Ecco perché Sintetica sta toccando il fondo

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Una vecchia regola investigativa dice che per ricostruire una vicenda finanziaria occorra seguire il denaro. In questo caso la strada dei soldi ci porta in Lussemburgo. Nel Granducato ha infatti sede la InjectCo SARL, la prima di una serie di società attraverso le quali, nel 2019, il fondo francese Ardian ha strutturato l’acquisizione di Sintetica, storica azienda farmaceutica di Mendrisio oggi confrontata con licenziamenti e ristrutturazioni.

 

E proprio dai bilanci di InjectCo emerge un nuovo dato che conferma la grave situazione della società ticinese: in soli due anni, dal 2021 al 2023, il valore dell’investimento di Ardian in Sintetica è sceso da 176 milioni di franchi a poco più di 38 milioni. Una svalutazione di oltre il 75% che la dice lunga sullo stato di salute di quella che, solo fino a qualche anno fa, con quasi 400 dipendenti, era considerata un’azienda in espansione.

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Licenziamenti e dismissioni

Per capire come si è arrivati fin qui occorre fare un passo indietro. Bisogna tornare a maggio 2019, quando la maggioranza delle azioni – allora detenute dall’italiano Mario Bonomi (70%) e dal ticinese Luca Bolzani (30%) – sono state vendute ad Ardian, gruppo francese che gestisce i più grandi fondi europei specializzati nelle acquisizioni di società non quotate in Borsa. Sintetica era all’epoca un’azienda dall’eccellente reputazione, guidata da un CEO, Augusto Mitidieri, promotore di buone pratiche aziendali e di quello che lui stesso ha definito “capitalismo uomo-centrico”. A convincere Ardian, però, sono stati i numeri di un’azienda in espansione e che vantava tassi di crescita superiori alla media. L’ideale per un fondo che, in quanto tale, ha come obiettivo teorico quello di fare crescere le società acquisite per poi rivenderle generando profitti.

 

Dall’arrivo di Ardian, Sintetica più che in crescita è semmai in continua dismissione. Soprattutto da quando, a inizio 2024, da Parigi è stato inviato in Ticino Hubert Puech d’Alissac, il quarto CEO in cinque anni. Il manager francese, ex dirigente di primo piano di aziende che sotto la sua gestione hanno ricevuto grosse multe dalla Commissione europea, è venuto in Ticino per fare il lavoro sporco: ridimensionare i costi per tentare di aumentare il margine operativo lordo e salvare il salvabile di quella che, per la stessa Ardian, parrebbe essere stata una pessima operazione. Così, dopo aver chiuso la filiale americana e licenziato alcune figure del management nel 2024, a inizio 2025 Sintetica ha annunciato una nuova ristrutturazione: via 55 posti di lavoro, 15 in Ticino e 40 a Neuchâtel dove l’azienda possiede un sito produttivo sempre più ridimensionato. Uno smantellamento giustificato con il deterioramento delle condizioni quadro e con i ritardi nell’approvazione di alcuni prodotti negli Stati Uniti.

 

Al di là di ciò, tuttavia, la spiegazione di questa crisi potrebbe trovarsi nell’origine dell’operazione che ha portato Sintetica nelle mani di Ardian.

 

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Meccanica di un’acquisizione

È il 7 maggio del 2019 quando, a Lugano, vengono costituite due nuove società: la BidCo Sail SA e la TopCo Sail SA. Le aziende prendono sede presso gli uffici della Fiduciaria Mega, ma, di fatto, fanno riferimento a una terza azienda: la già citata lussemburghese InjectCo, a sua volta controllata da Ardian LBO Fund VI, un fondo che dispone di un portafoglio totale di circa 5 miliardi di dollari.

 

In quel momento, anche grazie agli specialisti zurighesi dello studio legale Walder & Wyss, la struttura per procedere all’acquisto di Sintetica è pronta. Si tratta di una transazione complessa, che seguendo la strada del denaro in Lussemburgo possiamo riassumere così: Ardian inietta circa 150 milioni di franchi tramite la InjectCo, la quale controlla il 70% di TopCo Sail; quest’ultima a sua volta controlla la BidCo Sail che, infine, detiene Sintetica (vedi infografica).

