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le misure per imprese e lavoratori #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


  • Il Dl Lavoro è un testo di legge in fase di elaborazione che prevede l’introduzione di diverse misure che coinvolgono i lavoratori dipendenti e le imprese, andando a modificare le disposizioni precedenti.
  • In generale le novità garantiscono una maggiore flessibilità nel mondo del lavoro, in particolare per le imprese: meno limiti per il lavoro stagionale, dimissioni per fatti concludenti e nuove possibilità per chi è in cassa integrazione.
  • Per le partite IVA viene anche disposta la possibilità del contratto misto, con cui avviare collaborazioni autonome con la stessa azienda con cui si è impegnati con un contratto dipendente.

Il DL Lavoro in fase di elaborazione, sulla scia di quello del 2023, dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno in corso e contenere diversi interventi rivolti a dipendenti, aziende, ma anche lavoratori autonomi con partita IVA. Tra le principali novità per questi ultimi vi è il contratto misto, ovvero la possibilità di svolgere sia attività subordinata sia in modalità freelance con la stessa azienda.

Vengono date disposizioni sullo smart working, per cui i datori di lavoro dovranno comunicare all’apposita piattaforma del Ministero del Lavoro i nomi di chi è impiegato da remoto, entro 5 giorni dall’inizio dell’impiego.

Cambiano anche le modalità di applicazione del lavoro stagionale e di quello in somministrazione, seguendo la logica della flessibilità per le imprese. Vediamo brevemente in questo articolo cosa cambierà quando queste disposizioni verranno approvate.

DL Lavoro 2024: contratti misti per le partite IVA

Per le partite IVA la principale novità riguarda l’arrivo dei contratti misti: tramite questo strumento, un dipendente part time potrà lavorare in modalità autonoma per la stessa azienda in cui è assunto. Tale possibilità, che ha generato non poche critiche, soprattutto per ciò che riguarda l’aggravarsi della precarietà, sarà comunque riservata ad un numero ristretto di casi.

Questo tipo di contratto infatti si potrà utilizzare solo se l’azienda in cui il lavoratore è assunto part time (massimo al 50%) ha almeno 250 dipendenti, limitando la possibilità solo alle grandi realtà. Inoltre non vi deve essere sovrapposizione tra l’attività svolta come dipendente e quella di autonomo, con limiti ben definiti.

Chi è assunto con questo contratto potrà quindi utilizzare il regime fiscale forfettario, rispettando tutte le norme e i requisiti stabiliti dall’apposito regolamento.

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Smart working: la comunicazione del datore di lavoro

dl lavoro smart working

Con il DL Lavoro vengono confermate le regole che i datori di lavoro devono rispettare a tema smart working. Attualmente per stabilire una modalità di lavoro agile è necessario un accordo individuale specifico, ma oltre a questo il titolare deve procedere a comunicare al Ministero del Lavoro chi sono i dipendenti impiegati da casa.

Questa disposizione deve essere rispettata entro 5 giorni dal momento in cui il lavoratore inizia ad operare per l’azienda, per cui i tempi sono piuttosto stretti per le aziende.

Dimissioni per fatti concludenti

Un altro provvedimento che rientra nel DL Lavoro riguarda le così dette dimissioni per fatti concludenti: se il lavoratore non è operativo per un certo periodo di tempo senza dichiarazioni o motivazioni (come può essere ad esempio la malattia) di fatto è come se si fosse dimesso.

Generalmente questo periodo di tempo è indicato all’interno dei CCNL, ma se questa informazione è mancante si fa riferimento a 15 giorni consecutivi. Se in questo tempo il lavoratore non comunica le cause per cui non sta svolgendo la propria mansione, l’azienda può considerarlo dimesso, con tutte le conseguenze relative a quest’azione.

Il datore può informare quindi l’Ispettorato Nazionale del Lavoro per procedere con le dimissioni per fatti concludenti, per cui la volontà del lavoratore di interrompere il rapporto in essere è determinata dalle azioni, in mancanza di una comunicazione scritta.

Questa è per i datori di lavoro di fatto un’alternativa al licenziamento per giusta causa, che tiene in considerazione situazioni particolari in cui il lavoratore non si presenta per un certo periodo.

Nuove regole per il lavoro in somministrazione con il DL Lavoro

Il Dl Lavoro tocca anche il tema della somministrazione, introducendo alcune regole specifiche. Di fatto vengono esclusi dal conteggio del 30% come limite massimo di lavoratori in questa modalità all’interno dell’azienda alcuni casi particolari:

  • lavoratori assunti direttamente dall’agenzia a tempo indeterminato;
  • lavoratori stagionali;
  • lavoratori assunti presso startup.

In questo modo le startup e le aziende in generale avranno maggiore flessibilità nell’inserimento di lavoratori assunti tramite agenzia di somministrazione. Anche questo fattore, se da un lato sostiene le imprese perché garantisce spazio di manovra in più, dall’altro lato può penalizzare ulteriormente i lavoratori più precari, aumentando l’instabilità contrattuale.

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Organizzazione del lavoro: le novità

Ulteriori cambiamenti a favore della flessibilità per le imprese riguardano le modalità con cui è possibile avviare collaborazioni di tipo stagionale. Si aggiungono al concetto di lavoro stagionale anche quei casi in cui le aziende hanno la necessità di assumere personale per un dato periodo a causa di picchi di attività o per esigenze specifiche.

Anche questa misura avvantaggia maggiormente le imprese in quanto a flessibilità, ma può causare il proliferare di situazioni di rischio precarietà e instabilità lavorativa.

Per ciò che riguarda invece la cassa integrazione, viene specificato nel decreto che i lavoratori potranno svolgere altre mansioni anche se si trovano in questa condizione. Va evidenziato però che chi si trova in cassa integrazione non riceverà l’indennità prevista per le giornate in cui è a lavoro per un altro datore o con un committente in caso di partita IVA.

Quando arriverà il Dl Lavoro

Il testo del decreto è in fase di revisione, per cui le disposizioni dovrebbero essere definitive entro la fine del 2024, per essere quindi effettivamente operative per il 2025.

Trattandosi di un decreto incentrato sulla flessibilità a vantaggio delle imprese, sta ricevendo non poche critiche da parte dei sindacati e delle associazioni che tutelano i lavoratori, per cui potrebbero essere introdotte ulteriori modifiche prima della versione definitiva.

Insieme al DL Lavoro, il mese di dicembre 2024 è particolarmente intenso anche per l’attesa per il decreto fiscale che andrà a modificare alcuni aspetti che riguardano le imposte applicate sui redditi e per la versione definitiva della Legge di Bilancio 2025.



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