunciano alle cure. In Italia il numero è di circa 4,5 milioni di persone, mentre in Piemonte l’8,8% dei piemontesi ha rinunciato alle cure nell’ultimo anno. Un dato più alto della media nazionale che è al 7,6% e che è l’immagine di una situazione ingiusta e inaccettabile, perché la salute è un diritto fondamentale.
«Quando parliamo di liste d’attesa in sanità siamo di fronte a un’emergenza che continua a crescere e colpisce i piemontesi in uno degli aspetti più delicati della vita – spiega il segretario regionale del partito Domenico Rossi – La campagna Stop alle Liste d’Attesa, sottoscritta da circa 20 mila piemontesi, è stata il primo atto dell’attuale segreteria regionale, ma la situazione è peggiorata. Gli innumerevoli annunci e le promesse di Cirio non hanno portato nessun miglioramento. Anzi assistiamo a un disegno di smantellamento del Sistema Sanitario Nazionale, come dimostra il record in negativo di investimenti in sanità con l’ultima finanziaria del governo Meloni che ci fa scivolare sotto la soglia del 6%. La dimostrazione che non hanno imparato nulla dalla pandemia. Il PD chiede con forza maggiori risorse a livello nazionale, stipendi più alti per il personale, un piano straordinario di assunzioni e il potenziamento della medicina territoriale. Tutti interventi a medio e lungo raggio, ma fin da subito si può e si deve fare di più. La legge già prevede l’attivazione del percorso di tutela che consente di ridurre i tempi di attesa e ricevere la prestazione in intramoenia o nel privato accreditato senza ulteriori spese rispetto al ticket eventualmente previsto per il cittadino. Peccato che qui in Regione Piemonte il Cup non lo dice e la Regione complica il percorso così che in pochi possano accedere. Chiediamo una campagna pubblica che informi i cittadini e di uniformare e semplificare le procedure».
Il percorso di tutela e le tempistiche
Il Partito Democratico prende atto della situazione e con la campagna rilancia una procedura introdotta con il decreto legislativo n.124 del 29/04/1998, riaffermata con l’articolo 3 del Decreto Legge n. 73 del 7 giugno 2024 (Convertito nella legge 107/2024) e regolamentato dalla Regione Piemonte con due circolari del 2024. Sulla base della normativa vigente, ogni cittadino in possesso di una prescrizione di visita e/o esame specialistico in primo accesso in classe di priorità B (entro 10 giorni) – D (visite 30 giorni / esami 60 giorni) – P (120 giorni) che non sia riuscito a prenotare la prestazione sanitaria tramite il Cup nei tempi indicati dalla ricetta del medico, potrà presentare formale istanza per accedere al percorso di tutela ed essere avviato alla prestazione specialistica attraverso l’utilizzo dell’attività libero-professionale intramuraria, delle prestazioni del sistema privato accreditato, ma senza costi aggiuntivi rispetto al ticket poiché a carico della regione.
A presentare i dettagli del Piano sono anche Gianna Pentenero, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale, Valentina Paris, componente della segreteria regionale del Pd con delega al diritto alla salute e Marcello Mazzù, Segretario del Partito Democratico di Torino.
“Il percorso di tutela deve essere messo a disposizione in modo automatico, e proposto direttamente dal Cup nel caso non vi siano posti disponibili – osserva il vicepresidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale, Daniele Valle – Fatico a vedere una qualunque persona anziana che compila online un modulo in pdf, lo scarica, allega i suoi documenti digitalizzati e invia tutto tramite Pec. Tutto questo per ottenere un suo diritto. In soli tre mesi l’Umbria ha implementato la sua app per le prenotazioni: ora entrando con Spid si trovano già caricate le ricette emesse dal medico di famiglia, c’è solo da scegliere giorno e ora, e si può pagare il ticket direttamente sulla app. Tre mesi, risparmio e efficienza, contro sei anni di annunci e code che si allungano».
“Non vogliamo fermarci alla denuncia, ma essere al fianco dei piemontesi in maniera concreta e costruttiva, contribuendo all’interesse generale e al benessere pubblico – precisa Nadia Conticelli, Presidente del Partito Democratico del Piemonte – Non è detto che si possa agire positivamente solo se si governa, vogliamo essere motore per aiutare i cittadini a rivendicare e agire i loro diritti. Il Sistema sanitario universalistico è lo strumento più efficace per la tutela della salute pubblica, deprivare questo sistema di professionalità e di risorse crea insicurezza, fragilità e disagio sociale».
“La campagna – conclude Domenico Rossi – prevede tre fasi: una prima in cui informeremo i cittadini di questa possibilità attraverso i canali social del partito e banchetti nelle piazze. La seconda durante la quale sperimenteremo un servizio di accompagnamento alla richiesta di attivazione del percorso di tutela. La terza in cui renderemo stabile questo servizio grazie al lavoro dei nostri circoli per dare una mano a chi è solo e fatica ad attivare le richieste».
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