Cecchini: «Viviani meritava più rispetto e umanità»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contabilità

Buste paga

 


Elia Viviani è un nuovo corridore della Lotto Cycling, abbiamo avuto modo di raccontarvi le emozioni e i pensieri del pilastro della pista azzurra di recente. Un’occasione arrivata alla fine di un periodo duro che lo ha messo alla prova, sia fisicamente che mentalmente. Il giorno dopo l’annuncio, era il 20 febbraio, Viviani è volato in Belgio al service course della squadra per sistemare gli ultimi dettagli ed entrare finalmente nella sua nuova stagione su strada. 

La giusta dimensione

Pochi giorni dopo lo abbiamo visto pedalare insieme a Elena Cecchini e Vittoria Guazzini su Cipressa e Poggio. Delle storie su Instagram che raffiguravano i primi chilometri di Viviani con la maglia della professional belga. Insieme a Cecchini e Guazzini ha fatto da Cicerone sulle strade della Classicissima, spiegando per filo e per segno ogni curva di quelle strade. Elena Cecchini farà tesoro di quelle parole e della sua grande esperienza per pilotare le compagne della SD Worx-Protime. Insieme alla friulana, compagna di Viviani, abbiamo voluto entrare nel momento del velocista veneto per capire anche con il suo occhio cosa abbia attraversato il suo compagno. 

«Vederlo in maglia Lotto – racconta con un sorriso Cecchini – mi ha fatto piacere ma è stato anche un po’ strano. Quando si è aperta questa opportunità mi ha chiesto cosa ne pensassi, gli ho risposto che per me è una bellissima squadra per ripartire dopo questo momento difficile. Io ho corso per il team femminile nel 2015 ed è uno degli anni che ricordo con più affetto. Ero veramente serena, a mio modo di vedere le squadre di matrice belga hanno qualcosa in più. Il ciclismo gli scorre nel sangue e vivi le cose in maniera diversa. Con più serenità, ma allo stesso tempo ti mettono voglia di andare in bici, di soffrire, di fare tutto con autenticità. Per questo sono contenta due volte, è una squadra senza tanti fronzoli. E’ quello che ho capito nel 2015 e che ha potuto capire anche lui fin da subito. Si tratta di una realtà semplice ma che allo stesso tempo lo considera molto ed è quello di cui Elia (Viviani, ndr) aveva bisogno in questo momento».

Contabilità

Buste paga

 

La foto usata sui social per annunciare l’arrivo di Viviani all’interno della Lotto Cycling
La foto usata sui social per annunciare l’arrivo di Viviani all’interno della Lotto Cycling
Com’è stata la prima pedalata insieme con la nuova maglia?

All’inizio è strano perché comunque anche negli ultimi tre anni ha sempre indossato un’altra maglia, però l’ho visto tranquillo. Per lui, ma anche per noi, sono stati momenti difficili.

Qual è stata, secondo te, la cosa più difficile per lui?

Il fatto che non fosse pronto a smettere, non perché avesse paura di ciò che arriva dopo la carriera sportiva. Elia (Viviani, ndr) aveva anche moltissime opportunità giù dalla bici. Però la verità è che ama il ciclismo, gli piace andare in bici e ama la bicicletta. In questi mesi di attesa, in cui era difficile sapere cosa sarebbe accaduto, l’ho visto tutte le mattine vivere la routine da atleta: colazione, bici e allenamento. 

La pista è stata il suo salvagente…

Sicuramente la pista l’ha salvato, perché ha avuto modo di stare concentrato su un obiettivo. Questi traguardi da raggiungere non gli hanno dato modo di gettare i remi in barca e dire: «Ok basta non mi va più di aspettare». Da canto mio ho sempre creduto che poi avrebbe trovato una sistemazione.

Viviani e Vittoria Guazzini all’imbocco della Cipressa
Viviani e Vittoria Guazzini all’imbocco della Cipressa
C’è stato un aspetto che ti ha creato dispiacere?

