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Il candidato dem, durante un evento di campagna elettorale a Genova: “Gratarola da capro espiatorio a front runner del centrodestra”
GENOVA – “Adesso gli attacchi più frequenti mi vengono dall’assessore regionale Angelo Gratarola. Quando lo nominò Toti, credevo fosse una sorta di capro espiatorio, un parafulmine dopo quattro anni di non governo della sanità da parte di Toti. No, non è il capro espiatorio, è il front runner del centrodestra, il capo”. Così il candidato alla presidenza della Regione Liguria per il centrosinistra, Andrea Orlando, stasera a un evento di campagna elettorale a Genova, in piazza don Gallo, con la segretaria del Pd, Elly Schlein. “L’altro giorno l’onorevole Matteo Rosso ha spiegato che è andato tutto bene in Regione, tranne la sanità: parliamo dell’85% del bilancio della Regione. E, allora, che cosa è andato bene?- prosegue il dem- Appena sono entrati nel merito hanno detto uno che vuole cancellare Alisa, l’altro che la vuole modificare, l’altra, quella che l’aveva ideata, che la vuole tenere. Menomale che eravamo noi quelli del no, quelli confusi. Lo dico con chiarezza: Alisa va superata perché non è servita a niente”.
Il percorso di Orlando per la sanità ligure parte dallo “smontare i carrozzoni che sono stati creati in Regione e recuperare la programmazione, restituendo centralità alla sanità pubblica, investendo su organici e facendo in modo tale che infermieri e medici siano remunerati come doveroso“. Infine, di nuovo un attacco a Gratarola: “Ha detto che andando dai privati non si paga: se sei nel pacchetto delle prestazioni che sono state acquistate dalla Regione, ma se non ci sei e ti danno un appuntamento a un anno, l’unica cosa che puoi fare è andare in intramoenia o andare dal privato. Ecco: la carta di credito per i servizi sanitari si usa già adesso in Liguria o, sennò, chi non la usa rischia di non potersi curare”.
E sulla sanità gli dà manforte la segretaria nazionale, Elly Schlein, tra scenario nazionale e locale. “Se vuoi smantellare la sanità pubblica non devi fare una delibera, neanche cambiare una legge. Basta fare quello che stanno facendo: togliere l’ossigeno, tagliare i finanziamenti, senza nemmeno il coraggio di ammetterlo. Ma non è un caso, non è sciatteria. È un disegno- sostiene Schlein- la destra vuole una sanità su misura del portafoglio delle persone, una sanità in cui chi da solo ha le risorse può saltare le infinite liste d’attesa e andare dal privato, ma chi quelle risorse non le ha sta rinunciando a curarsi. È la storia di milioni di persone in questo Paese, la negazione del diritto alla salute che abbiamo in Costituzione. È proprio quello il punto che difenderemo fino in fondo”.
Anche in Liguria, prosegue, “c’è chi aspetta 430 giorni per una colonscopia programmata: che prevenzione è? Stiamo uccidendo la prevenzione, questo vuol dire più sofferenza e più costi rimandati a dopo”. Schlein aggiunge, inoltre, che “bisogna fermare la precarietà nella sanità pubblica perché altrimenti i professionisti continueranno a fuggire nel privato o all’estero”. La segretaria dem ammette che “anche prima di questo governo la sanità soffriva perché dobbiamo immaginare una società diversa, la sanità del territorio: dobbiamo portare la risposta di cura più vicino a dove le persone hanno bisogno. Siamo una popolazione che invecchia e non ci stiamo facendo i conti”. Tra le proposte sul tema, elenca: “Una legge sui caregiver anche a livello nazionale. Poi, non vogliamo più sentire da destra parole di discriminazione e segregazione verso bambini che hanno disabilità. Infine, più attenzione e risorse sulla salute mentale”.
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