Il futuro del cinema secondo Tim Richards (Vue)

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Tim Richards, fondatore e CEO di Vue Entertainment, il più grande circuito cinematografico europeo in Europa, ha espresso grande ottimismo sul futuro del settore, che ancora sta tentando di riprendersi pienamente dopo le sfide imposte dalla pandemia e dagli scioperi di Hollywood. Richards ha condiviso la sua visione durante il suo intervento al European Digital Cinema Forum (EDCF) e ha sottolineato che il cinema è pronto per una ripresa, grazie all’evoluzione delle abitudini del pubblico e all’adozione di nuove tecnologie.

Secondo Richards, lo spartiacque sarà rappresentato dal prossimo grande evento cinematografico, Avatar: Fire and Ash di James Cameron: «Tra dieci anni ci guarderemo alle spalle e penseremo che è stato la fine e l’inizio di tutto» ha detto. L’industria cinematografica è pronta a decollare nuovamente, secondo lui: nonostante il 2024 abbia visto un andamento piuttosto stabile nei botteghini del Regno Unito rispetto all’anno precedente, Richards ha attribuito la causa principale di questa stagnazione agli scioperi, che hanno influenzato la produzione di film. «Anche durante gli scioperi, i cineasti europei si sono fermati, poiché nessuno voleva compromettere la possibilità di lavorare su un film di Hollywood» ha affermato.

Richards ha sottolineato come la produzione non si sia ripresa pienamente fino a febbraio-marzo del 2024, creando una carenza di contenuti che ha influito sulle uscite cinematografiche. Tuttavia, nonostante questa sfida, il CEO ha sottolineato come il pubblico sia ancora molto interessato a film di qualità, citando successi come Inside Out 2 e Deadpool & Wolverine come evidenze di un pubblico che non ha perso l’entusiasmo per l’esperienza della sala. Per il 2025, Richards prevede un leggero aumento rispetto al 2024, con un vero e proprio picco atteso nei due anni successivi, quando l’industria sarà in grado di proporre una più ricca proposta di grandi film: «Il 2026 e il 2027 saranno anni straordinari».

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Un altro fattore che contribuisce all’ottimismo di Richards è la recente ristrutturazione finanziaria di Cineworld, che ha segnato la fine di un lungo periodo di difficoltà per la catena e ha restituito una nuova energia all’intero settore. A livello di innovazione, Vue sta continuando ad espandere la sua offerta di esperienze premium, con l’introduzione di schermi Premium Large Format (PLF): «Avranno una serie di criteri che saranno di altissimo livello, proiettori laser potenziati con gli incredibili sistemi audio Dolby Atmos, schermi molto grandi con poltrone reclinabili». La compagnia ha inoltre aperto un cinema all’avanguardia a Swindon, con una sala completamente dotata di sedili reclinabili e un’offerta di lusso che include frigoriferi per il vino.

Richards ha anche parlato dell’importanza dell’intelligenza artificiale nel migliorare l’esperienza per i clienti: Vue sta utilizzando la tecnologia per ottimizzare la programmazione dei film. L’azienda è in grado di proporre una maggiore varietà di film rispetto ai suoi principali concorrenti, mostrando il 46% di film in lingua straniera nel Regno Unito. Vue ha inoltre rimosso gli stand di concessione, concentrandosi sull’esperienza complessiva del cliente, e ha annunciato l’intenzione di adottare un sistema di pagamento simile a quello di Amazon per semplificare ulteriormente l’acquisto dei biglietti.

Infine, Richards ha parlato della nuova iniziativa di distribuzione, Vue Lumiere, con l’obiettivo di promuovere film indipendenti e di nicchia, un’area in cui l’azienda ha visto opportunità di crescita. «Non vogliamo competere con altri distributori, vogliamo semplicemente colmare un vuoto nel mercato» ha dichiarato. Il CEO ha anche mostrato entusiasmo per una maggiore collaborazione tra gli espositori e i servizi di streaming, come Netflix, esprimendo il desiderio di proiettare più contenuti di streaming nei cinema. Nonostante le difficoltà affrontate, Richards è fermamente convinto che il cinema abbia un futuro brillante. «Sono molto ottimista sul futuro dell’industria» ha concluso.

Fonte: Variety

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