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Legge di Bilancio 2025, il Senato approva la Manovra in via definitiva: ecco le novità #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Finisce l’iter, la Legge passa in Senato con 108 voti a favore. Ecco le principali novità che entreranno in vigore l’anno prossimo

Il Senato ha approvato in via definitiva la Legge di Bilancio per il 2025, con 108 voti favorevoli, 63 contrari e un astenuto. Il voto conclude l’iter parlamentare della manovra, che diventa così legge dello Stato. La seduta ha visto inizialmente l’approvazione della questione di fiducia posta dal Governo, con 112 voti a favore e 67 contrari. Successivamente, l’Assemblea ha proceduto al voto finale sul testo, identico a quello precedentemente approvato dalla Camera dei Deputati.

La discussione generale sulla manovra si era conclusa venerdì 27 dicembre, dopo oltre cinque ore di dibattito. Il provvedimento contiene diverse misure volte a sostenere la crescita economica, l’occupazione e il welfare, in linea con gli obiettivi programmatici dell’esecutivo. Con interventi per un valore complessivo di 30 miliardi di euro, la legge di bilancio concentra metà delle risorse su due priorità principali: rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale e introdurre una riforma dell’Irpef a tre aliquote. Tra i cambiamenti più importanti, spiccano alcune misure che segnano una netta direzione nelle politiche del governo. Il bonus per l’acquisto di caldaie a gas sarà eliminato, mentre un miliardo di euro aggiuntivo verrà destinato al progetto della Tav. In ambito previdenziale, la proroga per il trasferimento del Tfr nei fondi pensione non sarà rinnovata, mentre per quanto riguarda le detrazioni fiscali, si prevedono restrizioni più rigide. Sul fronte abitativo, il bonus casa sarà mantenuto al 50%, ma verrà limitato esclusivamente alle prime abitazioni. Sul fronte della pubblica amministrazione, è previsto il blocco del turn-over e un taglio alla spesa di ministeri ed enti locali per un totale di 7,7 miliardi in tre anni. Alla sanità saranno destinati 1,3 miliardi in più nel 2025, ma in rapporto al PIL la spesa sanitaria è destinata a ridursi nei prossimi anni. Il canone Rai aumenterà da 70 a 90 euro.

Nonostante l’intento dichiarato di sostenere crescita, occupazione e welfare, la manovra lascia inevasi alcuni obiettivi programmatici annunciati, come una riforma più incisiva delle pensioni, il taglio delle tasse al ceto medio e un’effettiva spinta alla natalità attraverso il quoziente familiare. Queste lacune, insieme alle misure di contenimento, hanno suscitato critiche da parte dell’opposizione e di alcune categorie sociali. Vediamo ora in dettaglio le misure principali.

Riforma Irpef 2025: nuove modalità e sgravi fiscali

La riforma dell’Irpef prevista dalla Manovra 2025 introduce nuove modalità e sgravi fiscali, destinando 17 dei 30 miliardi complessivi al taglio strutturale del cuneo fiscale e alla riorganizzazione delle aliquote. Il sistema passa a tre scaglioni, ma con un approccio diverso rispetto al passato. Non si applicherà più uno sconto sui contributi Inps per i redditi fino a 35.000 euro; al suo posto ci saranno un “bonus” per chi guadagna fino a 20.000 euro e uno sgravio graduale per i redditi compresi tra 20.000 e 40.000 euro. I benefici decresceranno oltre i 32.000 euro, fino ad azzerarsi.

Una delle principali novità riguarda il criterio per l’assegnazione dei benefici, basato sul reddito complessivo e non più sul solo stipendio. Questo significa che possedere ulteriori fonti di reddito, come una seconda casa in affitto, potrebbe escludere alcuni contribuenti, anche se il reddito da lavoro rimane sotto i 40.000 euro.

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In termini pratici, il contributo per i redditi più bassi sarà modulato in base agli scaglioni:

  • Fino a 8.500 euro, il beneficio sarà pari al 7,1%;
  • Tra 8.500 e 15.000 euro scenderà al 5,3%;
  • Tra 15.000 e 20.000 euro sarà del 4,8%.

Ad esempio, chi guadagna 15.000 euro riceverà un incremento mensile di circa 66,25 euro, mentre per un reddito di 20.000 euro il beneficio mensile sarà di 80 euro. Per i redditi tra 20.000 e 32.000 euro è prevista una detrazione fissa di 1.000 euro, equivalente a 83,30 euro al mese.

