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Come rilanciare la crescita? Dibattito (e scazzi) in Germania #finsubito prestito immediato


I dati congiunturali deludenti. Le prospettive fosche per l’industria. I dubbi e le discussioni su come rilanciare l’economia. Che cosa sta succedendo, e di cosa si discute, in Germania.

Molti medici attorniano il capezzale dell’economia tedesca, anche se nessuno pare ancora aver trovato la ricetta della guarigione. Ci prova l’Ifo, il prestigioso istituto di ricerca economica di Monaco, che ha presentato due scenari contrastanti sul futuro dell’economia tedesca, evidenziando le profonde incertezze che caratterizzano il momento attuale. Da un lato, se la Germania non riuscirà a superare le sfide strutturali che la affliggono, la crescita economica potrebbe ridursi nel 2025 a un esiguo 0,4%. Dall’altro, con una politica economica mirata, il Paese potrebbe raggiungere un tasso di crescita dell’1,1%.

“Non sappiamo ancora se stiamo assistendo a una semplice battuta d’arresto o a un cambiamento strutturale più profondo”, ha affermato Timo Wollmershäuser, responsabile della ricerca economica dell’Ifo. La debolezza degli ordini, acuita dalla stretta monetaria e dalle difficoltà dei principali mercati di sbocco, sta pesando sull’economia tedesca. Tuttavia, il potere d’acquisto sta lentamente riprendendo e l’inflazione è destinata a diminuire: su quest’ultimo punto, in entrambi gli scenari presentati l’Ifo prevede un tasso inflazionistico del 2,3% per il prossimo anno e del 2% per il 2026.

LA RECESSIONE

Il presente è comunque fatto di recessione. Il Pil dell’ex locomotiva europea risulta negativo per due anni di seguito: -0,3% quest’anno e nel 2023, dopo il +1,4% del 2022 (dato frenato dallo scoppio della guerra in Ucraina e dalla crisi energetica, secondo molti analisti la madre di tutte le disgrazie tedesche) e il mini rimbalzo post pandemico del 2021, quando il Pil toccò il +3,7%.

DOSSIER EXPORT

Il futuro dell’economia tedesca dipenderà in gran parte dalla sua capacità di rilanciare le esportazioni, osservano i ricercatori dell’Ifo. Mentre l’Eurozona, la Cina e gli Stati Uniti dovrebbero registrare una crescita rispettivamente dell’1,2%, del 4% e del 2,5% nei prossimi due anni, la Germania resterà ancora indietro. Il Pese sembra aver perso competitività, soprattutto nel settore industriale. le esportazioni tedesche di beni sono sempre più svincolate dallo sviluppo economico globale: “Le esportazioni tedesche di beni sono sempre più svincolate dallo sviluppo economico globale”, dice Wollmershäuser.

GLI SCENARI SULL’ECONOMIA TEDESCA

Nello scenario più pessimistico disegnato dai ricercatori bavaresi, questa perdita di competitività potrebbe innescare una deindustrializzazione graduale, con le aziende che delocalizzano la produzione e gli investimenti all’estero. Un fenomeno in realtà già in corso, che potrebbe però intensificarsi e diventare strutturale. La crescita della produttività rimarrebbe debole e la disoccupazione aumenterebbe. Solo una lenta ripresa dei consumi privati e del settore delle costruzioni potrebbe mitigare questo scenario.

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Al contrario, in uno scenario più ottimistico, una politica economica che sostenga le imprese industriali, attraverso incentivi fiscali e misure per migliorare il mercato del lavoro, potrebbe invertire la tendenza. Una maggiore occupazione e un aumento dei consumi stimolerebbero la crescita economica.

Ma l’Ifo non è l’unico medico a snocciolare dati e previsioni in questi giorni. Un altro centro di ricerca, l’Istituto dell’economia tedesca IW di Colonia, sta monitorando il mercato del lavoro e avverte: un’ondata di licenziamenti sta travolgendo la Germania. Secondo un’ampia indagine condotta dai ricercatori renani, il 38% delle aziende tedesche ha in programma di ridurre il proprio organico nel nuovo anno. La perdita di posti di lavoro è particolarmente allarmante nel settore industriale, dove si stima una perdita di circa 10.000 posti al mese. La causa principale è da ricercare nel peggioramento delle prospettive economiche, con il 40% delle imprese che prevede un futuro ancora più difficile di quello attuale.

