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La stagione del Teatro di Rifredi appesa a un filo. O meglio a quel milione di euro che a oggi manca alla Fondazione Teatro della Toscana di cui lo storico teatro (di proprietà della Società di Mutuo Soccorso di Rifredi) fa parte dal 2022, quando è diventato una delle sale del Teatro Nazionale insieme al Teatro Era di Pontedera e al Teatro Studio di Scandicci, quest’ultimo attualmente chiuso per lavori di ristrutturazione.
Al momento, l’unica programmazione già annunciata riguarda la stagione della Pergola, al via il 4 ottobre con il ’De Profundis’ di Glauco Mauri. Prima di quella data si spera di capire meglio il futuro della Fondazione e, quindi, dei teatri satelliti della Pergola. È, infatti, attesa per i prossimo giorni la convocazione del Cda della Fondazione da parte della sindaca Sara Funaro, di cui è presidente. Ma da prassi dovrebbe indicare un suo delegato, come successo in passato. All’ordine del giorno non ci sarà tanto il rinnovo del Cda, perché i consiglieri non sono momentaneamente in scadenza, quanto il bilancio di previsione per i prossimi tre anni, che dovrà essere portato anche all’attenzione del ministero della Cultura. E pure il destino del direttore generale Marco Giorgetti che da giugno scorso chiede a gran voce altri finanziamenti, adesso siamo a sette e 700 euro, di cui due terzi provenienti da enti pubblici. Ma secondo Giorgetti servono nove milioni e mezzo di euro per restare ’teatro di interesse nazionale’, altrimenti si andrebbe verso un declassamento.
Perdere Pontedera e Rifredi significherebbe far scendere il teatro al gradino inferiore, rispetto all’attuale ’teatro di interesse nazionale’, perché non ci sarebbero più i numeri di aperture sipario e spettatori per garantire il ’rango’. In quel caso la Pergola diventerebbe di ’rilevante interesse culturale’, cosa che alla sindaca Funaro non piacerebbe, senza contare che i contributi ministeriali diminuirebbero. Altro nodo da sciogliere da parte del Cda sarà poi la decisione di nominare in tempi rapidi un direttore artistico, dopo le dimissioni di Stefano Accorsi. Incerto anche il futuro dell’Oltrarno, ossia della scuola di formazione del mestiere dell’attore diretta da Pierfrancesco Favino, che al momento è ’congelata’ visto che dall’anno scorso non sono state più fatte nuove iscrizioni.
Se Rifredi resterà nella Fondazione – e tra gli addetti ai lavori c’è cauto ottimismo – il sipario si alzerà regolarmente, magari a ottobre inoltrato o inizio novembre. “Non ci spaventa partire in ritardo, prima dell’estate avevamo già buttato giù una programmazione di massima, che ovviamente deve essere completata con le conferme degli artisti” spiega Angelo Savelli, regista stabile del Teatro di Rifredi che proprio a maggio ha festeggiato 50 anni di palcoscenico. Più difficile, invece, sarebbe sostenere economicamente una programmazione in solitaria anche se Rifredi da oltre ottant’anni promuove un’attività di qualità. “Siamo un teatro di quartiere con una valenza cittadina, anzi nazionale. Qui si producono autori stranieri e si portano all’estero le nostre produzioni” ricorda Savelli che attende le decisioni del Cda “a breve”.
Un’eccellenza ’a rischio’ – anche occupazionale – secondo Cecilia Del Re di Firenze Democratica che chiede “risposte immediate sul futuro della Fondazione”. Anche Forza Italia con Marco Stella, capogruppo in Regione, e Alberto Locchi, capogruppo a Palazzo Vecchio, vogliono vederci chiaro e chiedono se sia vero che la Regione “voglia svilire il programma e diminuire i fondi per la Pergola”.
Barbara Berti
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