Le aliquote Irpef rimarranno invariate: 23% fino a 28.000 euro, 35% tra 28.000 e 50.000 euro, e 43% oltre i 50.000 euro. Inoltre, i fringe benefit sono confermati, con una soglia di esenzione fissata a 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico e a 1.000 euro per gli altri.

Taglio dell’Ires e incentivi al lavoro: misure mirate, ma risorse limitate

La Manovra 2025 introduce una riduzione dell’Ires dal 24% al 20% per le imprese che rispettano criteri stringenti: accantonare almeno l’80% degli utili, reinvestire almeno il 30% in azienda e destinare una quota minima pari al 24% degli utili del 2023 a investimenti. Inoltre, gli investimenti devono essere di almeno 20.000 euro e le aziende devono incrementare l’occupazione a tempo indeterminato di almeno l’1%. Con soli 400 milioni di euro stanziati, però, la platea delle imprese beneficiarie è ridotta a circa 18.000 su 824.000 società di capitali.

Il governo prevede che queste misure genereranno 11 miliardi di investimenti tra il 2025 e il 2026 e 109.000 nuove assunzioni. A sostegno dell’occupazione, viene prorogata la superdeduzione al 120% sul costo del lavoro per nuove assunzioni, che sale al 130% per giovani, donne e altre categorie svantaggiate. È rifinanziata la Nuova Sabatini, e il credito d’imposta per gli investimenti nella ZES unica del Mezzogiorno è prorogato fino al 2025, accompagnato dalla decontribuzione Sud per assunzioni stabili entro il 31 dicembre, con un massimo di 145 euro al mese per lavoratore.

Altre misure includono un fondo da 70 milioni per incentivare la partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili delle imprese, il rifinanziamento del fondo per le famiglie vittime di incidenti sul lavoro, e una stretta sulla NASpI. Per recuperare risorse, il governo introduce un contributo volontario per banche e assicurazioni, stimato in 6,5 miliardi di euro. Le banche, ad esempio, anticiperanno 1,2 miliardi tramite minori compensazioni e deduzioni rinviate, con possibilità di recupero a partire dal 2027.

Pensioni 2025: flessibilità in uscita, nuovi requisiti e integrazione con la previdenza complementare

Vengono introdotte nuove misure per la flessibilità in uscita dal lavoro e una maggiore integrazione tra pensione pubblica e previdenza complementare. I lavoratori con carriera contributiva iniziata dopo il 1996 potranno accedere alla pensione anticipata a 64 anni, combinando la pensione pubblica con i rendimenti dei fondi integrativi. Tuttavia, dal 1° gennaio 2025, i contributi minimi richiesti salgono da 20 a 25 anni, con un ulteriore aumento a 30 anni previsto entro il 2030.

Sono riconfermati i canali Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna, ma con requisiti più stringenti e finestre di uscita prolungate. Il Bonus Maroni diventa esentasse per chi ha maturato i requisiti di Quota 103 o la pensione anticipata e sceglie di rimanere al lavoro. Dal 2025, i nuovi assunti potranno versare un contributo aggiuntivo fino al 2% all’Inps, deducibile al 50% a fini Irpef. Inoltre, i dipendenti pubblici potranno prolungare l’attività lavorativa fino a 70 anni.

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In termini di adeguamento all’inflazione, le pensioni aumenteranno dello 0,8% a gennaio, ma l’incremento sarà ridotto o assente per alcuni pensionati, come quelli residenti all’estero o con pensioni superiori al minimo. Per le pensioni minime, l’aumento sarà limitato allo 0,30%, portando l’importo minimo a 616,67 euro. La rivalutazione è provvisoria e soggetta a revisione nel 2026. Pensionati in difficoltà economica che beneficiano di maggiorazioni sociali potrebbero dover attendere fino a marzo per incrementi straordinari previsti dalla manovra.

La soglia di ingresso alla Flat Tax per dipendenti e pensionati aumenta: passa da 30mila a 35mila euro. Con l’emendamento approvato dal governo, chi guadagna fino a 35mila euro all’anno potrà beneficiare della tassa piatta al 15% o al 5% per chi avvia una nuova attività.

Nel 2025, partirà un blocco parziale del turnover nella Pubblica Amministrazione, ma con alcune eccezioni: gli enti locali, le Forze dell’Ordine, i Vigili del Fuoco e i ricercatori universitari non saranno soggetti alla limitazione.