LE STIME DI CRESCITA

Nelle stime di crescita l’IW si mostra complessivamente più pessimista dell’Ifo e prevede uno scenario unico nel quale l’economia tedesca rimarrà stagnante per almeno un altro anno. L’industria è il settore più colpito, con aziende come Ford, ThyssenKrupp, Bosch e ZF che hanno annunciato ingenti tagli al personale. Anche il settore dei servizi, un tempo più resistente, sta ora risentendo della crisi.

CAPITOLO LAVORO

Le conseguenze si fanno sentire sul mercato del lavoro. Gli anni d’oro, quelli dei record occupazionali in serie e di un mercato sostanzialmente impermeabile alle piccole crisi affacciatesi di tanto in tanto nei due decenni passati, sono ormai alle spalle. L’aumento costante dell’occupazione degli ultimi anni si è già interrotto e il numero dei disoccupati è in costante crescita. Sempre più persone si trovano senza lavoro da oltre un anno, racconta il rapporto IW, e le prospettive di trovare un nuovo impiego si fanno sempre più difficili. Le aziende frenano le assunzioni e, in molti casi, stanno addirittura già riducendo il numero dei dipendenti. Su questo versante anche la sponda dei ricercatori bavaresi concorda: il Barometro dell’occupazione Ifo conferma infatti questa tendenza, segnalando un continuo calo delle intenzioni di assumere da parte degli imprenditori.

COSA SUCCEDE AL GOVERNO TEDESCO

Il governo tedesco, o almeno quel che ne è rimasto dopo l’uscita lo scorso mese dei liberali dalla maggioranza, sta ancora cercando di adottare misure per sostenere il tessuto produttivo. Il cancelliere Olaf Scholz ha organizzato questa settimana un vertice sull’acciaio per assicurare all’industria siderurgica, un pilastro dell’economia tedesca, un sostegno adeguato di fronte agli alti costi energetici. L’obiettivo è di preservare la competitività dell’industria tedesca e garantire la sicurezza dell’approvvigionamento. Alla fine dell’incontro con i preoccupatissimi industriali della siderurgia, Scholz ha sottolineato l’importanza strategica dell’acciaio prodotto in Germania per l’intera economia nazionale e si è detto favorevole a un vertice europeo sul tema, per coordinare le politiche industriali a livello continentale.

Il tardivo attivismo del cancelliere, che peraltro all’inizio della prossima settimana sarà sfiduciato dal Bundestag, dà però più l’impressione di un movimentismo da campagna elettorale. Le ricette giuste dovrà trovarle ormai il prossimo governo e la corsa di Scholz alla rielezione è, sondaggi alla mano, al momento assai difficile.

TENSIONI POLITICHE SU CINA E NON SOLO

Tuttavia, la sfida economica è complessa e va ben oltre il settore siderurgico. La stessa recente visita di Scholz allo stabilimento Ford di Colonia ha evidenziato un altro fronte critico: la concorrenza delle auto elettriche cinesi. Grazie a costi di produzione più bassi e a massicci investimenti statali, i produttori cinesi stanno erodendo le quote di mercato dei colossi tedeschi. Un’analisi del Council of Foreign Relations ha mostrato come le case automobilistiche cinesi siano in grado di soddisfare oltre la metà della domanda globale di auto. Aiuta poco, in uno scenario di questo genere, la tendenza dei ministri uscenti più responsabili a filosofare sull’esistente. Il verde Robert Habeck, che ha guidato il dicastero economico negli ultimi tre anni e mezzo, ha anche lui lanciato l’allarme sulla perdita di competitività del Paese, sottolineando la necessità di investire maggiormente in innovazione e digitalizzazione. Negli ultimi anni, ha detto Habeck, si è fatto troppo poco per rafforzare la competitività tedesca a livello internazionale. Lo ha detto come se avesse governato qualcun altro.



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