Il compito della sinistra? Smascherare i privilegi di pochi a danno di tutti

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L’avanzata della destra estrema sembra essere immune dall’accusa di incoerenza (tra vita e politica, e tra posizioni tra di loro incompatibili). Per superare questa impasse la sinistra deve mostrare che gli interessi ben intesi dei molti non sono in contrasto con i principi di giustizia

Negli ultimi anni le incoerenze (vere o presunte) di esponenti politici progressisti sono state crocefisse spesso oltre la loro importanza, mentre il pubblico sembra condonare a priori le gigantesche incoerenze a destra. Dalla barca di D’Alema al caso Soumahoro sembra che la sinistra possa essere colpevole di ipocrisia, mentre a destra non si contano contraddizioni tra privato e pubblico (ad esempio, il family day popolato da divorziati, Trump che si presenta come il difensore del popolo contro le élites). Benché la dinamica fosse già stata mostrata da Berlusconi, tutto questo è esploso con Trump e la nuova destra reazionaria. Recentemente, Gianfranco Pellegrino è partito proprio dal caso di Alice Weidel, leader di AfD, la quale vive una vita personale apparentemente incompatibile con le proprie posizioni reazionarie e anti-immigrazione. Di fronte allo sfoggio di incoerenza palese, che sembra colpire la sinistra e non turbare la destra, Pellegrino suggerisce che la sinistra dovrebbe trovare nuove sintesi tra ideali apparentemente divergenti. Nuove sintesi riguardanti le attuali questioni più calde: genere, ambiente, impatto della tecnologia digitale.

Benché condivida la diagnosi della situazione, la proposta deve essere completata di un qualcosa che in tutto questo discorso è rimasto un elemento indicibile a sinistra: il ruolo degli interessi. Negli ultimi decenni la sinistra si è apparentemente presentata come baluardo di certi principi (inclusione, non discriminazione). Accusata di non averli rappresentati ed espressi realmente, è risultata tanto tiepida di fronte a chi chiedeva un posizionamento di principio forte, quanto incoerente di fronte a chi non apprezzava questi principi.

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In ogni caso, la sinistra non è riuscita a mostrare come i principi sono in qualche modo anche legati a interessi fondamentali. Invece, la destra si è presentata come baluardo di difesa di interessi di vario tipo. Manipolando la discussione, si è raffigurata come la protettrice di interessi generali (gli italiani contro gli stranieri), e non si è vergognata di difendere interessi indifendibili (rendite di posizione come i balneari).

In tutto questo le contraddizioni politiche (tra la difesa di interessi di micro-rendite di posizione e la difesa di interessi generali) e l’evidente ipocrisia a livello personale (tra posizioni professate in pubblico e vita privata) la destra non ha patito l’accusa di incoerenza perché in molti sono cascati nel trucco di identificarsi con gli interessi di pochi o hanno pensato che la destra potesse garantire per tutti i privilegi dei pochi (in questo Berlusconi fu maestro). Il compito ora è duplice. Primo, smascherare il giochino illusorio di un’impossibile società di privilegi individuali: i privilegi valgono solo per i potenti.

Ambiente e tecnologia

Ma questa denuncia non deve limitarsi ad accusare la destra di ipocrisia perché nella dinamica discorsiva l’ipocrisia di destra vince. Vince perché solletica l’ambizione nascosta di molti di replicare nel proprio privato il privilegio dei potenti. Invece, la denuncia di incoerenza deve toccare direttamente gli interessi, e mostrare che la difesa dei privilegi dei potenti danneggia direttamente gli interessi di tutti.

Secondo, la sinistra deve mostrare che i principi non sono contrari agli interessi ben intesi dei molti. Su ambiente e governo della tecnologia molto è stato detto senza divenire patrimonio comune della coscienza collettiva. La fine graduale della dipendenza dai combustibili fossili genera conflitti e problemi di cui la politica deve farsi mediatrice, ma è chiaramente un ambito in cui i principi e gli interessi collettivi si possono allineare. Analogamente il governo della tecnologia mostra l’iniquità dell’attuale situazione in cui la finta gratuità di molti servizi digitali va a vantaggio di pochissimi.

Compito della sinistra è presentarsi come rappresentante degli interessi dei più, in opposizione non ai principi, bensì agli interessi dei pochi. Non ci sono ricette facili e i conflitti tra interessi sono destinati ad esplodere. Ma riappropriarsi discorsivamente della difesa degli interessi (bene intesi) è il primo passo per non soccombere di fronte alla sfrontata incoerenza di chi vuole solo e soltanto difendere i propri privilegi.

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