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La riformulazione dell’emendamento al decreto omnibus della maggioranza prevede di ridurre di un anno il periodo del ravvedimento speciale per i contribuenti che entro il 31 ottobre aderiranno al concordato preventivo
Ridotto di un anno, al quinquennio 2018-2022 anziché al 2018-2023, il periodo del ravvedimento speciale per gli anni pregressi previsto per i contribuenti che entro il 31 ottobre aderiranno al concordato preventivo biennale. Sarebbe quanto prevede la riformulazione dell’emendamento al decreto omnibus sul concordato che, riferiscono fonti parlamentari, sarebbe stato depositato in commissione al Senato. Viene inoltre previsto più tempo per i controlli per chi decade dal beneficio: i termini di decadenza dell’accertamento, «in scadenza dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2026, sono prorogati al 31 dicembre 2027».
Il calcolo della base imponibile
Il nuovo testo specifica che il ravvedimento speciale vale per l’Irpef e le relative addizionali e per l’Irap, non nominando invece l’Iva. La base imponibile Irpef è costituita dalla «differenza tra il reddito d’impresa o di lavoro autonomo già dichiarato, alla data di entrata in vigore» della disposizione e l’incremento dello stesso, con percentuali parametrate al punteggio Isa (Indici sintetici di affidabilità). L’aliquota dell’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle «relative addizionali» è inversamente proporzionale al punteggio Isa: con l’aumentare dell’affidabilità fiscale decresce la percentuale dell’imposta sostitutiva. Mentre per l’imposta sostitutiva dell’Irap viene fissata l’aliquota fissa del 3,9%.
Non compaiono penalizzazioni
Viene garantita la rateizzazione in 24 rate il cui importo maggiorato è calcolato «al tasso legale con decorrenza dal 31 marzo 2025». Ma i contribuenti in ritardo su una rata non decadono dal beneficio se pagano «entro il termine della rata successiva». Nel nuovo testo non compare invece la penalizzazione inizialmente prevista per chi manca il pagamento, in tutto o in parte, di una delle rate successive alla prima: decadenza dal beneficio della rateizzazione e l’iscrizione a ruolo degli importi ancora dovuti, oltre a sanzioni e interessi. In caso di decadenza dalla rateizzazione non è previsto il rimborso delle rate già versate.
La scadenza del 31 ottobre
Non è escluso che, prima che il testo arrivi ai voti, non subisca ulteriori modifiche e aggiustamenti. Come è stato, infatti, per l’esclusione del 2023 dal ravvedimento speciale, presente in una versione precedente dell’emendamento al decreto omnibus. L’intento è non coinvolgere un anno di imposta per cui sono ancora aperti i termini di dichiarazione: il prossimo 31 ottobre sarà, appunto, il termine di scadenza sia per il modello Redditi sia per accettare o meno la proposta di concordato preventivo.
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