L’attenzione è sempre alta, il lavoro delle Procure calabresi nel contrasto ai fenomeni criminali deve essere sempre la priorità in un territorio complesso come la Calabria. E il 2024 è stato senz’altro un anno pieno di novità con il cambio di guardia ai vertici di diverse procure. A partire da Reggio Calabria e Catanzaro, impegnate con le Dda nella lotta ferrea alla ‘ndrangheta. Un lavoro duro contro le cosche che su tutto il territorio calabrese hanno dimostrato capacità di infiltrazione nei più svariati settori, oltre alle capacità di rigenerazione e di imporre il proprio potere attraverso intimidazioni ed estorsioni. Nuove sfide anche a Cosenza e Crotone, dove sono stati nominati nuovi procuratori.
La lotta ai clan per le Dda di Reggio Calabria e Catanzaro
Il territorio reggino, dal 2018 sotto la lente dell’ex procuratore Giovanni Bombardieri, da qualche mese procuratore a Torino, è affidato al facente funzioni Giuseppe Lombardo. La proposta di nomina a Torino per il magistrato originario di Gerace, nella Locride, era stata fatta all’unanimità nello scorso mese di aprile dalla Commissione incarichi direttivi del Csm. Nel corso degli anni la Procura reggina ha messo a segno numerose e importanti inchieste contro i clan di ‘ndrangheta. Tra quelle più recenti ci sono le inchieste “Hybris”, “Eureka”, “Malea”, “Atto quarto”, “Garden”, “Arangea”, “Ducale”. Nel maxi processo “Epicentro” la Direzione distrettuale antimafia reggina ha riunito le operazioni “Malefix”, “Metameria” e “Nuovo corso”. I De Stefano, i Tegano, i Condello e i Libri, le “quattro famiglie” tra le quali avviene la spartizione dei proventi delle estorsioni imposte a commercianti e imprenditori del centro storico di Reggio Calabria. Il lavoro della Procura ha colpito poi gli interessi dei clan che hanno imposto la propria supremazia sulla fascia tirrenica e jonica, dai Piromalli ai Pesce e Bellocco, fino ai Pelle-Vottari-Romeo e Nirta-Strangio.
Lavoro di forte contrasto ai clan, e non solo, anche a Catanzaro, prima con Nicola Gratteri e poi con il facente funzioni Vincenzo Capomolla. Tra le inchieste più importanti sicuramente il maxi-blitz dell’operazione Rinascita-Scott contro le cosche vibonesi. Dopo l’addio del nuovo procuratore di Napoli, a circa un anno di distanza è arrivata la nomina di Salvatore Curcio, attuale procuratore di Lamezia Terme, con la decisione del Plenum del Consiglio superiore della magistratura che lo ha votato a maggioranza. Curcio, 60 anni, è in magistratura dal 1989. Dopo un periodo di tirocinio a Firenze, ha svolto le funzioni di giudice istruttore penale e giudice per le indagini preliminari al Tribunale di Catanzaro. E a Catanzaro arriva anche Vincenzo Luberto, nominato nuovo procuratore aggiunto Dda, casella rimasta vacante dopo la nomina di Vincenzo Capomolla a capo della procura di Cosenza. Il Plenum ratificherà la proposta di delibera tra gennaio e febbraio 2025. Per Luberto la collocazione a Catanzaro coincide proprio con il ritorno di Salvatore Curcio, con il quale ha lavorato in passato.
Le sfide a Cosenza e Crotone
Capomolla, dunque, guiderà la procura di Cosenza. Alle spalle una lunga e prestigiosa carriera. Nato a Vibo Valentia, dopo aver completato gli studi in Giurisprudenza, entra in magistratura nel 1994. Fin dall’inizio della sua carriera, si distingue per serietà e dedizione, ricoprendo il ruolo di pretore. Nel corso degli anni, Capomolla prosegue il suo percorso professionale come giudice a Vibo Valentia. Poi il salto verso la Procura di Catanzaro, nel 2008, dove assume il ruolo di sostituto procuratore. In questa veste svolge numerose indagini affrontando temi delicati legati alla criminalità organizzata e alla sicurezza pubblica. Nel 2017 viene nominato procuratore aggiunto presso la Procura di Catanzaro. In questo ruolo, svolge una funzione di coordinamento e supervisione su indagini di grande rilevanza, contribuendo a consolidare l’efficienza dell’ufficio e la lotta contro fenomeni criminali complessi.
A Crotone – dove lascia il leccese Giuseppe Capoccia, per mesi impegnato nell’inchiesta sul naufragio di Cutro avvenuto il 26 febbraio 2023 che ha provocato 94 vittime accertate e una decina di dispersi – il plenum ha nominato procuratore della Repubblica Domenico Guarascio, pm della Dda di Catanzaro. Guarascio, 44 anni, è il più giovane procuratore d’Italia. Dopo una breve parentesi come avvocato a Torino, ha vinto, giovanissimo, il concorso in magistratura e ha iniziato a Catanzaro la propria carriera come sostituto procuratore, ricoprendo presto il ruolo di pm nel pool della Direzione distrettuale antimafia. Applicato al territorio crotonese, Guarascio ha condotto inchieste importanti come Kyterion contro la cosca Grande Aracri, Malapianta contro le estorsioni ai villaggi turistici da parte delle consorterie mafiose Mannolo-Trapasso-Falcone, Stige, contro la cosca Farao-Marincola di Cirò Marina, “Jonny”, incentrata sullo strapotere delle cosche di Isola Capo Rizzuto all’interno del centro di accoglienza “Sant’Anna”. (m.r.)
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