Giovani. Martinez: “Adeguatamente formati, non sono spettatori”

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I giovani non vogliono restare indifferenti, desiderano abbandonare la panchina e migliorare lo schema di gioco. Ad aiutarli però deve esserci una società che li supporti nella formazione, magari tramite progetti e iniziative fatte da loro, con loro e per loro. A queste finalità guarda l’attività dell’Associazione Anima-azione, ispirata alla Dottrina sociale della Chiesa.

I giovani non vogliono restare indifferenti, desiderano abbandonare la panchina e migliorare lo schema di gioco. Ad aiutarli però deve esserci una società che li supporti nella formazione, magari tramite progetti e iniziative fatte da loro, con loro e per loro. A queste finalità guarda l’attività dell’Associazione Anima-azione, ispirata alla Dottrina sociale della Chiesa. Durante la sua riunione programmatica, tenuta a Roma, l’organizzazione ha ribadito gli obiettivi da perseguire. “L’Anima-Azione è senza dubbio uno di quei frutti meravigliosi che lo Spirito Santo fa germogliare nella Chiesa”, ha osservato nel saluto in apertura il gran cancelliere del Sovrano Ordine Militare di Malta, Riccardo Paternò di Montecupo, che ha ospitato l’evento. Nelle premesse, afferma il presidente dell’Associazione, Salvatore Martinez, ha voluto mettere insieme i due mondi a cui guardano le anime di Anima.Azione: quello della cultura e l’altro degli imprenditori di fede cristiana. “Possiamo tornare nelle nostre case – ha esordito Martinez – arricchiti dal dono dell’altro, nessuno può farcela da solo. Nessuno o pochi possono mettere mano alla crisi spirituale che sta investendo le nostre leadership”.

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In particolare, riguardo ai giovani il presidente ha aggiunto: “sono sempre più penalizzati dall’eclisse di padri. Questa è un’epoca di conclamata modernità atea in cui tutto va ripensato dentro nuove strategie e network. L’anima è stata travolta da nuove ideologie. Un’Europa smarrita e incapace di dialogo – ha sottolineato – sta abdicando a modelli di leadership cristiane conflittuali. Per ridare vigore all’umanesimo cristiano, occorre mettere in atto l’appello del pontefice del 2015: cultura del dialogo dell’incontro, mettere in dialogo tutte le ricchezze dell’umanesimo, fare progetti insieme e intestare tutto questo a una nuova generazione adeguatamente formata che non deve stare più a guardare”.

L’esperienza della convergenza sui contenuti, da parte dell’Associazione era già stata fatta a Caltagirone nel 2019 insieme a università, fondazioni, associazioni e movimenti, in occasione del convegno internazionale sturziano per il centenario dell’Appello ai liberi e forti.

“Non ci sentiamo – ha aggiunto Martinez – in alcun modo migliori di altri, siamo amici e benediciamo quanti non stanno a guardare ma impegnano la loro vita per il bene comune. Vogliamo fare appello a ciascuno di noi: donne e uomini che fanno della generosità il carisma sociale. Dobbiamo decidere di fare qualcosa di grande dal momento che il nostro futuro passa dai nostri migliori giovani. La vera generosità verso di loro è donare tutto nel presente”.

Riguardo al Manifesto redatto dall’Associazione, è intervenuto Lorenzo Ornaghi, già rettore dell’Università Cattolica del sacro Cuore: “è composto da pochi punti e invita a riflettere, ma soprattutto ad agire. Il documento dice che rappresenta una piattaforma corale e infatti rappresenta un movimento culturale dal basso: siamo in una stagione che avverte un’altra età che possiamo prevedere ma che certamente è fatta di preoccupazioni e dall’incertezza data dal ritorno della politica. Il movimento dal basso chiama a un impegno di ciascuno di noi che sembriamo impotenti. È un richiamo a un’azione, un’animazione plurale che insieme parte dalla formazione e dalla spiritualità soggettiva”.

Dei giovani che diventano protagonisti c’è un’urgenza assoluta, secondo i promotori dell’organizzazione. Fra loro, c’è anche Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale. “L’esperienza fatta – ha detto – ci invita a fare di più se possibile con l’incoraggiamento forte della Settimana Sociale di Trieste”. In merito a ciò che l’Associazione può generare Mirabelli ha aggiunto: “capiamo bene che questo sia l’innesco di uno sviluppo che potrebbe esserci, dobbiamo insieme riflettere, discutere e condividere”.

Nel corso della riunione, è stato presentato il calendario dedicato all’anno giubilare con le iniziative programmate e già in essere da parte di Anima-Azione. Uno dei progetti riguarda il Parco del Mediterraneo, sede del Fondo intitolato a don Luigi Sturzo, dove si prevede la piantumazione il 27 e il 28 giugno di tutte le specie di ulivo. “In questo Parco – anticipa Martinez –, vogliamo ripartire per rimettere in dialogo i primi e gli ultimi. Sturzo chiedeva che si facesse tutto questo. Tra le sue tante opere di genio, se ne ricorda una a Caltagirone dove portò l’energia elettrica nel 1905. Disponiamo di una eredità immateriale, non solo materiale, che è sconfinata”.

Un’altra iniziativa, i “Poeti sociali”, si terrà a Verona il 4 ottobre. “L’idea è semplice – ha anticipato Claudio Gentili, vice presidente dell’Associazione – e collega i temi dei legami e della fraternità. Proporremo dei cenacoli che possano accogliere gli imprenditori che dovranno essere dei talent scout dei giovani”. Prima ancora, fra aprile e maggio a Foligno e poi a Bari a giugno e a Bergamo a settembre, sarà presentato il “Lab.ora”, ovvero una sequenza di momenti di formazione comune ispirata alla Dottrina sociale della Chiesa. Ad agosto sarà la volta di un incontro, dal titolo significativo “Joya”, dedicato ai giovani che vuole essere espressione di un senso di comunione e appartenenza. Per la comunicazione e la produzione editoriale, infine, l’Associazione ha ideato il magazine digitale Cuori pensanti (cuoripensanti.org), che divulgherà i contenuti e permetterà ai giovani di prendere la parola, immergendosi nel presente e immaginare il futuro, e la riedizione de “La Croce di Costantino”, fondato nella diocesi di Caltagirone da don Luigi Sturzo nel 1897.

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