Iata, report sulla sicurezza: “Un incidente ogni 880mila voli”

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27 Febbraio

11:32
2025



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Un incidente ogni 880.000 voli, media quinquennale migliorata in diversi parametri chiave, ma un passo indietro rispetto alle eccezionali prestazioni del 2023. Lo certifica l’International Air Transport Association (Iata) nel suo rapporto annuale sulla sicurezza del trasporto aereo nel 2024. Il tasso di incidenti complessivi di 1,13 per milione di voli è stato dunque migliore della media quinquennale di 1,25, ma peggiore dell’1,09 registrato nel 2023.

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Sette gli incidenti mortali nel 2024 su 40,6 milioni di voli, dato superiore al singolo episodio registrato nel 2023 e alla media quinquennale di 5. Nel 2024, inoltre, si sono verificati 244 decessi a bordo, rispetto ai 72 segnalati nel 2023 e alla media quinquennale di 144. Il rischio di mortalità è rimasto basso allo 0,06, al di sotto della media quinquennale (0,10), ma è raddoppiato in confronto allo 0,03 del 2023.

«Anche pensando ai recenti incidenti aerei di una certa importanza, è giusto ricordare che sono estremamente rari – sottolinea Willie Walsh, direttore generale di Iata – Inoltre, la storia a lungo termine della sicurezza aerea è la conferma di un continuo miglioramento. Un decennio fa la media quinquennale (2011-2015) era di un incidente ogni 456.000 voli, nel periodo 2020-2024 è di uno ogni 810.000 voli. Un progresso dovuto al fatto che sappiamo che ogni vittima è una di troppo. Per questo l’accumulo di dati sulla sicurezza, incluso il rapporto 2024, è il nostro strumento più potente».

AUMENTO DI RISCHI NELLE ZONE DI GUERRA

L’abbattimento di due aerei in zone di conflitto (Kazakistan con 38 vittime e Sudan con 5) ha rafforzato l’importanza dell’iniziativa Safer Skies, istituita in seguito alla tragedia del PS752 per facilitare le misure di sicurezza nello spazio aereo ad alto rischio.

INCIDENTI PIÙ COMUNI

Gli impatti con la coda e le escursioni di pista sono stati gli incidenti segnalati più frequentemente nel 2024, sottolineando l’importanza delle misure di sicurezza in fase di decollo e atterraggio. In particolare, non si sono verificati incidenti con volo controllato contro il terreno (Cfit). Le compagnie aeree iscritte nel registro di Iata Operational Safety Audit (Iosa) – incluse tutte le compagnie aeree associate Iata – hanno avuto un tasso di incidenti pari a 0,92 per milione di voli, assai inferiore all’1,70 registrato dai vettori non Iosa.

Gli incidenti e gli inconvenienti relativi alle zone di conflitto sono considerati eventi legati alla sicurezza e non inclusi in questo rapporto. Sebbene non appaiano nei dati del report, insieme ai crescenti incidenti di interferenza del Global Navigation Satellite System (Gnss), sono una delle principali preoccupazioni per la sicurezza aerea che richiede un urgente coordinamento globale. «Nessun aereo civile dovrebbe mai essere un bersaglio, deliberato o accidentale, di operazioni militari – è l’appello di Walsh – I governi devono intensificare, migliorare la condivisione di intelligence e stabilire protocolli globali più chiari per prevenire tali tragedie e salvaguardare l’aviazione civile» .

OBIETTIVO? RAFFORZARE LA SICUREZZA CON RELAZIONI PUBBLICHE SUGLI INCIDENTI

I rapporti sugli incidenti ritardati o incompleti negano alle parti interessate fondamentali (operatori, produttori, regolatori e fornitori di infrastrutture) informazioni vitali che potrebbero migliorare ulteriormente la sicurezza aerea. L’analisi Iata delle indagini sugli incidenti del 2018-2023 rivela che solo il 57% è stato completato e pubblicato come previsto dalla Convenzione di Chicago. I tassi di completamento variano significativamente tra le regioni, con l’Asia settentrionale in testa al 75%, seguita da Nord America (70%) ed Europa (66%), Csi (65%), Medio Oriente e Nord Africa (60%), America Latina e Caraibi (57%), Asia-Pacifico (53%) e Africa (20%).

«L’indagine sugli incidenti è uno strumento essenziale per migliorare la sicurezza aerea globale – osserva Walsh – Per essere efficaci, i resoconti delle indagini sugli incidenti devono essere completi, accessibili e tempestivi. L’Allegato 13 della Convenzione di Chicago è chiaro sul fatto che questo è un obbligo di uno Stato. Seppellire i resoconti degli incidenti per considerazioni politiche è del tutto inaccettabile. E se la capacità è l’ostacolo, allora abbiamo bisogno di uno sforzo globale coordinato per fornire supporto tecnico ai Paesi con competenze limitate nelle indagini sugli incidenti».

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