Scopriamo l’inquietante storia della pianta più velenosa del mondo, capace di provocare dolori insopportabili e spingere al suicidio.
Esistono storie che non esistono, come diceva il buon Maccio Capatonda nel trailer del capolavoro “L’uomo che usciva la gente”, mentre altre sembrano nate per i film dell’orrore, e sono fin troppo reali. Come la protagonista della nostra storia, una pianta apparentemente innocua, che in realtà nasconde una natura letale.
Si chiama Gympie-Gympie (anche detta “pianta del suicidio”, il nome scientifico è Dendrocnide moroides ed appartiene alla famiglia delle Urticaceae), cresce nell’entroterra australiano ed è considerata la pianta più velenosa del pianeta.
Non stiamo parlando di un esemplare che ha nel semplice contatto urticante la sua arma peggiore, ma di un “mostro” verde che ha spinto le persone a scelte estreme, inclusa la decisione di togliersi la vita.
E sì, c’è anche una vicenda surreale legata a un uomo che ha usato le sue foglie come carta igienica, senza sapere cosa stesse maneggiando. Il risultato? Dolore insopportabile ed un epilogo tragico che fa rabbrividire solo a pensarci.
Un tocco che non dimenticherai mai
Il Gympie-Gympie non è certamente un’innocua pianta da giardino. I suoi minuscoli aghi, simili a peli, sono carichi di una tossina così potente da provocare un dolore lancinante, descritto come una combinazione di bruciore e scosse elettriche. Non si tratta di un fastidio passeggero: il tormento può durare settimane, a volte mesi, e in alcuni casi le persone colpite hanno preferito la morte al continuo strazio.
Tra le prime vittime documentate c’è stato persino un cavallo, nel lontano 1866, morto dopo essere entrato in contatto con la pianta. E se pensi che sia una leggenda australiana esagerata, chiedi ai soldati della Seconda Guerra Mondiale che si sono trovati a combattere non solo il nemico, ma anche questa mostruosità vegetale. Uno di loro, dopo settimane di dolore incessante, ha perso la ragione.
La storia più assurda (e terribile)
Un caso che sembra quasi una burla, ma che ha un retroscena tragico, è quello dell’uomo che ha usato le foglie di Gympie-Gympie come carta igienica. Un gesto di pura distrazione che si è trasformato in una condanna. Il dolore provocato dai peli urticanti è stato così devastante da spingerlo a un gesto estremo: togliersi la vita.
Tale vicenda, anche se estrema, non è isolata. Il Gympie-Gympie è soprannominato “l’albero urticante”, e per una buona ragione: gli aghi, chiamati tricomi, si conficcano nella pelle e continuano a rilasciare tossine per mesi. Ogni volta che l’area colpita entra in contatto con acqua o subisce un cambiamento di temperatura, il dolore ritorna, come un incubo impossibile da scacciare.
Dietro i vetri di sicurezza
A fronte della letale reputazione, la pianta Gympie-Gympie è diventata una sorta di celebrità nei giardini botanici. Il complesso di Alnwick Garden, nel Northumberland, in Inghilterra, ospita un Poison Garden che attira migliaia di curiosi ogni anno. Tra oltre 100 specie di piante pericolose, il Gympie-Gympie è una delle star. Ma per ragioni di sicurezza, è custodito dietro vetri spessi e curato solo da orticoltori esperti.
Anche fuori dai giardini, però, c’è chi decide di coltivare il Gympie-Gympie per pura curiosità. Un uomo britannico, Daniel Emlyn-Jones, ha piantato un esemplare nel suo giardino, ben protetto da una teca e con un cartello di avvertimento: “Non toccare!”. L’uomo sostiene di voler stimolare l’interesse per quel tipo di agricoltura che potremmo definire “insolita”, pur ammettendo il potenziale pericolo di una pratica condotta, a sua detta, in totale sicurezza.
Altre piante da evitare
Se il Gympie-Gympie ti sembra già abbastanza terrificante, sappi che non è l’unica pianta a cui fare attenzione. Nel regno vegetale esistono altre “perle” velenose, come la baneberry bianca (nome scientifico Actaea pachypoda, appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae) meglio nota come “occhi di bambola”, originaria del Nord America.
Il nome deriva dai frutti, delle bacche bianche con un puntino nero che sembrano per l’appunto degli occhi. Anche se dall’aspetto quasi grottesco, questa pianta è altrettanto pericolosa: una piccola quantità delle sue bacche può infatti essere letale per un essere umano.
La lezione del Gympie-Gympie
Ciò che rende il Gympie-Gympie così inquietante, oltre alla naturale pericolosità, è la capacità di passare inosservata. All’apparenza è un normale cespuglio verde, niente di minaccioso, eppure, il contatto con i suoi aghi può trasformare una passeggiata nella natura in un incubo.
Se dovessi mai trovarti in Australia, ricorda: non toccare nulla di sospetto, e, soprattutto, mai fidarti di una foglia che non conosci. Perché, come ci insegna questa pianta, a volte anche il verde più innocuo può nascondere il lato più oscuro della natura.
Fonte: Mirror
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