Manovra 2025: nuovi limiti e coefficienti per le detrazioni fiscali

Introdotta una revisione delle detrazioni fiscali, stabilendo limiti annuali variabili in base al reddito e alla composizione familiare. I contribuenti con un reddito superiore ai 75 mila euro vedranno ridotte le detrazioni, con un tetto massimo di 14 mila euro per le famiglie con più di due figli e 7 mila euro per i single. Per chi guadagna oltre 100 mila euro, il limite scende ulteriormente: 8 mila euro per le famiglie numerose e 4 mila euro per i single. Inoltre, le detrazioni saranno applicate in base a quattro coefficienti: 0,50 per i senza figli, 0,70 per chi ha un figlio, 0,85 per chi ne ha due e 1 per le famiglie con più di due figli o con figli disabili.

Web Tax: colpiti solo i grandi colossi digitali

La web tax verrà applicata solo alle grandi aziende digitali, con ricavi superiori a 750 milioni di euro l’anno, senza estenderla alle Pmi come inizialmente previsto. La Manovra 2025 conferma il taglio del cuneo fiscale, che diventa strutturale e si amplia a 18,8 milioni di lavoratori, con un incremento medio di 305 euro per due milioni di dipendenti. Circa 1,1 milioni di lavoratori perderanno parte o tutto il beneficio.

Viene aumentata la detrazione per i lavoratori dipendenti (da 1.880 a 1.955 euro), mentre per i redditi sopra i 75 mila euro le detrazioni vengono ridotte in base alla composizione familiare.

A livello fiscale, non aumentano le tasse sulle plusvalenze da criptovalute nel 2025 (restano al 26%), ma aumenteranno al 33% nel 2026.

I Pos dovranno essere collegati ai registratori di cassa, con sanzioni a partire dal 2026.

Arriva il bonus nascite

Nel 2025, il governo introduce diverse misure a sostegno delle famiglie. Arriva un bonus di 1.000 euro per ogni bambino nato o adottato, destinato a famiglie con Isee fino a 40.000 euro. Viene inoltre esteso il congedo parentale indennizzato all’80%, che sarà di tre mesi complessivi entro il sesto anno di vita del bambino. Per i bambini nati dal 2024 in famiglie con Isee inferiore a 40.000 euro, il bonus asilo nido aumenta a 3.600 euro. Inoltre, il bonus mamme lavoratrici è esteso alle autonome e a tempo determinato, con sgravi contributivi fino al compimento del decimo anno per madri con due figli e fino al diciottesimo anno per quelle con tre o più figli, a partire dal 2027.

Sono previsti anche incentivi per le attività extra-scolastiche dei bambini delle scuole elementari e medie nelle famiglie con Isee fino a 15.000 euro, con un fondo da 30 milioni di euro. Altri fondi, 10,5 milioni distribuiti su tre anni, saranno destinati a supportare attività educative, mentre 1,5 milioni andranno agli oratori. Infine, il bonus psicologo viene aumentato e viene creato un nuovo fondo per il sostegno psicologico.

Bonus casa e ristrutturazioni: conferme e novità per il 2025

Nel 2025, il bonus per la ristrutturazione delle case e l’ecobonus per la riqualificazione energetica restano al 50% per le prime case e al 36% per le seconde case, fino a fine anno. Vengono, invece, eliminati gli incentivi per l’acquisto di caldaie a combustibili fossili, in linea con la direttiva Ue sulle case green. Per le famiglie in difficoltà con il pagamento dell’affitto a causa di eventi imprevisti, sono previsti fondi per la morosità incolpevole, con 10 milioni di euro per il 2025 e 20 milioni per gli anni successivi.

Inoltre, arriva un nuovo bonus per la sostituzione degli elettrodomestici obsoleti con modelli più efficienti, che prevede un contributo fino al 30% del costo dell’apparecchio, con un massimo di 100 euro, che sale a 200 euro per ISEE sotto i 25.000 euro. Sono stati stanziati 50 milioni di euro per questa misura.

Arrivano 560 milioni di euro per il Piano Casa Italia, destinati a contrastare il disagio abitativo e valorizzare il patrimonio immobiliare. Il piano prevede risorse distribuite tra il 2028 e il 2030, con un focus su interventi di edilizia sostenibile e supporto per chi si trova in difficoltà abitativa. I fondi, distribuiti tra il 2028 e il 2030, saranno gestiti dal Ministero delle Infrastrutture in collaborazione con l’Economia, con piani di monitoraggio per garantire l’efficacia degli interventi.

