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Nonostante il mercato immobiliare italiano resti in buona salute, le difficoltà maggiori si riscontrano in relazione al mercato delle nuove costruzioni. Secondo quanto evidenziato durante il 32esimo Forum di Scenari Immobiliari tenutosi a Rapallo, la domanda resta infatti robusta, ma non incontra una adeguata offerta in termini di prodotto nuovo. Le ragioni, secondo Giuseppe Crupi, Ad di Abitare Co. sono principalmente due: ecco quali, ai microfoni di idealista/news.
“A livello italiano il tema che ha inciso sulla difficoltà del mercato del nuovo è duplice, – spiega Crupi; – da un lato i costi di costruzione sono giunti a partire mediamente dai 2500 al mq per il solo terreno commerciale, il che significa che il prezzo del prodotto finito va oltre i 3500 euro al metro quadrato, livello di prezzo per il quale la domanda scarseggia. Un secondo motivo consiste nel fatto che a livello burocratico i permessi a costruire hanno dei tempi di rilascio molto lunghi, il che ha fatto sì che l’offerta di prodotto nuovo va a rilento”.
Una situazione che si estende anche a città che storicamente non hanno mai avuto questo problema, come Milano. “Milano ha sempre avuto un’offerta di nuovo vicino al 20 per cento delle transazioni totali, – nota l’Ad di Abitare Co. – Oggi tuttavia anche il prodotto nuovo su Milano si è molto ridotto, anche a causa dello stallo creatosi tra amministrazione comunale e magistratura, l’offerta è ferma; negli ultimi sei mesi la diminuzione delle transazioni è stata del 15 per cento.
Ma non per mancanza di domanda, bensì perché i progetti di sviluppo di nuove costruzioni sono diminuite molto. A fronte di prezzi che continuano a crescere, proprio per la scarsità di offerta.
Il che porta gli investitori a guardare altrove, ad altri asset class o altre città”.
L’Italia infatti non è solo Milano. Secondo Crupi, “Roma vede crescere il numero di sviluppi e la Capitale è pronta ad accogliere nuovi investitori, con una domanda e un’offerta in crescita e una dinamica di prezzi che si muove di conseguenza.
ll tema del Giubileo è importante, ma c’è anche una volontà politica di far ripartire gli sviluppi immobiliari.
E non solo; anche altre città come Bologna si sta muovendo verso una maggiore implementazione di prodotto nuovo anche a livello di volontà politica delle amministrazioni comunali. Auspichiamo che le amministrazioni comunali guardino con più interesse al real estate anche in chiave di rigenerazione, che evita il consumo di suolo. Occorre puntare sulla rigenerazione dei quartieri e delle zone abbandonate della città che hanno perso di interesse”.
Buone notizie infine per l’immobiliare italiano dal fronte mutui. “La riduzione dei tassi di interesse fa sì che i clienti che si approcciano alla casa guardano con maggiore interesse al mutuo per acquisto. L’anno scorso meno del 50 per cento dei clienti che compravano casa non utilizzavano casa, negli anni passati si arrivava al 60 per cento, segno che la richiesta di mutui punta verso una crescita”, conclude Crupi.
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