Che nel ciclismo di adesso si tende a incentivare la multidisciplinarietà che secondo me è fondamentale. Elia negli ultimi due anni ha lavorato tanto per l’olimpiade di Parigi, sacrificando anche la strada. Nell’appuntamento olimpico ha fatto vedere che può ancora dire la sua. Nonostante ciò moltissime squadre hanno snobbato quello che lui ha fatto. 

Ci dicevi che è stato un momento difficile anche per voi, in che senso?

Lui mi ha sempre detto che gli sono stata di grande aiuto. E’ inutile nasconderlo anche Elia stesso ha avuto delle giornate no in questo periodo. Dal canto mio credo di essere stata brava a “normalizzare” la cosa. L’ho sempre trattato come uno che andava in bicicletta, anche quando non aveva un contratto. La mattina parlavamo di allenamento, di cosa avrei fatto io e gli chiedevo quali fossero i suoi programmi. La cosa che gli ho invidiato è la motivazione, a volte ci sono giorni in cui manca a me che ho un calendario pieno e ricco di appuntamenti stimolanti. Dentro di me dicevo: «Ma come cavolo fa a fare questa volata o la ripetuta in salita?». Lì ho capito di avere accanto una persona forte. 

Una delle prime pedalate in maglia Lotto è stata sulle strade della Sanremo, gara che Viviani vorrebbe correre
Una delle prime pedalate in maglia Lotto è stata sulle strade della Sanremo, gara che Viviani vorrebbe correre
C’è stato un momento particolarmente difficile?

Secondo me è stato a dicembre quando io ho lasciato casa per andare al primo training camp. Lì c’era una situazione di incertezza totale. L’obiettivo degli europei era ancora lontano. Andar via di casa e lasciarlo solo quando gli anni scorsi andavamo quasi sempre via insieme ai ritiri mi è dispiaciuto molto. Ho avuto anche io un attimo di debolezza. Poi la sera quando ci mettevamo sul divano comunque si parlava di questo, lui era costantemente in contatto con Lombardi, il suo agente. 

Quanto è stato diverso vederlo pedalare prima e adesso?

Elia (Viviani, ndr) fino al 31 dicembre si è allenato in maglia Ineos, nonostante tutto è una squadra che ama. Non ha mai avuto dei sentimenti avversi, alla fine conta quello che hai dentro. Vederlo pedalare in maglia Lotto è stato fantastico. Anche se dall’1 gennaio si è allenato con la maglia della nazionale, cosa che gli ha dato tanta motivazione. 

Vittoria Guazzini in cima alla salita della Cipressa
Vittoria Guazzini in cima alla salita della Cipressa
Perché nonostante una bella olimpiade, e il suo palmares, Viviani ha fatto così fatica a trovare una squadra?

Quello che ho visto, tramite questa esperienza, è che tanti gli hanno detto: «Sei vecchio». Altri che lo sprinter non serviva. Nel ciclismo moderno, soprattutto in quello maschile, tutti si stanno concentrando nel cercare corridori per le classifiche generali. Poi ci sono tanti corridori di 25 o 26 anni e pensare a un corridore di dieci anni in più pensano sia decrepito. A livello sportivo il gap c’è, ma poi ci sono moltissimi altri componenti nello sport: l’esperienza, la motivazione, la voglia ancora di far fatica e di sacrificarti. Alcuni atteggiamenti li ho trovati poco umani. 

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Viviani ha espresso la volontà di fare la Sanremo, sarebbe bello incontravi dopo la corsa…

Sì. So che lui sta parlando con la squadra per il suo calendario e c’è un punto di domanda. Ovviamente a lui piacerebbe molto correrla, le gare italiane gli mancano. Negli ultimi anni ne ha fatte poche, quindi cercherà di esserci. Sarebbe bello finire la mia gara e aspettarlo all’arrivo.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link