 

Il restante 30% di TopCo Sail (e quindi di Sintetica) va nelle mani di Mario Bonomi (21%) e di Luca Bolzani (9%) che – oltre a guadagnare diversi milioni dalla vendita delle loro azioni – restano azionisti di minoranza dell’azienda farmaceutica.

 

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La leva del debito

L’acquisizione ha un’altra caratteristica. Come indica il nome del fondo è stata realizzata attraverso un cosiddetto leveraged buy-out (LBO): si tratta di una modalità particolare di acquisizione aziendale eseguita tramite una leva (leverage) finanziaria, cioè con un prestito che, però, non va a carico del compratore (Ardian), bensì dell’azienda acquisita (Sintetica). A guadagnarci sono in due: i vecchi proprietari, che incassano i soldi della vendita, e i nuovi, che non corrono alcun rischio e possono guadagnare, ristrutturando l’azienda per poi cercare di rivenderla.

 

Contattate, né Sintetica né Ardian hanno fornito dati al riguardo. Certo è che, in generale, le LBO avvengono tramite una catena di società veicolo costituite ad hoc, che portano spesso le stesse denominazioni: la TopCo è la società in cui vengono immessi i capitali, mentre la BidCo è quella su cui grava il debito a cui garanzia vi sono i beni dell’azienda acquisita. Ecco quindi che, anche solo dai nomi, lo schema dell’operazione Sintetica rispetta la struttura tipica dell’LBO.

 

Una struttura che non lascia presagire nulla di buono: a livello mondiale esistono infatti decine di esempi di fondi che si sono impossessati tramite una LBO di aziende virtuose le quali sono state svuotate e distrutte, generando però profitti per manager e investitori.

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100 milioni sul groppone

In un’intervista rilasciata a laRegione, il professor Sergio Rossi ha stimato – senza essere smentito – un debito di circa 100 milioni di franchi: ecco quindi che con un tasso d’interesse annuo del 10%, Sintetica dovrebbe pagare interessi bancari per circa 10 milioni di franchi all’anno. «Un onere insostenibile per un’azienda di questa dimensione» ci spiega lo stesso Sergio Rossi, secondo cui «finanziare le acquisizioni con enormi quantità di debito è eticamente molto discutibile in quanto ciò compromette la capacità dell’azienda di resistere ai periodi di difficoltà e la costringe a ripagare i creditori invece che investire nello sviluppo a lungo termine».

 

L’Ardian LBO Fund VI oggi è in difficoltà a causa di alcuni pessimi investimenti. Yann Chareton, responsabile della sede di Milano del fondo, la quale ha guidato anche l’operazione Sintetica, è in partenza. Cosa succederà adesso all’azienda ticinese? La gran parte degli investimenti del fondo durano dai 3 ai 6 anni. Presto  Sintetica, tra le società del portafoglio buyout di Ardian con la più bassa cifra d’affari, potrebbe essere abbandonata. Certo è che non sarà facile trovare un nuovo acquirente. I dati in arrivo dal Lussemburgo parlano chiaro. Nel 2023, InjectCo SARL – la cui unica attività è l’investimento al 70% in Sintetica – ha realizzato 113 milioni di franchi di perdita. Ciò che ha spinto Ardian a ridimensionare del 75% il valore del proprio investimento in Ticino. Sintetica, insomma, non varrebbe quasi più niente.

 

Per un gruppo che ha nel suo portafoglio 250 società e gestisce o consiglia 177 miliardi di dollari di attivi, un investimento negativo non è un grosso problema. Per il personale locale e un territorio economicamente fragile come il Ticino il discorso è diverso. Alla faccia di chi, mettendo l’uomo al centro, ha scaricato un’azienda virtuosa nelle mani di un colosso della finanza senza scrupoli. Oggi, nonostante le rassicurazioni ufficiali che arrivano da Mendrisio, la proprietà sta cercando di salvare il salvabile, licenziando e smantellando. In questo contesto ecco che l’avvistamento nella sede di Mendrisio di alcuni agenti immobiliari fa temere il peggio per il futuro della più antica farmaceutica ticinese, ex pesciolino virtuoso finito nelle fauci di uno squalo pigliatutto.

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