Sgravi per le Pmi innovative e le start-up

Le spese per le Pmi innovative e le start-up rimangono escluse dal calcolo del plafond per le detrazioni fiscali. La lista delle spese protette viene ampliata includendo quelle sanitarie. Le agevolazioni rateizzate saranno conteggiate solo per la rata in scadenza al 31 dicembre. Inoltre, il limite per le spese di istruzione aumenta da 800 a 1.000 euro.

Rai, il canone è di 90 euro

La Rai avvia una spending review mirata, concentrandosi sulle consulenze esterne e puntando a ridurre le spese del 2% entro il 2026, con un ulteriore taglio al 4% nel 2027. I costi del personale non verranno toccati. Per quanto riguarda il canone Rai, Forza Italia prevale e, a partire dal 2025, il canone tornerà a 90 euro all’anno, senza il taglio da 20 euro richiesto dalla Lega. La “norma anti-Renzi” proibisce ai membri del governo, ai deputati e ai senatori di accettare compensi esteri senza autorizzazione.

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Inoltre, vengono introdotti limiti agli stipendi dei vertici degli enti pubblici e una revisione dei bilanci con controlli più rigorosi sui fondi pubblici.

Turismo, più tasse per le mance, voli più cari

Nel settore turistico, aumenta la detassazione delle mance, passando dal 25% al 30% per i dipendenti di bar e ristoranti, con il limite di reddito che sale da 50.000 a 75.000 euro. È prevista anche la decontribuzione per il lavoro durante i festivi e le ore notturne. Le tasse di imbarco aumentano di 50 centesimi per i voli extra-Ue, mentre il fondo per il trasporto pubblico locale riceve 120 milioni.

Il costo del Ponte sullo Stretto di Messina sale a oltre 12 miliardi di euro, con un incremento di 3,882 miliardi dal Fondo di sviluppo e coesione. Altri fondi vengono destinati a Ferrovie per le opere Pnrr, alla Tav Torino-Lione (1 miliardo), alla tratta Sibari-Catanzaro, al settore idrico e alla diga di Campolattaro.

Il settore automotive riceve 400 milioni in due anni, con 200 milioni nel 2026 e altri 200 milioni nel 2027. I fondi per il Ponte sullo Stretto aumentano di 1,5 miliardi, con 500 milioni per le opere correlate. Sono previsti anche fondi per le famiglie vittime di incidenti sul lavoro e un aumento delle tasse su giochi e scommesse.

Le altre misure

La decontribuzione per il Sud viene ridotta al 25%, con un ulteriore abbassamento al 20% dal 2026 e al 15% dal 2029. Il beneficio riguarda le micro e piccole imprese nelle regioni del Sud, con condizioni per l’estensione a datori di lavoro privati.

Il piano Transizione 4.0 prevede un tetto di 2,2 miliardi per i crediti d’imposta e introduce un meccanismo di prenotazione per gli investimenti. Il Transizione 5.0 viene potenziato con un’aliquota del 45% per investimenti tra 2,5 e 10 milioni e un bonus per i pannelli fotovoltaici. La scadenza degli investimenti resta fissata al 31 dicembre 2025.

Dal 2025, gli straordinari degli infermieri saranno tassati con una flat tax al 5%, mentre la sanità riceve fondi per la sensibilizzazione sulla salute femminile e il monitoraggio del tumore al polmone.

Per incentivare le nuove attività artigianali e commerciali, i contributi previdenziali saranno ridotti del 50% nei primi tre anni.

Le concessioni per la distribuzione dell’energia elettrica vedono modifiche per allungare la durata fino a 20 anni, con i maggiori introiti destinati al taglio delle bollette.

La manovra prevede anche una stretta sui controlli per i contributi pubblici superiori a 100.000 euro, con rapporti annuali da inviare al Mef.

Vengono stanziati fondi per l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, per le scuole paritarie per studenti con disabilità e per il contrasto alla povertà alimentare nelle scuole primarie. È previsto un incremento dei fondi per gli alloggi universitari e borse di studio per studenti atleti.

Infine viene aumentato il fondo per l’editoria da 20 a 50 milioni per il 2025, con un’ulteriore proroga del contratto per il servizio radiofonico delle sedute parlamentari.



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